Un ragazzo dalla voce ruvida e un sorriso amaro che in musica ha messo la realtà dell'Italia anni '70. Potremmo descrivere così Rino Gaetano, il cantautore nato a Crotone il 29 ottobre 1950 che se n'è andato troppo presto, il 2 giugno 1981 in un incidente stradale che alcuni ancora oggi considerano intriso di misteri. Aveva appena trent'anni, ma sono stati abbastanza per lasciare un segno nel mondo della musica e nei cuori di tanti italiani.
Le sue sono canzoni ballabili, apparentemente leggere e con un significato che non sempre si coglie al primo ascolto. In realtà, i testi si sono rivelati un concentrato di denuncia sociale, riferimenti politici e storie personali che ancora ci raccontano qualcosa.
Rino Gaetano a Sanremo durante il 27 Gennaio 1978, presenta la canzone "Gianna".
Nelle sue canzoni c'erano innanzitutto le persone, quelle della sua vita, gente vera, tra amici e parenti che si portava dentro. Un esempio è il brano "Tu, forse non essenzialmente tu", il risultato delle serate passate insieme al fidato amico e compagno di avventure Bruno Franceschelli.
Non mancano i legami di sangue. C'è la canzone di omaggio a sua nonna Marianna, figura centrale di quando era bambino, "I Love You Maryanna", che per anni ha nascosto anche una certa ambiguità con la marijuana. Gaetano non si è mai sforzato di smentire, c'è da dirlo, le voci di chi ci ha sempre visto questo doppio senso.
"Ahi Maria", invece, è tra le sue canzoni più intime. Una dedica a sua madre che profuma d'affetto e nostalgia: una mancanza che lo avvolge, una tristezza nel testo che va in netto contrasto con il ritmo molto allegro del brano. Possiamo ascoltarla qui di seguito:
Poi c'è tutto il resto nelle sue canzoni. Un'Italia che si muoveva tra misteri e scandali. In "Scusa Mary", per esempio, leggiamo, in mezzo a un'apparente storia d'amore, la Primavera di Praga, la guerra in Vietnam e il tentato Golpe Borghese del 1970. Forse proprio con questo espediente voleva mostrarci, Gaetano, che la storia collettiva e quella personale prima o poi finiscono per intrecciarsi: tutto ci riguarda.
In "Berta filava" i personaggi citati come Mario e Gino sarebbero Mario Tanassi e Luigi Gui, due nomi di personaggi politici dell'epoca noti per essere finiti nello scandalo Lockheed. Ne parla approfonditamente Bruno Mautone nel libro "Chi ha ucciso Rino Gaetano?". E Berta sarebbe Bert: così veniva chiamato Robert E. Gross, il fondatore della Lockheed.
(Ricordiamo che lo scandalo Lockheed fu un caso di corruzione internazionale degli anni ’70: la Lockheed Corporation pagò tangenti a politici e militari, anche italiani, per vendere i suoi aerei militari.)
Sentiamo la canzone qui di seguito:
Poi c'è l'iconico brano "Nuntereggae più", pubblicato nel 1978 e diventato simbolo del suo quarto album. Nel testo Rino fa una lista lunghissima di nomi e cognomi direttamente dalla politica, dallo spettacolo e dal giornalismo italiano. Compaiono Maurizio Costanzo, Mike Bongiorno, Paolo Villaggio, Raffaella Carrà, Gianni Agnelli… e sono solo alcuni. La sua è una sorta di allegra filastrocca reggae che in realtà nasconde una feroce denuncia contro il marcio di tutto il paese.
Ne ascoltiamo un estratto in questo emblematico video dove anche il formato dell'esibizione risulta piuttosto satirico:
Rino nel suo percorso musicale prende esempio da artisti internazionali. I primi sono stati i Beatles, di cui era innamorato sin da ragazzino. Poi, il maestro di proteste e poesia Bob Dylan. In Italia lo hanno sicuramente influenzato Fabrizio De André e Enzo Jannacci, cantanti che come lui sapevano fondere la leggerezza dei ritmi con la grandezza dei temi.
Condiva tutto con degli arrangiamenti molto orecchiabili, semplici, tuttavia mai banali. La voce era volutamente imperfetta, graffiante. Arrivava al cuore con ritmi folk, reggae e perfino latineggianti. Gli piaceva sperimentare, mostrarsi come uno che non si prendeva troppo sul serio. La sua musica, invece, è seria eccome e continua a farci riflettere.