08 Jul, 2025 - 17:10

Il mistero del volo di Netanyahu per gli Usa: davvero ha attraversato lo spazio aereo italiano? Il caso sollevato da Fratoianni

Il mistero del volo di Netanyahu per gli Usa: davvero ha attraversato lo spazio aereo italiano? Il caso sollevato da Fratoianni

Il volo che nelle scorse ore ha portato il premier israeliano Benjamin Netanyahu negli Stati Uniti, in occasione del vertice con Donald Trump, potrebbe aver attraversato lo spazio aereo italiano, eludendo così il mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra. Se confermato, si tratterebbe di una violazione del diritto internazionale.

A sollevare la questione è stato il leader di AVS, Nicola Fratoianni, che ha accusato il governo italiano di “stracciare il diritto internazionale”. 

La questione era già emersa lo scorso aprile, quando il Partito Democratico aveva presentato un'interrogazione parlamentare. L’interrogazione era riferita a un precedente viaggio del premier israeliano a Washington.

Oggi, come allora, l'argomento sta suscitando numerose polemiche tra maggioranza e opposizione. 

Il volo di Netanyahu per gli Usa ha sorvolato l’Italia? I dubbi di Fratoianni

Che rotta ha percorso il volo che ha portato Benjamin Netanyahu a Washington?

È la domanda posta da Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, che ipotizza la possibilità che l’aereo con a bordo il premier israeliano abbia attraversato lo spazio aereo italiano per evitare di sorvolare i Paesi in cui sarebbe potuto scattare il mandato di arresto internazionale emesso nei suoi confronti dalla Corte Penale Internazionale (CPI).

Se questa ipotesi fosse confermata, si tratterebbe – secondo Fratoianni – di una palese violazione del diritto internazionale da parte del governo italiano. L’Italia, infatti, ha ratificato lo Statuto di Roma, impegnandosi a rispettare le decisioni della CPI e a collaborare per l’esecuzione dei suoi provvedimenti.

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“L’aereo che portava il criminale Netanyahu in Usa ha attraversato lo spazio aereo del nostro Paese? Siamo ormai ad una accondiscendenza piena, siamo di fronte non solo alla violazione del diritto internazionale da parte del primo ministro israeliano, ma alla violazione del diritto internazionale da parte di molti Paesi tra cui il nostro, che non danno corso a ciò che la Corte penale internazionale ha stabilito. 

Ha affermato il deputato di Avs, parlando con i cronisti davanti a Montecitorio. Fratoianni ha chiesto di chiarire la questione e ha accusato la maggioranza di mettere a rischio la sicurezza dell’Italia.

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E in questo modo consentono ai criminali come Benjamin Netanyahu - prosegue il leader di SI - di fare come se niente fosse. Del resto non è una novità, il governo Meloni ci ha già abituato con il rilascio del torturatore e trafficante di uomini Almasri. Il modo con cui trattano oggi il diritto internazionale è però - conclude Fratoianni - un’enorme questione: stracciare il diritto internazionale significa mettere a rischio il mondo intero e dunque anche il nostro Paese, perché oggi accade da una parte domani può accadere da un'altra. 

Cosa avrebbe dovuto fare il governo italiano: ha violato il diritto internazionale?

Nel novembre 2024, la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Tutti gli Stati che hanno aderito allo Statuto di Roma sono obbligati a dare esecuzione a tale mandato.

Alcuni di questi Stati si sono dichiarati pronti a collaborare con la CPI. Per evitare il rischio di arresto, Netanyahu avrebbe quindi evitato di sorvolare i loro territori durante il viaggio verso gli Stati Uniti. Da qui l’ipotesi che l’aereo abbia deviato la rotta, attraversando invece lo spazio aereo italiano.

Non è stato ancora confermato se l’aereo del premier israeliano abbia effettivamente sorvolato l’Italia. Tuttavia, se ciò fosse avvenuto, il governo italiano – in quanto Stato membro della CPI – avrebbe avuto due opzioni: negare il permesso di sorvolo oppure attivare le procedure necessarie per l’arresto del passeggero ricercato.

La questione è complessa, così come lo è l’interpretazione della norma. Molti esperti sostengono che, in base a quanto stabilito dallo Statuto di Roma, se uno Stato consente il sorvolo del suo spazio aereo a un velivolo con a bordo una persona ricercata dalla CPI senza cooperare con la Corte, violerebbe gli obblighi di cooperazione.

L'Italia non si è ancora pronunciata con chiarezza in merito all'intenzione di adempiere ai propri obblighi in risposta al mandato.

Lo scorso aprile il Partito Democratico aveva presentato un’interrogazione parlamentare per un altro episodio simile, relativo a una precedente visita di Netanyahu negli Usa, dopo che il caso era stato sollevato dal quotidiano Times of Israel.

Il caso in sintesi:

  1. Accuse di violazione del diritto internazionale: Il leader di AVS, Nicola Fratoianni, ha chiesto chiarimenti in merito alla possibilità che il volo del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, verso gli USA possa aver attraversato lo spazio aereo italiano allo scopo di evitare i Paesi dove rischia l’arresto in base a un mandato della Corte Penale Internazionale (CPI). Se confermato, ciò implicherebbe – secondo l'accusa – una violazione del diritto internazionale da parte dell’Italia, che ha ratificato lo Statuto di Roma.
  2. Mancanza di conferme ufficiali: Non ci sono conferme ufficiali sul sorvolo dell’Italia da parte dell’aereo di Netanyahu. La rotta potrebbe essere stata modificata per evitare Stati che applicano rigorosamente il mandato della CPI. Un’interrogazione parlamentare simile era già stata sollevata ad aprile dal Partito Democratico.
  3. Obblighi dell’Italia in caso di sorvolo: Se l’aereo avesse davvero attraversato lo spazio aereo italiano, il governo avrebbe potuto negare il sorvolo o collaborare con la CPI per arrestare Netanyahu. Secondo alcuni esperti, autorizzare il sorvolo senza intervenire potrebbe costituire una violazione degli obblighi previsti dallo Statuto di Roma. La questione solleva interrogativi legali e politici sulla coerenza dell’Italia con gli impegni internazionali.
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