Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha mentito al Parlamento italiano sul caso Almasri, come accusa l’opposizione?
Esisterebbe un carteggio e alcune mail che smentirebbero le dichiarazioni fatte dal ministro durante l’informativa resa alle Camere lo scorso febbraio sulla vicenda del generale libico, rimpatriato dal governo su un volo di Stato, nonostante il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale (CPI).
L’indiscrezione - riportata mercoledì 9 luglio dal Corriere della Sera - è emersa mentre l’istruttoria del Tribunale dei Ministri di Roma sull’inchiesta per la mancata consegna del generale libico alla CPI, si avvia a conclusione.
L’indagine coinvolge la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Le accuse sono di favoreggiamento e peculato.
Ed è sul ruolo avuto dal Guardasigilli nell’intera vicenda che si stanno concentrando, nelle ultime ore, le forze di opposizione, tornate a chiedere le sue dimissioni.
A breve il Tribunale dei Ministri di Roma deciderà per l’archiviazione, o per la richiesta di rinvio a giudizio degli esponenti del governo finiti sotto inchiesta. Chi non sembra avere intenzione di archiviare la questione è l’opposizione che è tornata a chiedere le dimissioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, accusandolo di aver mentito in Parlamento sulle circostanze che avrebbero portato alla liberazione del generale libico Nejeem Osama Almasri.
La questione ruota tutta intorno a questa domanda: Nordio ha davvero mentito alle Camere sul caso Almasri?
Secondo quanto rivelato da alcuni quotidiani nella giornata di mercoledì - tra cui il Corriere della Sera - tra gli atti di chiusura indagini del Tribunale dei Ministri, sarebbe emersa una mail che smentirebbe quanto affermato dal Guardasigilli in Parlamento.
Una mail interna dimostrerebbe, infatti, che il ministro Nordio – o quanto meno il suo gabinetto - sarebbe stato informato dell’arresto di Almasri già nel pomeriggio di domenica 19 gennaio.
Nella sua informativa alla Camera, il 5 febbraio 2025, il ministro della Giustizia dichiarò che il 19 gennaio aveva ricevuto solo una comunicazione informale, ‘poche righe prive di dati identificativi’ e che solo il giorno successivo – lunedì 20 – il procuratore generale di Roma gli aveva trasmesso il carteggio completo.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, però, l’inchiesta avrebbe accertato che già nel pomeriggio di domenica il magistrato di collegamento presso l’ambasciata italiana in Olanda aveva inviato al gabinetto del Ministro, sulla piattaforma Prisma, l’atto di accusa dei giudici dell’Aia con gli allegati.
Chiarire il momento esatto in cui il Ministro ha ricevuto gli atti relativi al fermo del capo della polizia libica è fondamentale, poiché tutta la vicenda del mancato arresto e della sua liberazione si gioca in un arco temporale di pochi giorni.
Il generale Almasri è stato arrestato il 19 gennaio 2025 a Torino, su mandato della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. È stato rilasciato due giorni dopo, il 21 gennaio, e rimpatriato con un volo di Stato.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi spiegò che era stato rimpatriato per ragioni di sicurezza. Il governo spiegò che il ministro Nordio non era stato informato per tempo da qui, la mancata convalida dell’arresto da parte del ministero della Giustizia e il conseguente provvedimento di scarcerazione della Corte d’Appello.
Le indiscrezioni emerse dall'inchiesta del Tribunale dei Ministri hanno riacceso la polemica politica. Le opposizioni hanno chiesto compatte le dimissioni del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, accusandolo di aver mentito durante l’informativa in Parlamento sulle circostanze della mancata consegna del generale Almasri alla CPI.
Le capogruppo M5s Valentina D’Orso e Ada Lopreiato accusano il governo di aver "volutamente violato il diritto internazionale e lo Statuto della Cpi" per riportare in Libia con onori di Stato Almasri, condannato per "violenze efferate e anche stupri di bambini". Denunciano la circostanza secondo cui il 19 gennaio al ministero della Giustizia si raccomandava di "tenere riservate e lontano dai protocolli" le comunicazioni sul caso. Per loro, "Meloni, Mantovano e Nordio stavano trovando il modo per sottrarsi alla richiesta della Cpi".
Matteo Renzi afferma che "Meloni ha mentito nel video da Palazzo Chigi, Carlo Nordio ha mentito al Parlamento" e definisce il governo "debole e bugiardo".
Debora Serracchiani (Pd) sostiene che Nordio "ha detto il falso" e "non può rimanere nel proprio ruolo un secondo di più".
Infine, Serracchiani accusa Meloni di essere responsabile della scelta politica di liberare Almasri e riportarlo in Libia con un volo di Stato.
Ha dichiarato, infine, il segretario di +Europa, Riccardo Magi che anticipa la richiesta delle opposizioni di un’informativa urgente in Parlamento del ministro Nordio e della premier, Giorgia Meloni.
Le opposizioni chiedono le dimissioni di #Nordio dopo le ultime indiscrezioni sul caso #Almasri. #Magi (+Europa): “Nordio ha mentito al Parlamento, deve dimettersi. Meloni ha mentito anche lei al Paese.” Chiesta informativa urgente in Parlamento. pic.twitter.com/2pW651hAP7
— Tag24 (@Tag24news) July 9, 2025
Giovedì - 10 luglio 2025 - il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a margine della Conferenza per la ripresa dell'Ucraina, ospitata a Roma, ha confermato che il governo riferirà in Parlamento sulla vicenda, "quando sarà il momento", rispondendo così alle richieste delle opposizioni.
Il Guardasigilli ha anche dichiarato che gli atti in possesso del governo smentiscono le fughe di notizie delle ultime ore sulla vicenda.
Ha dichiarato il ministro rispondendo brevemente alle domande dei giornalisti.
Caso #Almasri, il ministro #Nordio: "Gli atti che abbiamo smentiscono radicalmente quello che è stato riportato dai giornali. Comunque riferiremo in Parlamento". Il governo parlerà "quando sarà il momento".#GovernoMeloni pic.twitter.com/mUG8ujKAG9
— Tag24 (@Tag24news) July 10, 2025