Chi è Simone Spiga, il giornalista sardo nell'occhio del ciclone per le sue idee filo-russe
Nelle ultime ore, il suo nome sta rimbalzando di post in post. Simone Spiga è un giornalista chiamato a condurre il festival letterario "Neanche gli Dei" in Sardegna, un festival che gode di 42.500 euro di sussidio economico da parte della Regione Sardegna. Ma sulla rete è sempre più al centro delle polemiche per le sue posizioni filo-russe.
Così, nelle stesse ore in cui il presidente ucraino Zelensky è in Italia e incassa la solidarietà e il sostegno di papa Leone XIV, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni, l'attenzione si concentra anche su di lui.
Simone Spiga, il giornalista italiano per la Russia
La polemica attorno a Simone Spiga si sta accendendo perché è stato chiamato a condurre un festival sovvenzionato dall'unica Regione italiana a conduzione Cinque Stelle. È l'ex viceministra Alessandra Todde, infatti, la presidente della giunta regionale sarda. E il Movimento Cinque Stelle, di cui Todde è una delle vicepresidenti, è, assieme alla Lega di Matteo Salvini, il partito più vicino alla Russia di Putin.
La polemica, quindi, si è innescata anche per questo: il Movimento, quando è alla guida delle istituzioni, affida un'iniziativa che si vuole "culturale" con tanto di soldi pubblici a uomini della sua cerchia?
Mentre c'è una lettera aperta che si sottoscrive on line per chiedere spiegazioni alla Regione e al Comune di Cagliari, Adriano Bomboi, un saggista originario (proprio come Alessandra Todde) di Nuoro, su Simone Spiga l'ha messa così:
Questo signore è il conduttore scelto dal festival letterario Neanche gli Dei, festival che quest'anno ha ottenuto 42.500 euro pubblici da parte della Regione Sardegna. Tra i suoi idoli: il nazionalsocialista russo Dugin, Putin e gli Ayatollah iraniani. I contribuenti spendono per questa cultura qui nella Regione targata a 5 stelle
Ma del diretto protagonista di questa polemica, Simone Spiga, cosa si sa di preciso?
La biografia di Simone Spiga, ecco come si è raccontato
Tre anni fa, al giornale on line nootempo.net, Simone Spiga utilizzò queste parole per descriversi:
Sono stato un giovane ribelle che all’età di 14 anni scelse la parte politicamente scorretta della società di allora. A scuola tutti erano di sinistra e io scelsi di andare dall’altra parte. Scelsi di stare dalla parte del torto, dalla parte dei pochi. Dentro quel percorso politico però volevo essere politicamente scorretto e scelsi anche lì la minoranza. Le mie posizioni terzomondiste e anti capitaliste mi fecero stare all’opposizione dei percorsi politici che mi vedevano protagonista
Era tra la fine degli anni Novanta e l'inizio dei Duemila quando Spiga fece le sue prime esperienze politiche:
Facevo politica quando scoppiarono le guerre in Afghanistan, Iraq, Libia e fui tra i pochi, nella mia parte politica, contro quei conflitti. Usavo la kefiah perché mi sentivo vicino ai palestinesi. Poi ho deciso che non sarei voluto morire democristiano e ho mollato tutto
Spiga, allora, trovò la sua realizzazione nel giornalismo:
Mi sono avvicinato prima di tutto alla radio, amo la musica ed era un modo per parlare di rock e dire la mia. Poi c'è stata la tv e Cagliaripad, dove arrivai per dedicarmi ad una rubrica dal nome evocativo: Il Guastafeste (...) Spero di aver dimostrato che si può fare giornalismo libero senza schematismi ideologici
Oggi Spiga risulta direttore responsabile del sito Reportsardegna24.it e ha un canale YouTube, VideoNewsLive.
Spiga e le ideologie
Sempre nell'intervista che diede tre anni fa a nootempo.net, sulle ideologie politiche, Simone Spiga la mise così:
Amo una canzone di Gaber, Destra Sinistra, in quel testo si prendono di mira i luoghi comuni di chi si dichiara di destra o di sinistra. Ridiamoci su
Il riferimento era a questo brano
Davanti poi alle emergenze che affliggevano il Vecchio Continente già ne 2022, proponeva questa ricetta:
Serve una coscienza di popolo, non c’è, non c’è stata sulla pandemia e non c’è oggi sulla guerra. Sono sfiduciato, ma mai mollare. La nostra terra ha bisogno di un vero popolo unito e compatto, non c’è. I sardi pensano ai cazzi loro e le cose non migliorano
Ora, da come si evince anche dal suo ultimo post in cui ha respinto l'accusa di essere un propagandista del regime di Putin, ha anche firmato un libro: "La spiga nell'occhio"