Ritorna ad aggirarsi lo spettro della Flat tax per tutti. Una proposta del 23% o del 15% al posto dell’Irpef, in un momento in cui è in cantiere il nuovo taglio della tassa progressiva per il 2026.
Il cavallo di battaglia del centrodestra ritorna al centro dell’attenzione, questa volta con una doppia proposta.
In questo articolo, vedremo come dovrebbe funzionare la Flat tax per tutti e quali sarebbero i vantaggi.
Una flat tax estesa a tutti, in sostituzione dell’attuale Irpef, con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale su stipendi, pensioni e redditi da lavoro autonomo: il tema è tornato al centro del dibattito politico, mentre il governo è impegnato nella definizione di un nuovo intervento sulle aliquote Irpef previsto per il 2026.
Questa volta con due visioni opposte: da una parte, Forza Italia punta a un’aliquota unica del 23% per tutti i contribuenti. Dall’altra, la Lega insiste su una proposta diversa, quella di una Flat tax familiare del 15%
Il possibile e auspicato arrivo della fantomatica Flat tax per tutti non sarà immediato. Nell’agenda di Governo, come già detto, il progetto di una tassazione piatta, con aliquota uguale per tutti, rappresenta uno dei principali obiettivi da raggiungere, ma solo una volta terminato l’annoso lavoro di riforma dell’Irpef.
Infatti, si punta a una tassazione unica uguale per tutti che arrivi gradualmente, attraverso proprio la transizione dal sistema progressivo
Pertanto, non stupisce che il tema della Flat tax torni ciclicamente al centro del dibattito politico, anche se, al momento, manca una proposta concreta e condivisa da tutte le forze di maggioranza.
Da una parte, Forza Italia rilancia il progetto originario di Silvio Berlusconi, mentre la Lega ricorda di aver già depositato in Senato, nel 2020, un disegno di legge per l’introduzione di una flat tax familiare.
Una proposta che fu oggetto di un lungo confronto con il Ministero dell’Economia, ma che non ha mai superato la fase iniziale.
Dall’altra parte, troviamo il modello proposto dalla Lega, che prevede un’aliquota unica del 15%, accompagnata da una deduzione fissa di 3.000 euro per ogni componente del nucleo familiare. Un meccanismo pensato per sostituire detrazioni e bonus Irpef, garantendo al contempo un certo grado di progressività.
Una riforma rimasta finora sulla carta, ma che potrebbe tornare presto al centro dell’agenda politica, soprattutto in vista della prossima Legge di bilancio. Resta però un nodo fondamentale da sciogliere: quello delle coperture.
L’esperienza del recente taglio parziale delle aliquote Irpef ha dimostrato che ogni intervento fiscale, per essere credibile e sostenibile, deve partire da una solida valutazione delle risorse disponibili.
Tra le varie proposte di riforma fiscale, quella avanzata da Forza Italia - che, come abbiamo appena detto, prevede l’introduzione di una Flat tax al 23% - appare al momento la più compatibile con gli equilibri di bilancio, poiché ridurrebbe in misura contenuta il gettito complessivo.
Tuttavia, si tratta di una soluzione che rischia di lasciare indietro i contribuenti con redditi più bassi, i quali non trarrebbero vantaggi significativi e, anzi, potrebbero perdere detrazioni e agevolazioni oggi previste dal meccaniso Irpef.
Diversa la proposta della Lega, che spinge per un’aliquota piatta al 15%, molto più ambiziosa e certamente più attrattiva dal punto di vista politico e comunicativo.
Una tassa uniforme e bassa, infatti, garantirebbe un taglio delle imposte per quasi tutte le fasce di reddito, ma determinerebbe inevitabilmente una forte riduzione delle entrate fiscali per lo Stato.
Un’idea che, seppur condivisa in linea teorica, deve confrontarsi con la complessità della realtà economica e con la necessità di garantire sostenibilità e coperture finanziarie adeguate.