12 Jul, 2025 - 07:00

Quale sarebbe il libro di Giuli finanziato dal Ministero che guida a sua insaputa (ma con i soldi pubblici)?

Quale sarebbe il libro di Giuli finanziato dal Ministero che guida a sua insaputa (ma con i soldi pubblici)?

Dopo il ministro Scajola che, nel 2010, si ritrovò con una casa di proprietà in zona Colosseo "a sua insaputa", molto più modestamente, stando a un'inchiesta giornalistica, ne abbiamo un altro che ha vantaggi senza rendersene conto. Il nuovo Claudio Scajola si chiama Alessandro Giuli.

La faccenda è stata tirata fuori dal quotidiano Domani nei giorni scorsi. Ma una nota della direttrice del parco archeologico del Colosseo (l'anfiteatro Flavio c'entra in qualche modo anche questa volta) anziché chiarirla, ha messo nuova carne a cuocere. 

Alfonsina Russo, secondo il giornale diretto da Emiliano Fattipaldi, mette ancora più in imbarazzo il ministro della Cultura.

Il libro che il ministro Giuli si è "autofinanziato"

E comunque: in questa legislazione, se c'è una maledizione, aleggia sopra il Collegio Romano, la sede del ministero della Cultura che prima ha visto la caduta di Gennaro Sangiuliano e ora le disavventure di Alessandro Giuli.

In pratica, cosa è successo? Il quotidiano Domani lo accusa di aver finanziato un suo libro, in evidente conflitto d'interessi. 

Si tratta del volume "Venne la Magna Madre. I riti, il culto, l'azione di Cibele Romana", un libro inserito nel catalogo della mostra "Magna mater tra Roma e Zama" inaugurata lo scorso 5 giugno.

Giuli scrisse questo saggio nel 2012. Ma il problema nasce dal fatto che è stato ristampato con i soldi pubblici in dotazione al Ministero della Cultura (in tutto 21 mila euro) quando era lui responsabile del Collegio Romano. L'operazione, poi, sarebbe stata portata a termine proprio attraverso il Parco archeologico del Colosseo.

Lo scoop di Domani non smentito

Ora, stando a quanto si è letto sul Domani, il Ministero della Cultura non è stato in grado di smentire il conflitto d'interesse che avrebbe caratterizzato l'operato di Giuli.

La mostra "Magna Mater" è in corso dal 5 giugno presso il Foro romano e il Palatino. Ma quando il giornale ha contattato l'ufficio stampa del ministero, la risposta si è limitata a chiarire che Giuli non ha percepito e non percepirà alcun tipo di pagamento, né alcuna corresponsione di diritti. 

La nota di Alfonsina Russo, la direttrice del Parco archeologico del Colosseo, invece, sebbene sia stata concepita per chiarire definitivamente tutta la faccenda, ha rimesso tutto in discussione:

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La cosiddetta rivitalizzazione dell'opera non è in alcun modo attribuibile al ministro in carica essendo avvenuta in un periodo molto antecedente alla sua nomina

ha scritto la dirigente. Ma quest'affermazione, per Domani, cozza con la ricostruzione fornita dal ministro:

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Ci sono due passaggi mancanti e due date-chiave che la dirigente del Mic non ha riportato nella sua precisazione: il 5 agosto 2024, giorno in cui viene protocollata la nomina di Russo a responsabile unica del progetto per deliberare lo stanziamento, giusto un mese prima della nomina di Giuli al governo. E, soprattutto, viene omessa la data del 15 gennaio 2025, quando è stata firmata la decisione a contrarre che mette nero su bianco il finanziamento di 21 mila euro a favore della casa editrice L'Erma Di Bretschneider per la pubblicazione e la distribuzione del volume di Giuli. In quella data, era ministro già da 4 mesi

Secondo i cronisti di Domani, insomma

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Ci sarebbe stato tempo a sufficienza per una riflessione sull'opportunità della pubblicazione e della diffusione del suo volume con fondi pubblici. Anche perché la mostra era in programma quasi cinque mesi dopo, un tempo congruo per individuare alternative. E' stata invece inaugurata il 5 giugno, alla presenza del ministro-autore

è la denuncia del giornale di Fittipaldi.

L'interrogazione del Movimento Cinque Stelle

Denuncia che è stata fatta propria dal Movimento Cinque Stelle. Il partito di Giuseppe Conte presenterà in parlamento un'interrogazione. I deputati Luca Pirondini e Antonio Caso temono "un'operazione di autoreferenzialismo smaccato pagato con i soldi pubblici, incarnato in un'operazione di autofinanziamento ministeriale degna di una repubblica delle banane".

I due parlamentari, come riportato dallo stesso Domani, si sono chiesti se Giuli si difenderà in qualità di ministro o di autore del libro. Intanto, danno già battaglia sui social.

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