La parola d'ordine di Bruxelles è una e solo una: rendere il proprio bilancio più indipendente e forte. Per questo l'Unione Europea prepara una stangata senza precedenti sulle sigarette, con un aumento di oltre il 1000% delle accise.
A subire un aumento del costo al consumatore saranno sia le sigarette tradizionali che quelle elettroniche.
L'obiettivo che si pone la Commissione è sì quello di aumentare le risorse del proprio bilancio, ma anche di disincentivare il consumo di prodotti nocivi e risparmiare in termini di spesa sanitaria e di inquinamento.
Per ora, la Commissione capitanata da Ursula von der Leyen, fresca di rinnovata fiducia ma non proprio in piena salute politica, ipotizza un rincaro del 139% sull'accisa minima per le sigarette tradizionali. Il che significa che un pacchetto da 5 euro potrebbe costare 6,20 euro.
Ma c'è da dire che in tabaccheria aumenterebbe il costo anche del tabacco da arrotolare (con un aumento previsto del 258%) e dei sigari la cui accisa dovrebbe crescere addirittura del 1.090%.
Nemmeno chi svapa, poi, sarà risparmiato: le sigarette elettroniche dovrebbero subire una tassazione tra 0,12 e 0,36 euro al millilitro, e il tabacco riscaldato intorno ai 108 euro per 1.000 unità.
In generale, in Italia, il prezzo medio di un pacchetto subirebbe un aumento del 20%.
Ora, davanti a questi super aumenti che vuole l'Ue, il Governo Meloni cosa pensa di fare?
Alcuni esperti del mercato del tabacco hanno avuto già l'opportunità di segnalare il rischio di un incremento del mercato illegale. Quindi, anziché incassare di più, lo Stato rischierebbe di vedersi sfuggire una buona parte delle entrate fiscali che garantisce il tabacco con il contrabbando, fenomeno gestito dalle organizzazioni criminali ma che da qualche decennio si era riusciti a limitare.
Per questo, il ministro della Sanità Schillaci e Giorgia Meloni si stanno già muovendo per scongiurare i super aumenti. Anche perché non bisogna dimenticare che l'Italia è anche un Paese produttore di tabacco.
Palazzo Chigi teme effetti negativi paradossali, in quanto si concentrerebbero su settori economici già fragili. E quindi, a livello europeo, si opporrà a Francia e Germania, i due Paesi che guidano il fronte dei favorevoli alla super tassa.
Mercoledì 16 luglio prossimo, quando la proposta arriverà al Collegio dei Commissari, inizierà la vera e propria partita tra i 27 Stati membri dell'Unione Europea.
Servirà l'unanimità per approvare ogni modifica fiscale e arrivare a rafforzare l'autonomia finanziaria dell'Unione anche a costo di mandare in fumo il settore del tabacco.
E dire che in occasione dell'ultima Manovra finanziaria, a ottobre scorso, c'era stato anche in Italia chi aveva invocato degli aumenti sul pacchetto di sigarette. Il Movimento 5 Stelle, con la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, e il Partito Democratico, con l'ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin. si sono battuti per un aumento fino a 5 euro per contrastare quella che definirono una vera e propria pandemia oncologica.
L'Italia risultava tra i Paesi con il costo delle sigarette più basso: in media 6,2 quando in Francia è stato portato a 12, ma anche quello con la spesa più alta per fronteggiare i tumori all'apparato respiratorio: 2,5 miliardi l'anno per curare i tumori ai polmoni, che sono i più diffusi. su 25 miliardi totali per il comparto oncologico.