Una volta c'era lo zio d'America, una sorta di assicurazione sulla vita: c'era lui, con i suoi dollari, a garantire, a coprire eventuali buchi di bilancio familiari, talvolta a regalare delle eredità persino inattese. Ora, invece, dall'altra parte dell'Atlantico, c'è Donald Trump con il bisogno di finanziare il debito pubblico Usa e, quindi, di fare cassa con i dazi.
È di ieri la lettera inviata a Ursula von der Leyen con la quale annuncia dal prossimo primo agosto dazi al 30% per tutti i Paesi dell'Unione Europea.
I ruoli, quindi, si sono rovesciati: ora è a Washington che hanno trovato un'amica geniale, per parafrasare la saga letteraria-televisiva di Elena Ferrante.
E il dubbio è che, nello specifico, più che a Bruxelles, quest'amica geniale gli americani l'abbiano trovata a Roma nella persona di Giorgia Meloni. La quale, infatti, tenta ancora disperatamente di fare la pontiera tra i falchi che si annidano su entrambe le sponde dell'Atlantico.
Enzo Amendola, già ministro per gli Affari europei con il Governo Conte II nonché sottosegretario con Mario Draghi con la stessa delega, ne è sicuro. Del resto, è un esperto di relazioni internazionali: non è che ci ha visto giusto?
E insomma: ieri, Donald Trump ha mandato la tanto temuta lettera a Ursula von der Leyen in cui annuncia ufficialmente la decisione di imporre dazi al 30% ai prodotti made in Ue.
Per l'Italia, si calcola un danno da 35 miliardi di euro. La Ue ha preannunciato delle contromosse e il tycoon della Casa Bianca ha avvertito che se l'Europa reagirà è pronto ad aumentare ancora di più i balzelli ammazza-economia.
Evidentemente, davanti a questo scenario, a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni si sarà ricordata di quel vecchio adagio che dice:
E già: altro che "special relationship"! Anche l'Italia è finita, come si temeva già da mesi, nella rete dei dazi. Anzi, soprattutto noi, che abbiamo un sistema economico tutto basato sulle esportazioni all'insegna dei manufatti di qualità made in Italy, ne saremo penalizzati.
E comunque: dopo un lungo sospiro di sollievo, Giorgia Meloni ha fatto mettere nero su bianco quanto segue:
Ma, mentre Von der Leyen convocava una prima riunione per il pomeriggio di oggi con i rappresentanti di tutti i ventisette Paesi dell'Unione, dall'opposizione, e soprattutto dal Pd, "piovevano polpette", per citare un vecchio film di animazione made in Usa ma del 2009, quando era inimagginabile la situazione economica e geopolitica che viviamo adesso.
E comunque: come detto, è stato il Partito Democratico quello che più ne ha approfittato per ricordare a Giorgia Meloni che forse tanto amico dell'Italia Donald Trump non lo è.
Al di là delle smancerie tipo quella dello scorso febbraio "amo l'Italia, un Paese molto importante con una donna meravigliosa come leader", quando si è trattato di passare alla cassa, Donald non ha visto niente e nessuno in faccia
E così, l'amica italiana era solo la sua "amica geniale"? L'amica che l'ha aiutato a risolvere i suoi problemi?
Enzo Amendola ha avanzato la sua teoria in questo modo:
E insomma: qualche anno fa volavano polpette, ora patrioti e sovranisti.
C era da immaginarselo Non si puo tenere il piede in due scarpe così in buona fede con la presunzione di fare da collant tra due mondi completamente diversi anche se occidentali.E' stata una mossa da bar da tavolo di carte una mossa azzardata sulle spalle di un paese e di chi paga le imposte .Non si può minimizzare.Non esiste la povera meloni che c'è l ha messa tutta Esiste invece una premier sprovveduta azzardata incosciente e fanatica. O di qua' o di là.Spero che riesca a concludere qualcosina di positivo ma dubito visto i tipi di Bruxelles che fanno finta di volerci bene ma che in realtà non ci possono vedere. Duro colpo al governo.
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