Stefano Bandecchi, imprenditore, ex dirigente sportivo e attuale sindaco di Terni, è una delle figure più controverse e discusse del panorama politico italiano degli ultimi anni. Dopo aver guidato la città umbra con uno stile diretto e spesso sopra le righe, Bandecchi ha lanciato un nuovo progetto politico: il movimento “Dimensione Bandecchi”, con cui sta attraversando l’Italia alla ricerca di persone di buona volontà disposte a cambiare il Paese partendo dal basso.
Il nuovo movimento, presentato ufficialmente attraverso i social e già dotato di simbolo, nasce come risposta alla crisi di rappresentanza dei partiti tradizionali. Bandecchi lo definisce “il mio Movimento personale. Tutto mio. Niente destra, niente sinistra, niente centro. La nuova Dimensione della politica internazionale, il nuovo mondo partendo dalla Nuova Italia”.
L’obiettivo dichiarato è coinvolgere cittadini comuni, in particolare i giovani, in un percorso di cambiamento radicale, rompendo le barriere ideologiche e puntando su pragmatismo e partecipazione dal basso.
Il movimento ha già fatto parlare di sé nelle Marche, dove Bandecchi ha lanciato un sondaggio per valutare la possibilità di candidarsi alla presidenza della Regione, invitando apertamente i cittadini a partecipare e a sostenere la raccolta firme necessaria per la candidatura.
Uno degli episodi che ha maggiormente acceso il dibattito attorno a Bandecchi riguarda le sue dichiarazioni sui cosiddetti “maranza”. Ma chi sono i maranza?
Il termine maranza oggi identifica una sottocultura giovanile urbana, diffusa soprattutto nelle periferie delle grandi città del Nord Italia. Negli ultimi anni, il fenomeno ha assunto una connotazione sempre più legata ai giovani di seconda generazione, in particolare a quelli con origini nordafricane o maghrebine, nati o cresciuti in Italia ma spesso esclusi dai percorsi di piena integrazione sociale.
I maranza sono noti per comportamenti di disturbo, provocazioni e, talvolta, piccoli atti di vandalismo o aggressioni. Il fenomeno, al centro di numerosi servizi di cronaca, è diventato negli ultimi anni un simbolo delle problematiche giovanili legate al disagio urbano e alla ricerca di identità.
Bandecchi, noto per il suo stile senza filtri, ha dichiarato pubblicamente che, invece di invitare i maranza nelle trasmissioni televisive, bisognerebbe “prenderli a bastonate o dargli due schiaffoni”. La frase, pronunciata via social, ha immediatamente sollevato un’ondata di polemiche, soprattutto da parte della sinistra, che ha accusato il sindaco di promuovere metodi violenti e di evocare scenari da “sceriffo di strada”.
Le parole di Bandecchi hanno provocato una dura risposta da parte di Alleanza Verdi Sinistra e di Sinistra Italiana, che hanno denunciato una “deriva pericolosa verso metodi da sceriffi di strada” e una retorica che rischia di alimentare tensioni sociali invece di risolverle. Secondo i critici, la sicurezza urbana si costruisce con politiche inclusive, riqualificazione degli spazi pubblici e servizi sociali, non con ronde o iniziative propagandistiche.
Bandecchi, lungi dal fare marcia indietro, ha rilanciato la provocazione: “Oltre agli schiaffoni, propongo di buttarli in mare”, ribadendo la necessità di risposte forti e immediate contro chi disturba la quiete pubblica e mina la sicurezza dei cittadini. La sua posizione, se da un lato raccoglie consensi tra chi invoca tolleranza zero verso il degrado urbano, dall’altro alimenta la spaccatura con le forze progressiste e una parte dell’opinione pubblica.
“Dimensione Bandecchi” si presenta come un laboratorio politico fuori dagli schemi, capace di catalizzare attenzione e consensi grazie al carisma e alle provocazioni del suo fondatore. Il movimento punta a intercettare il malcontento di chi non si riconosce più nei partiti tradizionali, proponendo una leadership forte e una comunicazione diretta, senza filtri né compromessi.
Resta da vedere se questa formula sarà in grado di tradursi in risultati concreti e duraturi sulla scena nazionale, ma una cosa è certa: Stefano Bandecchi ha già acceso i riflettori su di sé e sul suo progetto, promettendo di continuare a far discutere l’Italia.