14 Jul, 2025 - 18:35

Cosa ha detto Lollobrigida sui dazi USA? Ecco perché è finito nel mirino dell’opposizione

Cosa ha detto Lollobrigida sui dazi USA? Ecco perché è finito nel mirino dell’opposizione

Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida è finito nuovamente nel mirino dell’opposizione di centrosinistra per le dichiarazioni rilasciate oggi – lunedì 14 luglio 2025 – al Consiglio Europeo di Agricoltura e Pesca.

Dopo la polemica sulla proposta di vendere agli USA la bresaola della Valtellina Igp prodotta con carne di importazione statunitense, oggi, a scatenare la replica ‘scandalizzata’ del centrosinistra, è stata un’altra proposta, relativa alle importazioni delle colture proteiche (leguminose e soia). Due proposte che secondo il ministro di Fratelli d’Italia potrebbero aiutare l’agricoltura italiana ed europea a fronteggiare l’aumento dei dazi imposti dagli Stati Uniti alle esportazioni europee.

Per quanto riguarda l’Italia, il settore dell’agroalimentare sarà quello maggiormente penalizzato dalle tariffe di Trump, a rischio è l’esportazione delle eccellenze nostrane.

Ecco cosa ha proposto oggi Francesco Lollobrigida e perché il centrosinistra lo sta attaccando.

Dazi Trump, cosa ha proposto il ministro Francesco Lollobrigida?

La lettera sui dazi inviata da Donald Trump all’UE preoccupa gli imprenditori e gli agricoltori italiani ed europei. Oggi il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, ha partecipato all' Agrifish, dove ha presentato ai suoi omologhi europei una proposta italiana per affrontare il mutamento dello scenario commerciale con gli Stati Uniti.

In pratica il ministro del Governo Meloni ha proposto di aumentare l’acquisto di colture proteiche coltivate negli Usa. Per colture proteiche si intendono le coltivazioni di legumi e di soia, che sono una fonte di proteine di tipo vegetale. In questo modo si potrebbero cogliere due piccioni con una fava, poiché si interverrebbe sullo squilibro della bilancia commerciale tra Usa e UE - che è ormai l’assillo di Trump - e contemporaneamente si colmerebbe il deficit di produzione dell’Europa.

Oggi l’Europa riesce a produrre solo una percentuale limitata di colture proteiche ed è costretta da acquistarle da altri mercati. La proposta di Lollobrigida consiste nel destinare una quota di queste importazioni alla produzione americana.

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Le culture proteiche sono fondamentali sia per il settore zootecnico, sia per l'alimentazione umana. Siccome l'Unione europea è fortemente deficitaria è necessario ridurre la dipendenza delle importazioni e salvaguardare l'approvvigionamento da possibili flessioni dell'offerta a livello globale. A questo proposito, nel rapporto di dialogo con gli Stati Uniti, dovremmo valutare maggiori acquisti negli Usa che possano compensare lo sbilancio senza avere danni per la nostra economia”.

Il ministro, tuttavia, ha ribadito la contrarietà del governo a ogni ipotesi di produzione di proteine in laboratori per i mangimi o per l’alimentazione umana.

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Voglio però confermare che, per l'Italia, la produzione di proteine deve restare legata alle produzioni animali naturali e vegetali.”

Perché Lollobrigida è finito di nuovo nel mirino dell’opposizione?

Una proposta sensata: l’UE ha bisogno di importare colture proteiche, gli USA chiedono di acquistare più prodotti made in USA, perché non accontentarli acquistando legumi e soia di produzione statunitense?

Secondo l’opposizione di centrosinistra, che nelle ultime ore è tornata ad attaccare il ministro Lollobrigida, il problema sarebbe legato all’utilizzo nell’agricoltura americana di pesticidi e fertilizzanti vietati in Europa (come succede anche per gli allevamenti di bovini), perché considerati dannosi per la salute umana.  

Un esempio è il glifosato, ampiamente utilizzato negli Stati Uniti per la coltivazione di legumi e soia. In Europa ci sono diverse restrizioni per l’uso di questa sostanza e in Italia, l'uso del glifosato è vietato sulle colture, ma rimane consentito in altre applicazioni.

Importare legumi e soia dagli USA, quindi, potrebbe esporre i consumatori italiani ed europei a possibili rischi per la loro salute.

Dalla sovranità alimentare alla “resa” agli USA: il centrodestra accusa il governo

La proposta del Ministro Lollobrigida di aumentare le importazioni di fonti proteiche dagli Stati Uniti, sta scatenando la reazione indignata del centrosinistra, che accusa il governo italiano di piegarsi agli interessi d’oltreoceano anziché schierarsi a difesa dell’agroalimentare nazionale

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha evidenziato le contraddizioni dell’azione di governo:

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“Dov’è finito il ministro Lollobrigida che sventolava la battaglia del cibo italiano e vietava la ricerca della carne coltivata? Oggi il ministro dell’Agricoltura ha chiesto all’Ue di aumentare gli acquisti di fonti proteiche per alimenti e mangimi dagli Usa.

Una scelta pericolosa, secondo Magi, perché si tratta di prodotti che non rispettano i criteri europei:

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Alimenti e mangimi spesso vietati dall’Unione europea perché dannosi, o perché la produzione non rispetta gli standard ambientali.

E ancora, una dura condanna dell’atteggiamento del governo:

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In pratica, ai dazi del 30% verso l’Ue di Trump, l’Italia risponde con un atto di sottomissione, chiedendo di aprire il nostro mercato a prodotti proteici americani. Lollobrigida è passato dalla sovranità alimentare al discount di alimenti Usa. Se questo è patriottismo”.

Anche il leader di AVS Angelo Bonelli interviene, mettendo in discussione l’intera strategia del governo Meloni:

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“Da Lollobrigida e Salvini via libera ai cibi americani pieni di ormoni e pesticidi. L’Europa è il nemico solo per chi vuole svendere la salute dei cittadini. Il ministro Lollobrigida ha proposto all’Unione Europea di aumentare le importazioni di fonti proteiche dagli Stati Uniti, come la soia, senza preoccuparsi che in America queste colture siano spesso prodotte con tecniche che l’Europa vieta per tutelare ambiente e salute, come l’uso massiccio di pesticidi e ormoni”.

Il dibattito è aperto e destinato a intensificarsi. Ma una cosa è certa: le prossime settimane saranno cruciali per l’agroalimentare italiano.

 

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