15 Jul, 2025 - 09:48

Rimborso 730 con Naspi: perché l’Inps potrebbe non pagarti (e cosa fare)

Rimborso 730 con Naspi: perché l’Inps potrebbe non pagarti (e cosa fare)

Si è soliti pensare che il rimborso 730, per chi percepisce la Naspi, venga sempre pagato dall’Inps. In realtà, le cose non sono proprio così perché l’Inps, non sempre, riveste il ruolo di sostituto d’imposta.

Se ve lo starete chiedendo, non basta che la Certificazione Unica della Naspi venga rilasciata dall’Inps per rendere l’Istituto, quasi con un colpo di magia, un sostituto d’imposta e garantirsi, così, l’assistenza fiscale legate alle operazioni successive alla presentazione del 730.

Pertanto, occorre fare attenzione al rimborso, se dalla dichiarazione scaturisce un credito, ma anche e soprattutto un debito.

Ti spiego come, quando e perché.

Perché il rimborso 730 sulla Naspi non sempre viene pagato dall’Inps

Agosto è il mese chiave per le operazioni di conguaglio Inps, che riguardano i pensionati, i disoccupati e tutti i contribuenti con l’Istituto come sostituto d’imposta. Dopo la presentazione del modello 730, infatti, l’Istituto avvierà i rimborsi o gli addebiti relativi all’Irpef dovuta. Proprio per questo la pensione di agosto riserverà sorprese.

Le settimane che precedono l’inizio di queste procedure sono caratterizzate anche da possibili comunicazioni di diniego da parte dell’Inps all’Agenzia delle Entrate, specialmente per chi percepisce la Naspi.

Questo avviene perché l’Inps può gestire i conguagli solo per chi riceve prestazioni imponibili, come l’indennità di disoccupazione, come spiegato nel messaggio n. 2070 del 30 giugno 2025.

Un aspetto fondamentale da considerare è la durata della Naspi: se la prestazione termina prima di agosto, l’Inps non potrà effettuare gli addebiti Irpef risultanti dal modello 730. Allo stesso modo, se l’importo della Naspi è insufficiente a coprire il debito fiscale, l’Istituto non potrà recuperare l’intera somma.

Se dal controllo emerge che il debito Irpef è superiore ai pagamenti residui della Naspi, è preferibile presentare il modello 730 senza indicare un sostituto d’imposta. In questo modo, eventuali rimborsi o pagamenti saranno gestiti direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo inoltre che il massimale Naspi per il 2025 è fissato a 1.562,82 euro, con una riduzione del 3% al mese a partire dal sesto mese di erogazione. Questo dato è essenziale per valutare la capacità della prestazione di coprire eventuali debiti Irpef.

Rimborso 730 sulla Naspi: quando non lo paga l’Inps

La durata della Naspi è importante per capire se l’Inps può essere considerato sostituto d’imposta.

Se la prestazione è terminata, l’Inps non offre più assistenza fiscale e può rifiutare di effettuare i pagamenti. Secondo la guida per il modello 730/2025, l’Inps non dà assistenza se il rapporto di sostituzione è finito entro il 31 marzo.

In pratica, se l’ultima rata della Naspi è stata pagata entro marzo e non si ha più diritto all’indennità, l’Inps non può pagare il rimborso che risulta dal modello 730.

In questo caso, è meglio presentare il modello 730 senza indicare un sostituto d’imposta, così il rimborso verrà pagato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, oppure fare la dichiarazione congiunta se il coniuge lavora come dipendente.

Quando l’Inps non può essere sostituto d’imposta

È importante prestare attenzione a un caso particolare: se la domanda per la Naspi è stata presentata ma non ancora accolta, l’Inps non può assumere il ruolo di sostituto d’imposta.

Le prestazioni a sostegno del reddito erogate dall’Istituto seguono un iter specifico e vengono riconosciute solo dopo l’approvazione della domanda. Pertanto, se al momento della presentazione del modello 730 il contribuente ha solamente inoltrato la richiesta senza essere ancora titolare della prestazione, l’Inps non può essere considerato sostituto d’imposta.

Di conseguenza, qualora nel modello 730 venga indicato erroneamente l’Inps come sostituto d’imposta, l’Agenzia delle Entrate notificherà il diniego sia all’Istituto sia al contribuente.

Naspi e rimborso 730: quando l’Inps non è sostituto d’imposta

  • L’Inps non sempre è sostituto d’imposta, anche se rilascia la Certificazione Unica.
  • Se la Naspi termina prima di agosto o non copre il debito Irpef, l’Inps non può fare conguagli o rimborsi.
  • Se la domanda Naspi non è ancora accolta, l’Inps non può essere indicato come sostituto d’imposta nel 730.
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