Mentre la nuova scadenza per i versamenti si avvicina, la domanda per la riduzione dei contributi del 50% rivolto alle Partite Iva è bloccata.
Lo sconto, in vigore dal 1° gennaio 2025, è ancora in sospeso perché la procedura, almeno a oggi, non sembra dare segni di vita.
Sono passati sette mesi e nonostante l’arrivo quasi puntuale dei chiarimenti operativi, la misura resta solo su carta.
In questo articolo, vediamo perché la domanda Inps è ancora bloccata, cosa si rischia se la macchina non accende i motori in tempi brevi e, brevemente, ricordiamo come funziona lo sconto.
La Legge di Bilancio 2025, tra le moltissime misure contenute al suo interno, ha previsto la riduzione dei contributi Inps. A differenza di altre, però, questa misura risulta a oggi inattivata.
Siamo alla metà di luglio e dopo molti mesi dalla sua entrata in vigore, lo sconto è ancora fermo al punto di partenza.
Con la pubblicazione della circolare n. 83/2025, ci si era illusi che la misura sarebbe ufficialmente partita in tempi brevi, ma la procedura non è stata ancora sbloccata. A quasi tre mesi, manca l’ultimo step. Infatti, manca solo la procedura per presentare la domanda e il modulo da compilare.
Il motivo del ritardo non si sa e le Partite Iva, i nuovi commercianti e artigiani, non possono far altro che attendere la diramazione di notizie e informazioni da parte dell’Inps.
Il ritardo dell’avvio della procedura per richiedere lo sconto dei contributi pesa ai titolari di Partite Iva, soprattutto considerando l’avvicinarsi della seconda scadenza per il versamento dei contributi.
Infatti, i contributi dovuti da artigiani e commercianti devono essere versati entro il 20 agosto (ricordo che le rate annuali sono 4).
Con la circolare n. 38/2025, l’Inps ha definito gli importi dovuti sul reddito minimale per l’anno in corso:
Di conseguenza, ogni rata ammonta rispettivamente a 1.115,25 euro per gli artigiani e 1.137,50 euro per i commercianti. I dati per il pagamento sono già disponibili nel Cassetto Previdenziale online.
A poco più di un mese dalla scadenza e con l’estate alle porte, resta il nodo della riduzione contributiva per i soggetti con redditi più bassi. La mancata apertura della procedura rischia di penalizzare migliaia di lavoratori autonomi, che contano su questo strumento per alleggerire il peso degli obblighi previdenziali.
Considerando le tempistiche ormai molto lunghe, le attese infinite e la mancanza di comunicazioni ufficiali, non si può non immaginare che gli interessati allo sconto contributivo non siano delusi.
Ci vorrebbero tempi certi, soprattutto per non trovarsi costretti a versare l’intero importo senza poter accedere a eventuali agevolazioni.
Conosciuto come bonus per Partite Iva, il nuovo sconto dei contributi Inps del 50%, introdotto dalla Legge di Bilancio 2025, è una misura che nasce con l’obiettivo di favorire l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali, offrendo un supporto concreto ad artigiani, commercianti e lavoratori autonomi nei primi anni di attività.
Il bonus, della durata di 36 mesi, è destinato a chi avvia una nuova attività nel corso del 2025 e si iscrive, per la prima volta, a una delle gestioni previdenziali Inps dedicate ai lavoratori autonomi, in particolare alla Gestione speciale degli artigiani o dei commercianti.
Possono beneficiare dell’agevolazione: