Per ora, è tutto confermato. Il 27 luglio, alla Reggia di Caserta, nell'ambito della nona edizione di "Un'estate da Re", il direttore d'orchestra megafono della propaganda di Putin Valerij Gergiev dirigerà la filarmonica del Teatro Verdi di Salerno e i solisti dell'Orchestra del Mariinskij di San Pietroburgo. Sarà un caso, ma sono le istituzioni culturali delle città di Vincenzo De Luca e di Vladimir Putin.
Del resto, sono loro i protagonisti politici di questa storia. Il governatore della Campania e lo zar sanguinario. Con il primo che, andando molto oltre il ruolo istituzionale che gli compete, vuole aprire "un canale di dialogo" con il Cremlino. E vabbè: sarà l'effetto dell'Autonomia differenziata al quale, ora, pure dice di opporsi.
Fatto sta che De Luca vuole farsi bello e, soprattutto ora che sta trattando la buonuscita politica dalla Regione Campania, vuole stare al centro dell'attenzione mediatica nazionale con i soldi dell'Europa, la stessa istituzione che ha messo al bando Gergiev, definendolo un uomo della propaganda del regime e della guerra ibrida che la Russia ha iniziato contro i Paesi del Vecchio Continente.
È questo l'ultimo paradosso di questa storia. Che, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni di De Luca, ha davvero poco di "neutro", sempre meno di "culturale" in senso lato.
Ma quanti soldi intascherà il maestro Gergiev con l'esibizione del 27 luglio? La risposta è arrivata grazie a una richiesta di accesso agli atti avanzata da Pina Picieno, la vicepresidente del parlamento europeo, alla Scabec, la società regionale che si occupa di beni culturali che organizza e promuove la rassegna: si tratta di 25.000 euro, poco più del 5% della spesa complessiva di 500.000 stanziata per i cinque spettacoli in totale che saranno ospitati quest'estate nella Reggia.
Sta di fatto che ora Picierno vuole capire quanti dei soldi che finiranno in tasca a Gergiev saranno dei fondi di coesione europei. E, ad affiancarla in questa battaglia, c'è anche Mara Carfagna, una delle probabili candidate alla presidenza della Regione Campania in quota centrodestra.
L'ex ministra di Forza Italia oggi militante in Noi Moderati, infatti, sta preparando un'interrogazione al ministro per gli Affari Europei Tommaso Foti:
Ma tant'è: ci si divide ancora sull'opportunità di far saltare il concerto di Gergiev. È giusto, infatti, che un artista non debba essere penalizzato per le sue convinzioni politiche. Ma quando non sono semplici convinzioni, quando quell'artista si fa strumento della propaganda di un regime sanguinario, è opportuno andarlo ad applaudire come se nulla fosse?
Nel caso di Caserta, poi, è stato proprio De Luca a tradire il senso tutto politico del concerto, quando ha dichiarato di aspirare ad aprire un dialogo con il Cremlino e quando addirittura è arrivato a bollare come "gossip" l'appello della vedova Navalny a non far esibire Gergiev.
Il direttore d'orchestra caro amico di Putin, tra l'altro, lontano dal podio, è una figura davvero controversa: tempo fa, il media indipendente Agentsvo ha calcolato che, con il boicottaggio che subiva dai Paesi occidentali, le sue entrate non sono affatte diminuite.
La sua fondazione, infatti, ha ricevuto appalti governativi da parte del Cremlino per ben 67,7 milioni di rubli solo nei primi sei mesi del 2023, ma questi soldi sembra che non li abbia spesi per sostenere i giovani artisti come da statuto della fondazione che presiede, bensì per incrementare il suo patrimonio personale.
Un patrimonio immenso se si pensa che solo in Italia, Gergiev è proprietario a Venezia di Palazzo Barbarigo e del ristorante Quadri in piazza San Marco che gli rende 500 mila euro di affitto l'anno; a Rimini, di un altro ristorante, di un luna park e di 30 ettari di terreno; a Massa Lubrense, di fronte all'isola di Capri, di un promontorio di 5,6 ettari con diverse case.
E comunque: contro di lui non ci sono solo Pina Picierno e Mara Carfagna. Per boicottare il concerto di Gergiev a Caserta c'è chi come Europa Radicale sta comprando i biglietti dell'evento per distribuirli alle comunità ucraine, georgiane e dei russi che si oppongono al regime di Putin. L'idea, evidentemente, è di contestarlo in diretta. Uno dei promotori di quest'iniziativa è l'ex parlamentare Marco Taradash