Se Beppe Sala, Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Stefano Boeri, Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra, Federico Pella e tutti gli altri indagati per "la spirale di affari e corruzione" ipotizzata dai pm nel settore urbanistico del Comune di Milano non sono stati arrestati o, peggio, non sono finiti in carcere, lo devono a una norma introdotta dal Governo Meloni con l'intento di prevenire inutili gogne mediatiche e, soprattutto, pene severissime prima ancora che arrivi un vero giudizio.
Fino al terzo grado, nessuno è colpevole di nulla, detta la Costituzione. E il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, oggi ha rivendicato il fatto di aver tradotto questo sacrosanto principio democratico rafforzando in maniera garantista la nostra legislazione. E l'ha fatto oggi, quando ha salvato mezza giunta di Milano a guida Pd perché, evidentemente, o si è garantisti sempre o non si è garantisti mai.
E quindi: il sindaco Sala, l'assessore Tancredi, il costruttore Catella, l'archistar Boeri, l'ex presidente della Commissione per il paesaggio del Comune Marinoni, gli architetti Scandurra e Pella, insieme a tutte le altre persone coinvolte dall'inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza devono la loro libertà e la possibilità di difendersi in maniera più serena alla testardaggine di Nordio.
Il gip Mattia Fiorentini ha notificato gli avvisi di interrogatorio preventivo a sei indagati in particolare per i quali i pm chiedono l'arresto.
Tra loro, l'assessore Tancredi, accusato di concorso in corruzione e per il quale vengono chiesti i domiciliari in quanto avrebbe dimostrato un "asservimento sistemico a società e gruppi finanziari sponsor di costruttori e progettisti" e il costruttore Catella, al quale gli investigatori hanno notificato l'atto addirittura mentre stava salendo su un aereo per un viaggio programmato.
Ma tant'è: tutte le persone coinvolte nell'inchiesta milanese, oggi, hanno rivolto di sicuro un pensiero a Nordio. E quest'ultimo a loro:
ha dichiarato al Corriere della Sera il ministro della Giustizia rivendicando la sua norma sull'arresto posticipato all'interrogatorio.
E insomma: Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio gongola e titola a tutta pagina "Piovono manette"? Per fortuna, grazie a Nordio, almeno per ora, il cielo si mantiene sereno anche sopra Milano: il sistema giudiziario è stato rafforzato dal punto di vista garantista. Perché meglio un colpevole in libertà che un innocente in carcere. E perché di innocenti in carcere ce ne sono già tantissimi: troppi.
Stando al report dell'associazione "Errori giudiziari", dal 1991 al 2024 ben 31.949 persone sono state imprigionate da innocenti, in media 940 all'anno. Tanto è vero che lo Stato spende una somma monstre per indennizzi e risarcimenti: sempre tenendo presente lo stesso lasso di tempo, 987 milioni 675 mila euro, per una media di poco inferiore ai 29 milioni e 49 mila euro l’anno, dati Ministero della Giustizia.
E quindi: Nordio ha ben ragione a rivendicare la sua norma e ad andare avanti anche sulla sua proposta di legge cosiddetta Salva Milano: il titolare di via Arenula, sempre al Corriere, ha detto che non intende ritirarla:
anche se, a tal proposito, il partito lo stesso partito di maggioranza relativa, Fratelli d'Italia è spaccato. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, infatti, sollecitato sull'inchiesta milanese, l'ha messa così:
#LaRussa su #SalvaMilano: "Si sarebbe dovuto chiamare Salva Giunta Sala come ho detto io. Non sono contento che ci sia bisogno della magistratura. Sala si deve dimettere? Non devo dirlo certo io, la giunta #Sala non si è dimostrata all'altezza di #Milano" pic.twitter.com/Lkbxy5gkqb
— Tag24 (@Tag24news) July 17, 2025
Come dire: Nordio deve combattere contro i giustizialisti di destra e sinistra, soprattutto se si rivelasse vero che a Milano la magistratura non si limita a individuare responsabilità individuali, ma, per dirla con Claudio Cerasa, "criminalizza il mestiere della politica per demolire un modello di sviluppo urbano".
E comunque, proprio a proposito dell'inchiesta di Milano, Nordio sulla corruzione l'ha messa così: