Scade il 29 luglio 2025 il termine per la presentazione della dichiarazione Iva tardiva. Una volta scaduto anche questo termine, allora la dichiarazione si considera omessa con ripercussioni importanti: aumentano le sanzioni.
In questo articolo, parliamo di quest’ultima scadenza imminente, quali sono le conseguenze in termini di sanzioni una volta superato il 29 luglio 2025 e ricordiamo entro quando andava presentata la dichiarazione Iva.
Chi non ha presentato la dichiarazione Iva per l’anno 2024 entro il 30 aprile 2025 può ancora farlo entro il 29 luglio 2025.
In questo caso, deve pagare una sanzione di 250 euro, ma se la presenta entro questa data la sanzione si riduce a 25 euro.
Come per tutte le dichiarazioni fiscali, la presentazione della dichiarazione Iva non si considera omessa se avviene entro 90 giorni dalla scadenza prevista, come stabilito dall’articolo 2, comma 7, del DPR 322/1998.
Quindi, per l’anno d’imposta 2024, è possibile inviare la dichiarazione in ritardo fino al 29 luglio 2025 senza incorrere nella qualifica di omissione.
Va ricordato che la trasmissione tardiva comporta comunque l’applicazione di una sanzione amministrativa. L’importo minimo della sanzione è di 250 euro, ma grazie all’articolo 13, comma 1, lettera c) del decreto legislativo 472/1997, chi presenta la dichiarazione entro questo termine può usufruire di una riduzione del 90%.
Chi si fa scappare anche la scadenza del 29 luglio 2025 allora rischia sanzioni molto più pesanti.
Scaduto anche questo termine, la dichiarazione non si considera più tardiva, ma omessa.
Il decreto Sanzioni ha effetti diretti sulla dichiarazione Iva, per via di una modifica all’articolo 5 del decreto legislativo n. 471/97. In particolar modo, le novità riguardano il trattamento sanzionatorio in caso di omessa dichiarazione Iva.
Con la riforma, la sanzione in caso di mancata presentazione della dichiarazione Iva non è più modulata tra il 120% e il 240% dell’imposta, come previsto in precedenza. Il nuovo impianto normativo stabilisce una sanzione fissa pari al 120% dell’imposta dovuta, con un importo minimo di 250 euro, anche nel caso in cui non siano dovute imposte.
In caso di presentazione tardiva della dichiarazione Iva, il legislatore ha previsto una sanzione ridotta nei seguenti casi:
In questa ipotesi, si applica una sanzione ridotta al 75% dell’imposta dovuta. Se invece non vi sono imposte da versare, resta fermo il minimo sanzionatorio di 250 euro.
La dichiarazione Iva per l’anno 2024 doveva essere presentata tra il 1° febbraio e il 30 aprile 2025. Invece, la dichiarazione Iva anticipata poteva essere presentata fino al 28 febbraio 2025.
A cosa serve? Si tratta di un dichiarativo necessario a riassumere i dati già comunicati tramite le Liquidazioni Periodiche IVA (LIPE), che si inviano ogni trimestre. Ogni LIPE deve essere presentata entro due mesi dalla fine del trimestre: per esempio, quella del quarto trimestre deve essere inviata entro il 28 febbraio dell’anno successivo.
La dichiarazione si considera regolarmente presentata nel momento in cui la ricezione è completata, come attestato dalla ricevuta telematica rilasciata dall’Agenzia, che conferma l'avvenuta trasmissione.
In caso di regolarizzazione spontanea della dichiarazione IVA omessa, il contribuente è tenuto a: