"Fisco amico": questa è la parola d'ordine che Giorgia Meloni vuole far passare attraverso il suo Governo. E ieri, in tal senso, ha compiuto un passo in avanti varando una sanatoria più larga, estesa dal 2019 al 2023 per i professionisti.
In particolare, cosa è successo? La commissione Finanze della Camera ha concluso l'esame del decreto legge Fisco e ha approvato, tra l'altro, due emendamenti.
Il primo scongiura il pagamento retroattivo dell'Imu relativo agli impianti sportivi gestiti da associazioni e società sportive.
Il secondo dà la possibilità alle Partite Iva di chiudere gli arretrati con il Fisco dal 2019 al 2023.
In proiezione, si è trattato del via libera al nuovo ravvedimento speciale legato al concordato preventivo biennale 2025-2026.
E insomma: Giorgia Meloni, ora che si avvicinano le regionali, ha ben chiaro l'obiettivo di costruirsi le armi giuste per rispondere a chi l'accusa di aver alzato le tasse dopo mille giorni di governo.
La leader del centrodestra sa che quella del fisco è una partita fondamentale che non può perdere davanti all'opinione pubblica. In passato, quando ha parlato di un fisco vessatorio soprattutto verso i piccoli e medi contribuenti, ha parlato addirittura di "pizzo di Stato".
Lo fece due anni fa, a Catania, parlando di evasione fiscale, come ricorda il video de Il Fatto Quotidiano
Ma proprio in quell'occasione Meloni annunciò la sua riforma del Fisco, un altro dei grandi tabù della politica italiana.
In ogni caso, la nuova sanatoria fiscale ora è attesa all'esame delle camere. È stata messa all'ordine del giorno prima a Montecitorio e poi a Palazzo Madama.
Una delle norme più attese è stata presentata dal presidente della commissione Finanze Marco Osnato di Fratelli d'Italia e introduce, come accennato, la possibilità per i lavoratori autonomi e i professionisti di chiudere gli arretrati con il Fisco per gli anni dal 2019 al 2023.
In pratica, una nuova sanatoria sul modello di quella già messa in campo dal Governo Meloni lo scorso anno in quanto ne sposta in avanti i termini temporali.
Ma cosa cambia per i contribuenti con Partita Iva, non a caso da sempre considerati un bacino elettorale del centrodestra? Chi aderirà al concordato fiscale per la prima volta nel biennio 2025-2026 avrà la possibilità di regolarizzare le annualità comprese tra il 2019 e il 2023. Chi, invece, ha già aderito al concordato lo scorso anno, potrà sanare anche il 2023, un anno in più rispetto a quelli che già ha fatto emergere dodici mesi fa.
Quanto i contribuenti dovranno pagare sarà stabilito poi dai cosiddetti Isa, gli Indici sintetici di affidabilità.
Tra gli emendamenti passati ieri in Commissione Finanze della Camera, in ogni caso, c'è stato anche quello che introduce l'obbligo per l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza di motivare i controlli che effettuano sulle attività commerciali e professionali.
Come dire: l'eco di Catania si è fatto sentire. Ma questo, mentre l'opposizione di centrosinistra ha attaccato il Governo denunciando l'ennesimo condono.
Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Pd, ha definito il provvedimento così:
Anche il Movimento 5 Stelle si è posto sulla stessa scia: