Putin non passa: De Luca è costretto alla ritirata. Pochi minuti fa, la direzione della Reggia di Caserta ha disposto l’annullamento del concerto sinfonico diretto da Valery Gergiev previsto nell’ambito della rassegna "Un’Estate da Re" per il prossimo 27 luglio nel cortile del Complesso vanvitelliano.
L'ente culturale ha spiegato che "la presenza del direttore d’orchestra russo, criticato per le sue posizioni ritenute vicine a Putin, aveva suscitato forti polemiche e si temeva per possibili manifestazioni di protesta organizzate da associazioni ucraine per domenica sera".
E quindi: chi può cantare vittoria?
Non solo le "associazioni ucraine", come si legge nella nota della Reggia di Caserta, ma anche vari politici, partiti e associazioni italiane e non solo.
Come dire: la lista che ha accolto con un sorriso la notizia dell'annullamento del concerto è lunga.
E allora: chi sta festeggiando? In primis, la vicepresidente del parlamento europeo Pina Picierno, la prima politica a portare sotto i riflettori il caso del direttore d'orchestra "caro amico di Putin" e bannato già da tutte le istituzioni musicali dell'Occidente:
ha commentato sui social.
A brindare con lei, Europa Radicale che, con Marco Taradash in particolare, aveva lanciato l'idea di acquistare i biglietti per contestare dal vivo "la bacchetta di Putin" assieme agli ucraini e ai russi che si oppongono al regime.
Infine, Carlo Calenda, il leader di Azione che ha subito commentato la decisione dell'ente casertano con un eloquente
A dirla tutta, anche il governo si era detto contrario al concerto di Gergiev. Alessandro Giuli, il ministro della Cultura, l'aveva messa così:
Giuli aveva sottolineato che a volere Gergiev in Italia era stato Vincenzo De Luca, il governatore della Campania in quota Pd. Così come, l'altro giorno, ha fatto il ministro degli Esteri Antonio Tajani sebbene un faccia a faccia con Pina Picierno abbia rischiato di farlo passare come un novello Ponzio Pilato
Il concerto di Gergiev a Caserta sarebbe stato il primo del musicista russo in Occidente dall'inizio dell'invasione delle truppe del Cremlino in Ucraina ma aveva suscitato una profonda indignazione non solo in Italia. E non certo per il cachet che De Luca gli aveva messo a disposizione: 25 mila euro (parte dei quali paradossalmente di soldi garantiti dall'Unione Europea)
Nei giorni scorsi, Memorial Italia, espressione dell'Ong russa Memorial (premio Nobel per la pace 2022), ha promosso una petizione contro il concerto che ha avuto molta fortuna.
Tra i firmatari, ci sono state Oleksandra Matviichuk e Irina Schebakova, anche loro premio Nobel per la Pace, Herta Muller (premio Nobel per la Letteratura 2009), Jonathan Littell (Prix Goncourt 2006), la storica Anna Foa (premio Strega Saggistica 2025). In tutto, ben 700 tra scrittori, intellettuali, artisti e politici.