No, non era amore. E di sicuro, come direbbe Massimo Troisi, nemmeno un calesse quello venuto alla luce poco meno di un anno fa tra Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia. Tanto è vero che il rapporto tra i due è finito a carte bollate. E ora lei rischia di finire sotto processo con le accuse di stalking, lesioni aggravate, falso, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione. Insomma, non proprio una passeggiata di salute.
L'imprenditrice di Pompei è stata raggiunta da un avviso di conclusioni indagini e nelle carte firmate dalla pm Giulia Guccione si contano ben 34 episodi di stalking, uno dei quali sarebbe culminato in una vera e propria aggressione in un hotel a Sanremo. Era il 17 luglio 2024 e procurò all'ex ministro quel graffio sulla testa impossibile da nascondere, tanto da aver bisogno di diversi punti di sutura per rimarginarsi.
In ogni caso, secondo i magistrati, a finire vittima di Boccia non è stato solo Sangiuliano, ma anche la moglie e Francesco Gilioli, all'epoca capo di gabinetto del Ministero della Cultura, accusato in tv dall'imprenditrice di aver dato il via libera alla sua nomina a consulente per i grandi eventi e di aver fatto poi sparire il documento: stando ai pm, una ricostruzione falsa.
In Italia, chi è accusato di stalking rischia grosso. La fattispecie di reato e le pene annesse sono state introdotte nel Codice per proteggere le donne: statisticamente, infatti, sono loro a subire di più gli atti persecutori. Nel caso della Boccia, i ruoli di genere saranno capovolti. Ma non per questo le pene previste cambiano.
Se sarà processata e sarà riconosciuta colpevole, Maria Rosaria Boccia rischia la reclusione da uno a sei anni e mezzo.
Il suo caso, poi, rischia di vedere la pena aumentata anche di un terzo in quanto la legge ne prevede l'inasprimento se il reato è commesso con l'uso di strumenti telematici, da un ex coniuge o da persona legata da relazione affettiva alla vittima, o se commesso con armi o travisandosi.
Beh: di sicuro lo smartphone può essere considerato uno strumento telematico visto che lo scandalo Boccia-Sangiuliano è nato (e si è sviluppato) sui social. E poi c'era una relazione affettiva tra presunta carnefice e la vittima, perché lo stesso Sangiuliano confessò di avere con l'imprenditrice pompeiana una liaison in un'intervista al Tg 1 in cui, tra l'altro, chiedeva scusa alla moglie.
In ogni caso, i pm chiedono di processare Maria Rosaria Boccia perché davanti alla possibilità di avere un incarico ministeriale, in pratica, non si è fermata davanti a nulla.
Per i pm, a un certo punto, non si è fermata nemmeno alla possibilità che lui potesse compiere un gesto estremo, l'ha costretto a confessare la relazione alla moglie pretendendo di ascoltare in diretta telefonica quanto i due si dicessero, ha finto una gravidanza, ha minacciato di rendere tutto pubblico, ha insinuato di aver acquisito durante le sue frequentazioni nelle stanze del potere romano chissà quali documenti che avrebbero messo in difficoltà l'ex ministro e infine l'ha accusato di aver pagato con i soldi pubblici le loro trasferte. Per la Procura di Roma, tutto falso.
Ora, se il Gip porterà a processo Maria Rosaria Boccia, tutta la verità dovrà scaturire da un procedimento che promette ancora altri colpi di scena.
Gennaro Sangiuliano, intanto, è stato costretto a dimettersi il 6 settembre dello scorso anno. E solo di recente, grazie alla sua famiglia e al suo lavoro di giornalista (è inviato Rai a Parigi), ha ripreso la sua vita in mano. Di sicuro, con la consapevolezza che quello con Maria Rosaria Boccia non era amore. E nemmeno un calesse.