22 Jul, 2025 - 16:25

Quando entrerà in vigore la riforma della Giustizia? Il mese del referendum decisivo

Quando entrerà in vigore la riforma della Giustizia? Il mese del referendum decisivo

Oggi la riforma della Giustizia del ministro Carlo Nordio completa la prima lettura con il voto del Senato. Ma per vederla effettivamente in campo, che percorso dovrà ancora compiere?

Se tutto fila liscio, dopo il sì di Palazzo Madama di oggi, la riforma, andando a cambiare la Costituzione, dovrà affrontare la seconda lettura alla Camera e al Senato. Si tratterà della cosiddetta "doppia conforme", vale a dire di un prendere o lasciare secco: i due rami del Parlamento potranno solo esprimersi con un sì o con un no, senza la possibilità di emendare le nuove norme.

E comunque: entro gennaio del 2026, anche la cosiddetta navetta potrà essere completata.

Per far entrare in vigore una volta per tutte la riforma della giustizia, non resterà che il referendum confermativo, obbligatorio in casi come questo in cui i sì in parlamento non raggiungeranno il quorum dei due terzi: potrebbe essere indetto per maggio/giugno 2026. 

Attenzione, però: non sarà un referendum che potrà fallire per mancanza di quorum. Come nel caso della riforma costituzionale rimessa al giudizio degli italiani il 4 dicembre 2016, all'epoca di Boschi-Renzi, vinceranno i sì o i no. 

Sta di fatto che, in un caso o nell'altro, il timer sarà perfetto per far iniziare la campagna elettorale che porterà alle politiche dell'anno successivo, il 2027.

Quando e come sarà approvata definitivamente la riforma della Giustizia

E quindi: quello di oggi è solo un altro passo verso la meta. Se il centrodestra la centrerà, sarà solamente tra poco meno di un anno, quando la riforma della Giustizia licenziata dalle istituzioni dovrà superare la prova finale del giudizio del "popolo sovrano".

Ora: detto che per Nordio già arrivare a quel punto significherebbe incassare un successo (chi potrà rimproverargli di non aver tentato di riformare un settore di cui tutti si lamentano?), la partita si presenta incerta fino alla fine. Anche perché andrebbe davvero a rivoluzionare l'ordinamento giudiziario intaccando poteri consolidati. Tanto che qualche analista politico ha osservato che non a caso proprio in questo momento, quando la riforma attende il sì del Senato, la magistratura è andata all'attacco della politica, a Milano, con l'inchiesta sull'urbanistica della giunta di centrosinistra di Beppe Sala; e a Palermo, dove i pm si sono rivolti "per saltum" in Cassazione pur di tornare alla carica contro Matteo Salvini, il leader della Lega accusato di sequestro di persona ma assolto in primo grado per non aver fatto attraccare subito, ai tempi del Governo Conte I, i migranti soccorsi dalla Ong Open Arms.

Si fa peccato a pensar male o ci si indovina? Chi ha conosciuto bene l'autore di questa frase è l'avvocata Giulia Bongiorno oggi, nemmeno a farlo apposta, parlamentare della Lega

E insomma: rassicurati?

I punti principali della riforma

Ma cosa cambierà nel concreto se la riforma Nordio arriva alla meta? In primis ci sarà la tanto agognata (dal centrodestra) separazione delle carriere. Ci saranno i magistrati giudicanti e quelli requirenti. Chi farà le indagini e chi darà il verdetto definitivo.

Di conseguenza, il Consiglio Superiore della Magistratura sarà sdoppiato. Ce ne saranno due per ruolo con il Presidente della Repubblica che li presiederà entrambi.

Contro le correnti e la magistratura politicizzata, poi, la composizione dei Csm sarà rivista. Ne faranno parte di diritto il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione, ma gli altri componenti saranno estratti a sorte per un terzo da un elenco di professori ordinari e di avvocati con almeno quindici anni di esercizio e per due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e quelli requirenti.

Infine, sarà istituita l'Alta Corte che avrà la giurisdizione disciplinare sui magistrati ordinari. Un potere, finora, detenuto dal Csm. 

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