23 Jul, 2025 - 17:11

Omicidio Alice Neri, cosa ha deciso la Corte d'Assise su Mohamed Gaaloul? La sentenza che divide

Omicidio Alice Neri, cosa ha deciso la Corte d'Assise su Mohamed Gaaloul? La sentenza che divide

30 anni di reclusione: questa la condanna che i giudici della Corte d'Assise di Modena hanno riconosciuto oggi, 23 luglio 2025, a Mohamed Gaaloul, il 30enne di origini tunisine accusato dell'omicidio di Alice Neri, trovata morta carbonizzata nelle campagne di Fossa di Concordia nel novembre 2022. "Io non sono colpevole", le parole che l'uomo - sconvolto - ha gridato dopo la lettura della sentenza da parte dei togati. Fin dall'arresto - avvenuto in Francia a un mese dal delitto - si proclama estraneo ai fatti.

Omicidio Alice Neri, la sentenza: Gaaloul condannato

L'avvocato difensore di Gaaloul, Roberto Ghini, ha già fatto sapere ai giornalisti che ricorreranno in Appello. "In Corte d'Assise pesa molto l'istinto", ha dichiarato a margine dell'udienza, dicendosi praticamente certo che "in Appello il risultato sarà ribaltato".

Il momento in cui Mohamed Gaaloul viene scortato fuori dall'aula in cui oggi, 23 luglio 2025, è stata emessa la sentenza di primo grado che lo ha riconosciuto colpevole per l'omicidio di Alice Neri.

La pubblica accusa, rappresentata dai pm Giuseppe Amara e Claudia Natalini, si è detta al contrario soddisfatta dell'esito del processo: secondo quanto hanno ricostruito in sede di requisitoria, a carico del 30enne c'erano "plurimi e gravi indizi di colpevolezza".

Giustizia è fatta per i familiari della vittima, parti civili al processo

Positiva è stata anche le reazione dei familiari della vittima, che aspettavano giustizia. La madre, Patrizia Monterosi, il fratello, Matteo Marzoli, la figlia e le associazioni Udi e Casa delle donne contro la violenza saranno risarciti dall'imputato. Il marito, Nicholas Negrini, no: al termine di una delle ultime udienze, l'uomo aveva infatti rinunciato alla costituzione di parte civile, invocando la ricerca "del vero colpevole, non di un colpevole qualunque".

Secondo lui e il suo legale, l'ex pm Antonio Ingroia, Gaaloul andava assolto. E altre piste - altrettanto meritevoli di attenzione, come quella del cosiddetto "terzo uomo", il collega con cui Alice aveva avuto una relazione e con cui, secondo dei testimoni, aveva più volte litigato, prima dell'omicidio - erano da approfondire. L'uomo - mai indagato - secondo la Procura avrebbe un alibi di ferro.

Tutta la storia (e gli indizi a carico dell'imputato)

Alice Neri - 34enne di Ravarino - fu trovata morta la sera del 18 novembre 2022. Il suo corpo si trovava all'interno del bagagliaio della sua auto, una Ford Fiesta, in una zona di campagna in provincia di Modena. L'autopsia stabilì che era stata uccisa a coltellate, almeno sette fendenti, di cui uno, profondo, al cuore, e poi data alle fiamme.

La sera prima aveva incontrato in un bar un suo collega di lavoro, il cui nome fu quindi iscritto - insieme a quello del marito di Alice - nel registro degli indagati. Un atto dovuto, per compiere i primi accertamenti. Entrambi furono scagionati dai tabulati telefonici. L'analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza del locale che la donna aveva frequentato tirarono invece in ballo Gaaloul.

Si scoprì che l'uomo - poi arrestato in Francia - aveva chiesto un passaggio alla 34enne. Circostanza che lui stesso ha sempre confermato, sostenendo però di non averla uccisa. A incastrarlo diversi elementi. Tra i quali il ritrovamento - sui pantaloni che avrebbe indossato la notte dell'omicidio - di macchie ritenute compatibili con l'olio esausto usato insieme a della benzina per appiccare l'incendio seguito all'accoltellamento della vittima.

Incendio avvenuto in una zona che, a differenza di Alice, lui conosceva bene, in quanto vi si era recato sia con amici che con amanti. Il movente? Secondo l'accusa un rifiuto sessuale. Gaaloul avrebbe cioè reagito male al fatto che Alice non volesse consumare un rapporto con lui. Ora, dopo un lungo processo, il verdetto, che diventerà definitivo solo una volta raggiunto il terzo grado di giudizio. 

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