“Prospettive di un delitto” (Vantage Point), thriller del 2008 diretto da Pete Travis, ha affascinato il pubblico per la sua struttura innovativa, che affronta un tentativo di attentato presidenziale osservato da otto diversi punti di vista. Il film sfrutta un ritmo serrato e un intreccio di storie per svelare progressivamente la verità nascosta dietro l’apparente caos iniziale.
Nel climax finale, il presidente degli Stati Uniti, ufficialmente colpito da un attentatore a Salamanca durante un summit sul terrorismo, si rivela essere in realtà un sosia. Questa sorprendente rivelazione smonta la narrazione principale avvenuta fino a quel momento, lasciando intendere che la vera vittima non fosse il presidente ma solo un suo doppio, utilizzato per depistare i veri attentatori e proteggere la massima autorità americana dopo l'attacco a Ronald Reagan.
Il racconto si chiude con gli attentatori neutralizzati grazie al coraggio e all’intuito degli agenti segreti Thomas Barnes e Kent Taylor. Un momento decisivo è il salvataggio in extremis di una bambina (Anna) da parte del turista Howard Lewis, che mette in pericolo la propria vita per portarla fuori dall’auto coinvolta nell’inseguimento.
L’azione si risolve in una serie di inseguimenti adrenalinici che si concludono solo dopo la ricomposizione dei punti di vista e la cattura dei responsabili. Il quadro finale, insomma, viene ricostruito solo dopo che ogni prospettiva ha portato un tassello diverso: la verità risulta più sorprendente della menzogna.
Sebbene la trama sia ambientata nella storica Plaza Mayor di Salamanca, in Spagna, la produzione del film si è avvalsa principalmente di location in Messico. Il governo spagnolo non ha concesso la chiusura della piazza centrale per l’intero periodo delle riprese, così gli autori hanno ricostruito la Plaza Mayor a Città del Messico per le scene principali.
Solo alcune riprese dall’alto e pochissime vedute generali sono state realizzate realmente a Salamanca. Le altre scene chiave sono state girate a Cuernavaca e Puebla, sempre in Messico, conferendo al film l’atmosfera internazionale richiesta dalla sceneggiatura.
Location | Utilizzo nel film |
---|---|
Plaza Mayor, Salamanca | Solo immagini aeree e panoramiche |
Città del Messico | Ricostruzione della piazza, scene principali |
Cuernavaca, Messico | Riprese urbane e inseguimenti |
Puebla, Messico | Altre riprese secondarie |
Il significato del finale di “Prospettive di un delitto” è legato alla relatività della verità e alle infinite sfaccettature di un evento complesso. Il film, ispirato nella struttura a “Rashōmon” di Akira Kurosawa, mostra come ogni testimone sia portatore di una versione parziale e soggettiva dei fatti: solo dall’incrocio dei diversi punti di vista emergono la realtà e la portata autentica dell’intreccio criminale.
Il sosia colpito in pubblico incarna la manipolazione e la spettacolarizzazione della politica e suggerisce che, in uno scenario globale dominato dalla disinformazione e dal sospetto, non si può mai essere sicuri di aver colto l’intera verità osservando la realtà da un’unica prospettiva. Il finale sottolinea infine il ruolo cruciale della collaborazione e della solidarietà tra perfetti estranei che, agendo ognuno secondo la propria coscienza, riescono a fermare una minaccia che sembrava invincibile.
Il film, perciò, non si risolve solo come un classico action-thriller, ma offre una riflessione su verità, percezione e limiti della soggettività. In un mondo in cui ognuno vede solo un frammento della realtà, serve il coraggio di mettere insieme le storie di tutti per capire davvero “chi ha sparato” e perché.