24 Jul, 2025 - 11:21

Bandecchi: "Se la magistratura vuole governare, è in atto un colpo di Stato"

Bandecchi: "Se la magistratura vuole governare, è in atto un colpo di Stato"

Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e segretario di Alternativa Popolare, lancia il suo movimento "Dimensione Bandecchi" e invita tutti gli italiani che vogliono cambiare il Paese ad unirsi a lui. Dopo aver affrontato diversi temi legati alle emergenze nazionali, nelle scorse ore l'imprenditore è tornato ad affrontare la questione giustizia. Bandecchi ha preso spunto dall'indagine sul sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per fare una riflessione più ampia sull'azione della magistratura.

Bandecchi: "Accuse a Sala? Belle cazzate"

Bandecchi inizia spiegando il suo scetticismo nei confronti dell’operato dei pm, ammettendo una generale sfiducia: «La magistratura sta indagando Sala, sapete tutti che io non mi fido molto dei pubblici ministeri, anzi non mi fido per niente, sono proprio terrorizzato».

Pur non essendo «di sinistra», ammette di aver «sentito le accuse rivolte oggi, specialmente al sindaco Sala» e di aver trovato che siano delle «belle cazzate».

Fa poi riferimento alla sua esperienza personale: «Dopo quattro anni di indagine io sono risultato innocente. Grave questa cosa. Perché vessato per quattro anni e poi non colpevole. Brutta questa cosa. Ma non per me, per i pubblici ministeri e per tutti coloro che hanno sbagliato». Bandecchi punta il dito anche contro Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate, definendo la situazione «bruttissima».

Bandecchi e "il colpo di Stato dei magistrati"

Il cuore del discorso di Bandecchi riguarda lo sbilanciamento tra politica e magistratura nel governo delle città. «Se non siamo più in grado di guidare con la politica la città di Milano, la città di Roma o qualunque altra città d’Italia, lo facesse la magistratura», dice provocatoriamente, denunciando un’ingerenza giudiziaria che minerebbe l’autonomia degli amministratori.

«Ogni cosa che il sindaco decide può essere discussa dalla magistratura? Hai scelto una persona anziché un’altra, c’è un problema morale, c’è un problema giuridico, stop». Secondo Bandecchi, questo atteggiamento può veramente configurarsi come un «colpo di Stato» da parte dei pm.

L’appello finale è a un cambiamento radicale: «Contattatemi perché io voglio cambiare questa nazione. E voglio sì che la magistratura torni al suo posto, che faccia il suo lavoro. La magistratura deve essere indipendente, ma non può mettere sempre il naso in cose che sinceramente non la riguarda».

Le parole di Bandecchi ripropongono il tema, sempre acceso in Italia, dell’equilibrio tra politica e giustizia, facendo emergere un sentimento di sfiducia verso i magistrati e la percezione di un loro coinvolgimento troppo invasivo nella gestione pubblica. Una sfida aperta che continuerà a riverberarsi nel dibattito politico e istituzionale del Paese

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