Sfiducia totale nei confronti della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. L'accordo raggiunto con il presidente statunitense, Donald Trump, nella giornata di ieri - 27 luglio 2025 - rappresenta una sconfitta per molti esponenti del centrosinistra italiano: la prima a esprimersi riguardo al dazio del 15% sulle merci europee è stata la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che ha definito questo risultato come una sconfitta da parte delle istituzioni europee e un piegarsi alla volontà di Trump. Un giudizio netto espresso anche da altri esponenti politici europei.
Lapidari il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, e quello di Azione, Carlo Calenda. Entrambi i leader liberali hanno bocciato l'operato di Ursula von der Leyen, ritenendo che sarebbe servita maggiore grinta nel trattare con Donald Trump sui dazi. Calenda ha addirittura chiesto con l'hashtag #vonderleyenout che la presidente della Commissione si faccia da parte.
L'opposizione in Italia si schiera contro von der Leyen. Nella giornata di ieri anche il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha bocciato la trattativa e i suoi effetti. La riduzione dei dazi, che inizialmente erano previsti al 30%, è vista come una sconfitta. D'altro canto, il governo Meloni ha elogiato l'accordo dicendo che è stata scongiurata una guerra economica.
Arriva la sonora bocciatura dell'opposizione nei confronti dell'accordo raggiunto in Scozia tra von der Leyen e Donald Trump sui dazi al 15% per le merci europee. Non tutti hanno infatti apprezzato il risultato delle trattative della giornata di ieri: in prima linea ci sono Elly Schlein e Giuseppe Conte che hanno definito l'accordo come una sconfitta. La leader del Partito Democratico aveva chiesto al governo di non essere accondiscendente con Trump.
Secondo Conte, i grandi sconfitti dalla trattativa sui dazi di ieri sono l'Ue e Giorgia Meloni. L'Unione Europea per via dell'accordo per nulla vantaggioso, mentre Meloni sarebbe "sconfitta" per via della fiducia investita nei confronti di Trump nella speranza che qualcosa potesse cambiare per l’Italia.
Matteo Renzi, in un intervento pubblicato sul proprio sito web, attribuisce la responsabilità dei dazi al 15% non solo all'ex presidente americano Donald Trump, ma anche all'Unione Europea, criticando duramente la leadership di Ursula von der Leyen. Secondo Renzi, l’attuale presidente della Commissione europea si sarebbe rivelata inadeguata nella gestione delle relazioni internazionali, paragonando il suo ruolo nei negoziati con Trump a quello di Cappuccetto Rosso davanti al lupo. A suo giudizio, la colpa è da attribuire principalmente al Partito Popolare Europeo, che l’ha sostenuta per due mandati, nonostante – sempre secondo Renzi – sia già stata responsabile di scelte dannose per la manifattura europea, come il Green Deal, e stia ora aggravando ulteriormente la situazione economica.
Il leader di Italia Viva descrive l’attuale fase come particolarmente critica per l’Italia, un Paese che trae beneficio dalla globalizzazione ma che, a suo dire, è oggi guidato da forze sovraniste incapaci di contrapporsi agli Stati Uniti. Più in generale, Renzi denuncia un declino culturale dell’Europa, rappresentata da una classe dirigente priva di visione politica e inefficace nelle trattative internazionali.
Anche Carlo Calenda ha espresso critiche nei confronti della presidente della Commissione europea, sottolineando su X (ex Twitter) come il recente accordo con Trump abbia evidenziato in modo inequivocabile la mancanza di statura, autorevolezza e forza da parte di Ursula von der Leyen nel rappresentare l’Unione Europea.
Il co-portavoce di Avs, Angelo Bonelli, ha invece invitato al boicottaggio dei prodotti statunitensi in risposta ai dazi.