Il prossimo 23 settembre, Gino Paoli compirà 91 anni. Ma già oggi il suo nome è tornato a circolare molto sui social perché in un'intervista che ha concesso ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera ha avuto modo di esprimere un giudizio su Benito Mussolini che sta facendo discutere.
Cosa ha detto l'autore de "La gatta" e "Il cielo in una stanza", tanto per citare due dei suoi capolavori, sul Duce?
Gino Paoli ha parlato di Mussolini ricordando tre grandi attori che ha conosciuto nella sua lunga carriera: Ugo Tognazzi, Walter Chiari e Dario Fo. "Tutti accomunati dal fatto di essere andati a Salò", gli ha ricordato Cazzullo. E lui ha trovato la motivazione nel fatto che erano tutti degli idealisti.
Ma non è tutto. Quando il giornalista del Corriere ha fatto presente a Paoli che è conosciuto come un uomo di sinistra, lui l'ha messa così:
Anche queste parole sulla Resistenza, quindi, sono destinate a far discutere.
Tuttavia, non sono certo queste le prime dichiarazioni di Paoli a creare polemica. Un anno e mezzo fa, in un'altra intervista al CorSera, disse "un tempo avevamo Mina e la Vanoni, adesso emergono le cantanti che mostrano il culo". Al che Elodie si offese, anche se oggi il cantautore ha specificato di non aver mai fatto alcun nome.
Fatto sta che, sempre restando sul tema delle donne e del politically correct, c'è un altro passo dell'intervista odierna destinato a far riemergere un dibattito che torna ciclicamente nella vita pubblica italiana.
Paoli, infatti, ha raccontato che "Il cielo in una stanza" gli fu ispirato "da un amoretto con una puttana". Il cantautore non ha voluto utilizzare un altro termine nella sua lunga conversazione con Cazzullo. In più, alla domanda se non crede che sia stato giusto restituire loro dignità con la legge Merlin, ha risposto così:
Beh, l'Istat, lo scorso aprile, ha varato il codice Ateco di attività per escort e servizi sessuali; la Lega, in tempi non sospetti, ha presentato un disegno di legge per legalizzare di nuovo la prostituzione: per loro, c'è un nuovo testimonial.
In fondo, nel 2007, in un'intervista all'Espresso, Gino Paoli si è dichiarato da sempre "anarchico":
In ogni caso, ha avuto anche un'esperienza elettorale. Nel 1987, infatti, Il Partito Comunista lo presentò alle elezioni politiche come indipendente. Fu eletto, così, in Parlamento ma non fece mai la tessera, tant'è che a Montecitorio si iscrisse al Gruppo Indipendente di Sinistra.
Nel 1992, tentò di essere rieletto con il Pds di Occhetto, ma perse le elezioni. L'ultimo incarico politico che ricoprì fu quello di assessore alla Cultura nel comune di Arenzano, in provincia di Genova.