28 Jul, 2025 - 18:19

Pensioni 2025: chi va in pensione, con quali importi e come cambia l'accesso secondo l'INPS

Pensioni 2025: chi va in pensione, con quali importi e come cambia l'accesso secondo l'INPS

Il 23 luglio 2025, l'INPS ha pubblicato l'aggiornamento dell'Osservatorio sui flussi di pensionamento, fornendo un quadro dettagliato sulle pensioni erogate nel 2024 e nel primo semestre del 2025. Questo monitoraggio include le diverse tipologie di trattamento pensionistico: dalle pensioni di vecchiaia e anticipate, a quelle di invalidità, ai superstiti e agli assegni sociali.

I dati, aggiornati al 2 luglio 2025, sono fondamentali per comprendere chi accede alla pensione, con quali importi e in quali modalità, evidenziando le principali tendenze del sistema previdenziale italiano. Ma cosa emerge da questa analisi approfondita?

L'analisi dei dati INPS 2024-2025: flussi e tendenze principali delle pensioni 

 L'INPS ha analizzato i dati relativi alla liquidazione delle pensioni nel primo semestre del 2025. In particolare, si evidenzia che le pensioni femminili sono diminuite del 6% rispetto a quelle dei colleghi maschi. Le pensioni erogate al Nord restano stabili al 51%, mentre si registra una riduzione del 2% per le pensioni di invalidità rispetto a quelle di vecchiaia.

Nel confronto con il medesimo periodo dell'anno precedente, emerge che nel 2024 l’importo medio mensile delle pensioni era pari a 1.223 euro, mentre nel primo semestre del 2025 si è attestato a 1.215 euro, confermando la sostanziale stabilità degli assegni.

Nei primi sei mesi del 2025 sono state liquidate 397.691 prestazioni pensionistiche, distribuite tra le diverse gestioni: dipendenti privati e pubblici, lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, agricoli), parasubordinati, fondi speciali e assegni sociali.

I percorsi di accesso alla pensione nel 2025: requisiti e misure

Nel 2025, il diritto alla pensione può essere maturato attraverso diversi canali, ognuno con requisiti specifici. L'INPS ha recentemente chiarito le differenze tra i principali percorsi di accesso al trattamento previdenziale, distinguendo tra misure ordinarie e uscite anticipate agevolate.

Il punto centrale del sistema pensionistico resta il doppio binario tra la pensione di vecchiaia, legata all'età anagrafica e al montante contributivo, e la pensione anticipata, basata esclusivamente sull'anzianità contributiva.

Pensione di vecchiaia e anticipata ordinaria: i pilastri del sistema previdenziale

Secondo quanto spiegato dall'INPS, i requisiti ordinari per accedere al pensionamento nel 2025 sono:

  • pensione di vecchiaia: riconosciuta al compimento dei 67 anni di età con 20 anni di contributi, senza distinzione di genere o di settore lavorativo. I requisiti contributivi possono differire a seconda dell'anzianità maturata prima o dopo il 31 dicembre 1995;
  • pensione anticipata ordinaria: si basa esclusivamente sull'anzianità contributiva, richiedendo:
    • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
    • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne; 
    • in entrambi i casi, indipendentemente dall'età anagrafica.

Le misure agevolate: oltre l'ordinario

Oltre alle forme di pensionamento ordinarie, il legislatore ha introdotto diverse misure agevolate, che permettono il pensionamento con requisiti agevolati, a condizione che il lavoratore rientri in categorie tutelate o abbia maturato determinate soglie anagrafiche e contributive. Le principali misure di pensionamento anticipate sono:

  • Quota 103:permette il pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi, se maturati entro il 31 dicembre 2025. L'importo dell'assegno è calcolato interamente con il metodo contributivo ed è soggetto a un tetto massimo (pari a 4 volte il trattamento minimo INPS) fino al raggiungimento dell'età ordinaria;
  • Opzione Donna: è riservata alle lavoratrici che raggiungono 61 anni con 35 anni di versamenti contributivi, maturati entro il 31 dicembre 2024. La pensione anticipata flessibile è a favore delle lavoratrici caregiver, invalide, o licenziate (con specifiche condizioni).
  • pensione Quota 41 lavoratori precoci: consente un accesso agevolato per chi ha iniziato a lavorare da giovane e vanta 12 mesi di contribuzione prima dei 19 anni di età o svolge attività particolarmente faticose/gravose, o rientra in particolari categorie (disoccupati, invalidi, caregiver o mansioni usuranti o gravose).

Il processo evolutivo: perché le pensioni ordinarie crescono

Tornando ai punti di variazione, per le pensioni anticipate rispetto alla pensione di vecchiaia sono state registrate delle tendenze come dimostrato dall'Osservatorio INPS. La liquidazione delle pensioni anticipate flessibili non supera il 17% rispetto ai trattamenti ordinari (pensioni di vecchiaia o anticipata ordinaria).

Un processo evolutivo rivela che, nonostante le diverse opzioni di uscita anticipata, il numero di nuovi pensionati che accedono alla pensione tramite pensione di vecchiaia o pensione anticipata ordinaria è in aumento. Dal punto di vista previdenziale, questa tendenza a preferire le pensioni ordinarie rispetto alla pensione anticipata flessibile è attribuibile a una serie di fattori. Tra questi, spicca il riconoscimento di benefici economici per coloro che rimangono al lavoro più a lungo o l'introduzione di condizioni più stringenti per le uscite flessibili, che di fatto trasferiscono il principio dell'anticipo alle forme pensionistiche ordinarie.     

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