La musica italiana oggi saluta uno dei suoi protagonisti più longevi e amati: Livio Macchia, fondatore, bassista e voce storica de I Camaleonti, è morto a Melendugno (Lecce), nel cuore del Salento. Figura centrale della scena beat degli anni Sessanta, Macchia ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica leggera nazionale. La sua scomparsa chiude un capitolo importante per intere generazioni cresciute con le melodie senza tempo del gruppo.
Livio Macchia si è spento oggi, 29 luglio 2025, all’età di 83 anni, nella sua casa di Melendugno, dove risiedeva ormai da molti anni. Il decesso sarebbe avvenuto per cause legate principalmente all’età avanzata e a un progressivo peggioramento delle condizioni di salute nell’ultimo periodo. Secondo quanto riportato da Virgilio.it, il musicista era affetto da una malattia incurabile. L'artista si è spento, circondato dall’affetto dei suoi cari e immerso in quei luoghi del Salento ai quali era particolarmente legato.
Livio Macchia era nato il 9 novembre 1941 ad Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, da una famiglia dove la musica era già una presenza naturale. Cresciuto tra Puglia e Lombardia, aveva da giovane scoperto la passione per il basso e la voce, iniziando a calcare i primi palcoscenici all’inizio degli anni Sessanta. Si era poi trasferito a Milano, dove ebbe origine la fortunata avventura musicale de I Camaleonti, dei quali fu fondatore e colonna portante per oltre sessant’anni.
L’artista ha sempre mantenuto uno stretto legame con le sue radici pugliesi. Negli ultimi anni aveva scelto di vivere stabilmente in Salento, spesso protagonista di jam session e di eventi pubblici che testimoniavano l’amore ricambiato della comunità locale.
Molto riservato sulla vita privata, Livio Macchia ha sempre protetto la sfera familiare dai riflettori mediatici. Si sa però che dal passato ha avuto una relazione con Renata Simoncini e che ha un figlio, anch’egli di nome Livio, che ha ereditato la passione musicale del padre ed è diventato musicista a sua volta.
Talvolta, padre e figlio hanno condiviso lo stesso palco, restituendo generazioni di talento e di passione ai fan dei Camaleonti. Non sono trapelate notizie certe su una compagna negli ultimi anni di vita; amici e familiari hanno sempre sottolineato la discrezione con cui Macchia ha vissuto i rapporti personali.
La carriera di Livio Macchia ha attraversato tutte le trasformazioni della musica italiana dagli anni Sessanta fino ai giorni nostri. Fondatore e cuore pulsante de I Camaleonti, insieme a Paolo De Ceglie, Riki Maiocchi e altri amici, ha portato la band sulla cresta dell’onda della musica beat italiana, tra festival, raduni e sale piene di giovani urlanti. Sotto la sua guida, il gruppo ha inciso successi senza tempo come “L’ora dell’amore”, “Applausi”, “Eternità”, “Viso d’angelo” e “Perché ti amo”, diventando una delle band più amate della scena pop nazionale.
Oltre a fare la storia come bassista e voce, Livio Macchia era l’anima e il temperamento dei Camaleonti, riconoscibile per la presenza scenica e la passione per la sperimentazione. Ha saputo guidare la band attraverso cambi di formazione, nuovi stili e sfide generazionali, riuscendo a rimanere sempre rilevante. Recentemente aveva celebrato i 60 anni di carriera con concerti e iniziative speciali, testimoniando così la longevità e il valore della sua parabola artistica.
Con la morte di Livio Macchia si spegne uno degli ultimi grandi protagonisti del beat italiano, ma restano le sue canzoni, le emozioni condivise sul palco e l’eredità di un musicista capace di unire generazioni diverse.