Il film "2012", diretto da Roland Emmerich, è uno dei disaster movie più spettacolari del nuovo millennio, ispirato alla celebre profezia del calendario Maya. La pellicola, che ha riscosso grande successo di pubblico, offre una combinazione di effetti speciali, azione mozzafiato e riflessioni sull’umanità di fronte all’apocalisse.
Il protagonista è Jackson Curtis (John Cusack), scrittore e padre di famiglia che lotta per mettere in salvo i suoi figli e la sua ex moglie Kate, mentre il mondo è sconvolto da cataclismi di proporzioni bibliche. A seguito di una serie di scoperte scientifiche, viene rivelato che il nucleo terrestre si sta surriscaldando, provocando terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami che sconvolgono ogni continente. Mentre la politica mondiale cerca di gestire il panico, viene messo in atto un piano segreto per salvare la civiltà: la costruzione di gigantesche arche in grado di resistere alla distruzione.
Il climax finale di "2012" ha luogo nelle enormi arche costruite nella regione del Tibet (Cina), progettate per ospitare un numero selezionato di sopravvissuti scelti tra politici, scienziati, militari e magnati che hanno pagato somme astronomiche per assicurarsi un posto. Jackson Curtis e la sua famiglia riescono con fatica e con uno stratagemma a entrare in una delle arche, mentre il caos imperversa: alcune persone cercano disperatamente di salire a bordo, provocando una situazione critica e numerose vittime, compresi alcuni personaggi principali.
Intanto, i motori dell’arca su cui si trova la famiglia Curtis rischiano di non partire a causa di una portella rimasta incastrata, minacciando la vita di tutti a bordo. Con grande rischio personale, Jackson interviene per sbloccare il meccanismo, riuscendo infine nell’impresa e garantendo la salvezza non solo della propria famiglia, ma di tutti i passeggeri.
Il film si chiude con le arche che navigano verso il Capo di Buona Speranza, in Sudafrica, il 27 del primo mese dell'"anno 1" del nuovo calendario umano. Nel finale, le acque si stanno ritirando e le condizioni sembrano adatte a ricominciare la vita. Le ultime immagini mostrano la speranza di una rinascita dell’umanità, suggerendo che anche dopo una distruzione totale può nascere un nuovo inizio.
Il significato del finale di "2012" va al di là del puro catastrofismo spettacolare. L’epilogo è una riflessione sulla possibilità di rinascita, di solidarietà e sacrificio in situazioni estreme.
Il viaggio verso il Sudafrica, mentre le acque si ritirano e i sopravvissuti intuiscono la possibilità di ricolonizzare la Terra, simboleggia la resilienza e la capacità dell’essere umano di ricostruire una società, imparando (forse) dai propri errori. Il film critica indirettamente la selezione per censo e privilegio degli “eletti” ma offre un messaggio di speranza nella possibilità di una seconda occasione per l’umanità.
"2012" non rappresenta la fine definitiva, ma l’inizio di un nuovo ciclo: una nuova era in cui ricostruire il mondo, con più umanità e consapevolezza.
Pur mostrando scenari ambientati in tutto il mondo - dalle città americane, al Vaticano, fino alle nevi del Tibet e all’Africa - la produzione ha scelto location principalmente funzionali agli effetti digitali e a favore di agevolazioni fiscali. L’intero film è stato girato quasi totalmente ai Vancouver Film Studios in Canada.
Gli studios di Vancouver hanno ospitato molte delle ricostruzioni scenografiche più iconiche, come le arche e gli ambienti devastati dagli eventi catastrofici. Alcune scene sono state girate anche ai Los Angeles Studios, ma Vancouver resta il cuore tecnico delle riprese. Nel film, vengono rappresentate montagne tibetane e luoghi immaginari come la "valle di Chao-Ming" in Cina, ma si tratta di location ricreate per lo spettacolo.