29 Jul, 2025 - 20:58

Caso Bova: Martina Ceretti respinge le accuse di ricatto e ricerca di notorietà

Caso Bova: Martina Ceretti respinge le accuse di ricatto e ricerca di notorietà

Martina Ceretti ha finalmente detto la sua, dopo giorni di voci, accuse e ipotesi che hanno fatto impazzire il web, la giovane protagonista del caso virale che ha coinvolto Raoul Bova, ha deciso di fare chiarezza sugli audio privati diffusi.

Nessuna strategia, nessuna voglia di notorietà e, soprattutto, nessun ricatto, afferma la modella. “Non ho mai voluto diventare famosa con questa storia né ho mai cercato di danneggiare Bova”. 

Scopriamo i dettagli.

Martina Ceretti respinge le accuse di ricatto e dice di non cercare alcuna fama

Mentre gli inquirenti cercano di ricostruire la catena di responsabilità che ha portato alla gogna mediatica dell'attore, le versioni dei protagonisti si scontrano e ognuno dice la sua, opposta all'alltro.

Al centro di questo intrigo, ci sono la modella Martina Ceretti e il pr Federico Monzino, un tempo amici, ora contrapposti e figure chiave in un gioco delle parti dove la verità sembra avere mille volti.

Di fronte agli investigatori, con il suo telefono sotto sequestro, Martina Ceretti si è presentata come una figura quasi ingenua, travolta da eventi più grandi di lei.

La sua versione, però, è chiara e netta: nessuna malizia, nessun ricatto, nessuna voglia di diventare famosa.

Ha ammesso di aver condiviso con l'amico Monzino alcuni degli audio e delle chat scambiate con Bova, ma lo avrebbe fatto in totale "buona fede", senza alcun secondo fine.

Una semplice, e forse imprudente, confidenza tra amici, che si sarebbe trasformata in un incubo.

La teoria della Ceretti si scontra con le ipotesi degli inquirenti

Questa narrazione, però, si scontra frontalmente con le ipotesi degli inquirenti e, soprattutto, con il racconto esplosivo dello stesso Monzino.

Se gli investigatori sospettano che possa essere stato proprio lui l'autore dei presunti messaggi di ricatto e tentata estorsione inviati all'attore, il pr milanese non solo nega categoricamente ogni coinvolgimento, ma ribalta completamente i ruoli.

La sua versione è drastica: "Martina voleva diventare famosa con le chat, all’inizio".

Secondo il suo racconto, la presa di coscienza sarebbe arrivata solo in un secondo momento, quando entrambi si sarebbero resi conto che la situazione stava sfuggendo di mano. A quel punto, avrebbero cercato disperatamente di bloccare tutto, pregando Corona di non diffondere gli audio.

Quest'ultimo, però, avrebbe agito in totale autonomia, ignorando le loro richieste di fermarsi. "Corona ha inventato troppe cose, soprattutto su di me", si difende il pr, che si dipinge solo come un amico che avrebbe tentato di tutelare Martina dall'uragano che lei stessa, forse inconsapevolmente, aveva contribuito a scatenare.

Chi dice la verità? Non lo sappiamo ancora. Le dichiarazioni sono contrastanti. Una partita a scacchi dove ogni mossa rivela una nuova, possibile realtà, e dove la colpa, per ora, resta un'ombra che si sposta da un protagonista all'altro.

Intanto Martina Ceretti chiude i social

Martina Ceretti, nel frattempo, ha deciso di sparire dai social e avrebbe anche cambiato numero di telefono. A dirlo è proprio Federico Monzino.

“Martina era con me e ha autorizzato tutto”, ha dichiarato il Pr al Corriere della Sera. Monzino si dice ora preoccupato, perché non riesce più a mettersi in contatto con lei.

Poco prima di scomparire, Martina aveva pubblicato una storia su Instagram sostenendo che non fosse stato Monzino a passare i messaggi a Corona, ma lui insiste: “L’ha fatto per proteggermi”.

Intanto, la procura di Roma continua a indagare per far luce sull'origine dei messaggi e sul loro utilizzo. Nel frattempo, tra dubbi, silenzi e versioni contrastanti, la storia si tinge sempre più di giallo.

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