Il giustizialismo di Giuseppe Conte, oggi, ha fatto un altro salto di qualità. Rispondendo alle domande di un'intervista che gli ha fatto Alessandro De Angelis de La Stampa, l'ex premier ha fatto capire ("a buon intenditor, poche parole") che oggi o Matteo Ricci, l'europarlamentare del Pd ex sindaco di Pesaro e finora candidato Governatore delle Marche per il centrosinistra, collabora con il pm che l'ha messo sott'inchiesta, o è pronto ad abbandonarlo: il suo Movimento Cinque Stelle, come capitò cinque anni fa, correrà da solo.
Avrà un altro inutile 8,6% e in pratica srotolerà il tappeto rosso per il bis del centrodestra di Francesco Acquaroli? Poco importa: dalle parti di Conte, l'importante è la coerenza.
E insomma: Conte è uomo tutto d'un pezzo. La sua vice, l'ex sindaca di Torino ora parlamentare Chiara Appendino, è addirittura condannata a 1 anno e 5 mesi per avere sottovalutato i rischi della visione in piazza San Carlo della finale Champions della Juventus del 3 giugno 2017 (3 morti e 1672 feriti)? Spallucce, capita. Un suo alleato, invece, nello specifico Matteo Ricci, riceve un avviso di garanzia? Apriti cielo. Il Movimento è pur sempre il partito degli onesti.
E quindi: quando De Angelis de La Stampa gli ha chiesto se ha sciolto il nodo su Matteo Ricci, l'ex premier ha risposto:
Al che De Angelis si è divertito nel ricordargli la sentenza già sputata dalla penna di Marco Travaglio: "Ricci - ha scritto il direttore del Fatto Quotidiano - per costruirsi un consenso personale, spende denaro pubblico in opere effimere, affidate a due società ad hoc costruite da un amico factotum, senza gare". La pensa diversamente?
E lui:
E se non risponde, ha voluto sapere De Angelis dall'autoproclamatosi "Avvocato del popolo":
è arrivato a dire l'ex premier. Una minaccia o una consulenza professionale speciale? Fate voi.
Di certo il diktat di una linea di difesa da seguire, non certo garantista: "non rispondere" ai pm non significa affatto dichiararsi colpevoli, è una facoltà prevista dal Codice per qualsiasi indagato per difendersi meglio.
E quindi: oggi, Ricci, tra i pro e i contro che deve considerare entrando in Procura, deve tener conto anche dell'avviso che gli ha gentilmente mandato a mezzo stampa l'alleato Conte.
Se l'europarlamentare del Pd risponderà al buio, ignorando l'esatto perimetro delle accuse che gli vengono mosse, dipenderà anche dal Tribunale del popolo presieduto da Conte e Travaglio.
I suoi veri avvocati, ha fatto presente il Corriere della Sera questa mattina, gli suggeriscono il silenzio. Del resto, poco si sa delle prove che ha in mano la Procura sulla cosiddetta Affidopoli.
Il procuratore capo Marco Mescolini e la sostituta hanno scritto questo:
Il punto, ha fatto presente sempre il CorSera, è che, pur accusato di corruzione, Matteo Ricci non ne avrebbe tratto vantaggi materiali. Solo alleati a modo loro.