30 Jul, 2025 - 12:30

Se Matteo Ricci oggi non collabora con il pm, Giuseppe Conte lo abbandona

Se Matteo Ricci oggi non collabora con il pm, Giuseppe Conte lo abbandona

Il giustizialismo di Giuseppe Conte, oggi, ha fatto un altro salto di qualità. Rispondendo alle domande di un'intervista che gli ha fatto Alessandro De Angelis de La Stampa, l'ex premier ha fatto capire ("a buon intenditor, poche parole") che oggi o Matteo Ricci, l'europarlamentare del Pd ex sindaco di Pesaro e finora candidato Governatore delle Marche per il centrosinistra, collabora con il pm che l'ha messo sott'inchiesta, o è pronto ad abbandonarlo: il suo Movimento Cinque Stelle, come capitò cinque anni fa, correrà da solo.

Avrà un altro inutile 8,6% e in pratica srotolerà il tappeto rosso per il bis del centrodestra di Francesco Acquaroli? Poco importa: dalle parti di Conte, l'importante è la coerenza.

Conte, aut aut a Ricci: ecco cosa deve fare davanti al pm per rimanere candidato

E insomma: Conte è uomo tutto d'un pezzo. La sua vice, l'ex sindaca di Torino ora parlamentare Chiara Appendino, è addirittura condannata a 1 anno e 5 mesi per avere sottovalutato i rischi della visione in piazza San Carlo della finale Champions della Juventus del 3 giugno 2017 (3 morti e 1672 feriti)? Spallucce, capita. Un suo alleato, invece, nello specifico Matteo Ricci, riceve un avviso di garanzia? Apriti cielo. Il Movimento è pur sempre il partito degli onesti.

E quindi: quando De Angelis de La Stampa gli ha chiesto se ha sciolto il nodo su Matteo Ricci, l'ex premier ha risposto:

virgolette
Da tempo non c'è automatismo tra avviso di garanzia e richiesta di un passo indietro, ma l'onestà resta per noi il primo requisito. Non c'è nessuna arroganza da parte nostra, ma c'è un candidato con un avviso di garanzia e noi dobbiamo valutare bene cosa fare

Al che De Angelis si è divertito nel ricordargli la sentenza già sputata dalla penna di Marco Travaglio: "Ricci - ha scritto il direttore del Fatto Quotidiano - per costruirsi un consenso personale, spende denaro pubblico in opere effimere, affidate a due società ad hoc costruite da un amico factotum, senza gare". La pensa diversamente?

E lui:

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Vedremo come andrà il confronto col pm, se si avvarrà o meno della facoltà di non rispondere e valuteremo coi nostri gruppi senza spirito sanguinario ma con grande senso di responsabilità

E se non risponde, ha voluto sapere De Angelis dall'autoproclamatosi "Avvocato del popolo":

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A buon intenditor poche parole

è arrivato a dire l'ex premier. Una minaccia o una consulenza professionale speciale? Fate voi.

Di certo il diktat di una linea di difesa da seguire, non certo garantista: "non rispondere" ai pm non significa affatto dichiararsi colpevoli, è una facoltà prevista dal Codice per qualsiasi indagato per difendersi meglio.

La scelta di Matteo Ricci

E quindi: oggi, Ricci, tra i pro e i contro che deve considerare entrando in Procura, deve tener conto anche dell'avviso che gli ha gentilmente mandato a mezzo stampa l'alleato Conte.

Se l'europarlamentare del Pd risponderà al buio, ignorando l'esatto perimetro delle accuse che gli vengono mosse, dipenderà anche dal Tribunale del popolo presieduto da Conte e Travaglio.

I suoi veri avvocati, ha fatto presente il Corriere della Sera questa mattina, gli suggeriscono il silenzio. Del resto, poco si sa delle prove che ha in mano la Procura sulla cosiddetta Affidopoli.

Il procuratore capo Marco Mescolini e la sostituta hanno scritto questo:

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Ricci compiva o faceva compiere atti contrari ai doveri d'ufficio ai dirigenti e ai funzionari in servizio all'epoca dei fatti abusando della propria influenza e della propria qualità in violazione dei propri doveri di controllo nonché in violazione delle regole di trasparenza, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione

Il punto, ha fatto presente sempre il CorSera, è che, pur accusato di corruzione, Matteo Ricci non ne avrebbe tratto vantaggi materiali. Solo alleati a modo loro.   

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