Ci sono “gravi indizi di colpevolezza” a carico di sei dei 74 indagati nell’inchiesta sull’urbanistica di Milano: tanto da far scattare le manette. Sei gli arresti disposti dal gip Mattia Fiorentini, dopo gli interrogatori preventivi che si sono svolti il 23 luglio scorso.
Il costruttore Andrea Bezziccheri è finito in carcere, mentre gli altri - Manfredi Catella, Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra e Federico Pella- sono ai domiciliari.
L'imprenditore immobiliare Andrea Bezziccheri è amministratore delegato della società Bluestone: tra i sei indagati per l'inchiesta che ha scosso la città di Milano, è l'unico per il quale è stata richiesta la misura cautelare del carcere.
Come riporta Il Corriere della Sera, gli sono stati sequestrati 120mila euro in contanti.
Manfredi Catella, classe 1968, definito anche il "re dei grattacieli", è amministratore delegato e fondatore del gruppo immobiliare Coima, che ha contribuito a "ridefinire" la città negli ultimi anni.
Con lui, ai domiciliari, è finito anche Giancarlo Tancredi, ex assessore all’Urbanistica del Comune nella giunta del sindaco Beppe Sala. Ha rassegnato le dimissioni lo scorso lunedì, facendo un passo indietro.
Gli altri tre indagati, sempre agli arresti domiciliari, sono Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio; l'ex componente della stessa Commissione, l’architetto Alessandro Scandurra; e il manager Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S.
Come comunicato dal presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, e dalla presidente della sezione Gip-Gup, Enza Maccora, le misure cautelari sono state disposte per "pericolo di reiterazione del reato".
Le sei persone indagate nell'inchiesta sull'urbanistica a Milano sono accusate, a vario titolo, di corruzione, falso e induzione indebita.
In particolare, le accuse sono di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio nei confronti di tutti gli indagati. False dichiarazioni su qualità personali nei confronti di Marinoni, Scandurra, Tancredi.
Infine il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità viene contestato a Tancredi, Marinoni e Catella.
Secondo quanto comunicato, l'impostazione accusatoria "è stata validata dal giudice quanto alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza".
Non sono state invece considerate sussistenti "le esigenze cautelari legate al concreto e attuale pericolo per l'acquisizione o la genuinità della prova e per il pericolo di fuga" prospettate dalla Procura.
Le difese hanno la possibilità di ricorrere al Riesame per chiedere che i propri assistiti tornino in libertà.
Sull'ordinanza firmata dal gip, di oltre 400 pagine, è stato evidenziato come le indagini abbiano svelato "l’esistenza di un consolidato sistema di corruzione", oltre alla commistione "tra interessi pubblici e privati incentrato sulla figura della commissione per il paesaggio”.
La commissione viene definita come
Secondo il giudice, "corrompendo il presidente Marinoni, il vicepresidente Oggioni e singoli componenti della commissione paesaggio (tra cui Scandurra)", importanti costruttori privati riuscivano a ottenere anticipazioni e "un occhio di riguardo" per le pratiche.
Il giudice Mattia Fiorentini ha quindi accolto le richieste di arresto avanzate dai pubblici ministeri, impegnati a indagare sul presunto sistema di “speculazione tentacolare e selvaggia” di Milano.
Ha però messo in discussione una delle accuse, la più grave, che è stata ipotizzata per il sindaco Beppe Sala. Ossia quella che riguarda il parere favorevole per il Pirellino, uno dei grattacieli all'ombra dei quali si sarebbero consumate le attività illecite.
Il primo cittadino resta comunque indagato per false dichiarazioni.