01 Aug, 2025 - 16:40

Chi ha ucciso dj Godzi? La famiglia accusa la polizia spagnola, la Procura sequestra la salma

Chi ha ucciso dj Godzi? La famiglia accusa la polizia spagnola, la Procura sequestra la salma

Sono ancora tanti gli interrogativi che ruotano attorno alla morte di Michele Noschese, il 35enne napoletano deceduto il 19 luglio scorso sull'isola spagnola di Ibiza, dove viveva e lavorava da tempo come dj, con il nome di "Godzi". La Procura di Roma, che si sta occupando del caso, ha aperto un fascicolo di inchiesta per omicidio preterintenzionale e ha disposto il sequestro della salma, rientrata in Italia il primo agosto, per procedere con una nuova autopsia. Da essa dipenderanno eventuali sviluppi. 

Chi ha ucciso dj Godzi? I dubbi dei familiari 

Secondo quanto ricostruito finora, il 35enne sarebbe morto la sera del 19 luglio durante un intervento della polizia spagnola nella sua abitazione di Santa Eulària. Le versioni su quanto accaduto, però, sono diverse. La Guardia Civil sostiene che Noschese avesse minacciato un anziano con un coltello.

E che, per calmarlo - visto che era in stato di alterazione psicofisica - i poliziotti lo avrebbero immobilizzato, fino a che lui non avrebbe iniziato a convulsionare, morendo sotto gli occhi dei sanitari chiamati a soccorrerlo. 

I familiari affermano invece, sulla base del racconto di alcuni testimoni, che il giovane sarebbe stato pestato a morte dai poliziotti stessi, dopo essere stato legato mani e piedi. Circostanza che sarebbe confermata dalle fratture rilevate sul suo corpo nel corso degli accertamenti medico-legali svolti in una clinica privata spagnola da un consulente di parte. 

La Procura indaga per omicidio preterintenzionale

Ad occuparsi del caso è il pubblico ministero Francesco Basentini, della Procura di Roma, competente sulle vicende che - come questa - riguardano i cittadini italiani morti all'estero. Per fugare ogni dubbio sulle cause della morte del dj, il magistrato ha ritenuto necessario disporre il sequestro della salma e procedere con un nuovo esame autoptico. 

Quello svolto dalle autorità spagnole (prima degli esami voluti dalla famiglia, che parlano di due clavicole rotte e almeno sette fratture), ha infatti escluso la presenza, sul corpo del 35enne, di lesioni. Arrivando alla conclusione che egli sia morto per un arresto cardiocircolatorio dovuto alla continuata assunzione di sostanze stupefacenti. 

Una nuova autopsia per arrivare alla verità

Il corpo del 35enne è già a disposizione dell'autorità giudiziaria. La nuova autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni, servirà a chiarire una volta per tutte se le lesioni siano compatibili - come sostengono dalla Spagna - con un intervento di contenimento, oppure se - come ritiene la famiglia - Noschese sia stato aggredito.

Il padre, Giuseppe, ex primario del Cardarelli di Napoli, è stato sentito. E davanti ai magistrati italiani ha ripetuto ciò che gli era stato riferito all'estero da alcuni conoscenti del ragazzo, che gli avrebbero esplicimente parlato di "uso eccessivo della forza" da parte dei poliziotti.

Il reato ipotizzato nel fascicolo d'inchiesta aperto in Italia è al momento di omicidio preterintenzionale: un atto violento che, pur non essendo finalizzato a uccidere, ha comunque provocato la morte. Per le risposte bisognerà però attendere. 

Restano il dolore e la rabbia della comunità originaria e di quella d'adozione del 35enne. Sui social, in pochi giorni, sono apparsi centinaia di messaggi di cordoglio. A corredo, foto, video e ricordi legati alle sue serate. "Chi ti conosceva sa", scrive un amico. "Che la terra ti sia lieve". In molti si augurano verità. 

"Michele aveva realizzato il sogno della sua vita, si era realizzato come dj e producer a livello mondiale [...] raggiungendo una notorietà che sinceramente anche noi, come famiglia, ignoravamo. Non vogliamo vendetta, ma giustizia", le parole del padre. 

Gli amici di Michele Noschese, vestiti di bianco, ricordano il 35enne con un flash mob al parco Virgiliano di Napoli. Alle loro spalle, uno striscione recita: "Il tuo sorriso riempirà per sempre i nostri cuori" (foto di Ansa).

 

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