02 Aug, 2025 - 12:22

Omicidio Venier, qual è il movente? Si scava nei rapporti familiari per arrivare alla verità

Omicidio Venier, qual è il movente? Si scava nei rapporti familiari per arrivare alla verità

Non è ancora chiaro cosa abbia spinto Lorena Venier, 62 anni, e la nuora Mailyn Castro Monsalvo, 30enne di origini colombiane, a uccidere Alessandro Venier, 35 anni, trovato senza vita la mattina del 31 luglio scorso nell'abitazione di famiglia a Gemona del Friuli, in provincia di Udine.

Il suo corpo era stato fatto a pezzi, nascosto all'interno di un bidone e ricoperto di calce viva, in garage. Questo il motivo per cui la Procura contesta alle due donne, già ree confesse, anche il reato di occultamento di cadavere, oltre a quello di omicidio volontario. Tra le aggravanti ipotizzate c'è la premeditazione.

Qual è il movente dell'omicidio di Alessandro Venier?

Secondo quanto emerso finora, il movente del delitto potrebbe essere legato al clima familiare teso e conflittuale venuto a crearsi dopo la decisione dell'uomo di trasferirsi in Colombia, paese d'origine della compagna. Decisione che né la madre Lorena - che lo ha cresciuto da sola - né la stessa Mailyn avrebbero condiviso. Soprattutto dopo la nascita della figlia, risalente a sei mesi fa. 

Sembra poi che il 35enne - con piccoli lavori occasionali, ma non un'occupazione fissa - non contribuisse alla gestione della casa. E che fosse la 62enne, infermiera caposala, a mantenere tutti. "Suo figlio le dava pensieri, a suo tempo l'avevo vista piangere", ha raccontato un collega al Messaggero Veneto. 

Pochi giorni prima del ritrovamento del cadavere, avvenuto la mattina del 31 luglio, i tre avrebbero litigato perché l'uomo - che avrebbe dovuto preparare la cena e apparecchiare la tavola - alla fine non avrebbe fatto niente. È possibile che sia stato questo il fattore scatenante?, si chiedono gli inquirenti. L'omicidio può essere stato frutto di un raptus? 

L'ipotesi della premeditazione e la decisione del gip

La Procura pensa di no e ha infatti contestato sia a Venier che a Monsalvo l'aggravante della premeditazione. Al termine dell'udienza di convalida del fermo, tenutasi questa mattina, 2 agosto, il gip Mariarosa Persico si è riservato di decidere.

Ciò che sappiamo - in attesa dell'autopsia, che potrà dare maggiori risposte sulle cause della morte - è che il 35enne sarebbe stato prima stordito con una massiccia dose di farmaci, poi ucciso, smembrato e nascosto in cantina.

"Ho fatto una cosa mostruosa", avrebbe dichiarato la madre davanti al pm Giorgio Milillo. L'interrogatorio della nuora, fissato per ieri, è stato invece rinviato perché la donna avrebbe accusato un malore. A renderlo noto sono stati i suoi avvocati, Federica Tosel e Francesco De Carlo. 

Il servizio mandato in onda dalla trasmissione Rai "Estate in Diretta" ieri, primo agosto 2025.

Chiesta la custodia attenuata per Mailyn Castro Monsalvo 

Davanti al gip, stamattina la 30enne si è avvalsa della facoltà di non rispondere. I suoi legali sostengono che si trovi in "condizioni psicofisiche precarie" e che vada quindi tutelata. Nei suoi confronti hanno quindi chiesto una misura alternativa alla detenzione in carcere. 

Sembra che da quando ha partorito soffra di depressione. Nella struttura del Coroneo di Trieste - dove è detenuta anche la suocera, per cui sono stati chiesti i domiciliari - è controllata a vista, per paura che compia gesti autolesionistici. "È la figlia che non ho mai avuto", avrebbe detto di lei Lorena Venier.

Il suo avvocato, Giovanni De Nardo, sostiene che la spiegazione di quanto accaduto potrebbe trovarsi nel loro "legame speciale". Forse le due non volevano separarsi. Forse, in vista della partenza programmata dalla vittima, avrebbero ideato e messo in atto il piano. 

Eventualità, questa, che potrà essere chiarita solo dalle indagini ancora in corso. La bimba, che era in casa al momento dei fatti, è stata intanto affidata ai servizi sociali locali, che si adopereranno per fare in modo che abbia un futuro dignitoso.

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