Giubileo dei Giovani, cosa ha detto Ruini (e perché ha criticato Papa Francesco e Pier Silvio Berlusconi)
È tornato a parlare in occasione del Giubileo dei giovani, della Giornata mondiale della Gioventù che a Roma vede migliaia di ragazzi di ogni angolo del mondo con Papa Leone XIV. Del resto, il presidente emerito dei vescovi italiani Camillo Ruini sa scegliere tempi e modi adatti per dire la sua anche a 94 anni.
Allora, ha affidato a Giacomo Galeazzi de La Stampa i suoi pensieri non solo sulla Giornata dei giovani, che fu istituita da San Giovanni Paolo II quando lui era a capo della Cei (lo è stato dal 1991 al 2007), ma anche su Papa Francesco e i politici che caratterizzano l'attualità: Giorgia Meloni e Pier Silvio Berlusconi in primis.
Camillo Ruini sul Giubileo dei Giovani
Il cardinale Camillo Ruini, a proposito della Gmg in corso a Roma, ha ricordato quella del grande Giubileo del 2000, quando era in Vaticano accanto a Papa Wojtyla:
Ne conservo un ricordo luminoso, un'ondata travolgente di entusiasmo e partecipazione da parte di una generazione che qualcuno descriveva apatica e disimpegnata. Nessuno si aspettava che si sfiorassero i due milioni di partecipanti. Senza esagerazioni, si può dire che fu davvero un segnale epocale. Mi rividi in loro
Ruini, infatti, nato a Sassuolo nel 1931, in occasione del Giubileo del 1950, già era a Roma. E su quello del 2000, ha detto ancora:
La Gmg è un'invenzione di Karol Wojtyla: aveva un rapporto speciale con quei giovani che poi gli rimasero vicini fino al suo ultimo giorno di vita vegliando a pregando sotto le sue finestre. Era una gioventù molto motivata che ha continuato a trovare in lui la stella polare nella vita spirituale. Sulla spianata di Ton Vergata sono sbocciati amori, famiglie, vocazioni, legami per tutta la vita
Ruini su Gaza e l'Ucraina
Lo spunto della Gmg ha permesso a Camillo Ruini di dire la sua sull'attuale situazione politica. Il giornalista de La Stampa che l'ha intervistato, Giacomo Galeazzi, gli ha ricordato che già nel 2000 si pregava per la pace in Terra Santa e che un quarto di secolo dopo la situazione è peggiorata. Al che, il cardinale ha sottolineato che "Leone XIV ha dato razionalmente voce a un'istanza etica globale: non si può pensare di rimuovere con la forza un popolo dalla propria terra né a una punizione collettiva. La guerra è sempre la sconfitta di tutti. Soprattutto laddove era impensabile".
Ruini si è riferito alla guerra scatenata da Putin in Europa, in Ucraina. E a tal proposito, le parole del porporato sono state chiare quanto mai: sono emblematiche del nuovo corso inaugurato con il pontificato di Prevost:
Non mi aspettavo l'invasione russa dell'Ucraina, ma già di fronte all'escalation da propaganda sovietica di Vladimir Putin avevo cominciato a preoccuparmi. Leone XIV ha offerto il Vaticano come terreno di dialogo affinché i nemici si possano guardare negli occhi. Ma da Mosca il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha subito obiettato che la Santa Sede non è il luogo adatto alla mediazione tra due nazioni ortodosse
Poi le parole più dure, che relegano davvero nel passato la posizione di Papa Francesco secondo cui la Nato era corresponsabile del conflitto in quanto aveva abbaiato ai confini della Russia:
Spero di sbagliarmi, in geopolitica tutto è sempre possibile, ma ritengo improbabile che Putin accetti di negoziare a Roma. Non ha interesse a farlo. La sua incrollabile intenzione è arrivare alla distruzione dell'Ucraina. Non è questione di trattare in Vaticano o a Istanbul. Si piegherà a un'intesa soltanto qualora veda dall'altra parte, cioè dalla Nato, una determinazione ferrea che gli faccia capire che non può vincere. Se l'Occidente non è coeso, il Cremlino proseguirà
Il cardinale Ruini su Papa Francesco: "Con lui sono stato zitto"
Una distanza abissale dalla posizione di Papa Bergoglio, quindi. Ma finché c'è stato lui sul Soglio Pontificio, l'ex presidente della Cei ha preferito non parlare:
Sono stato sempre leale e rispettoso con ogni papa, sono rimasto in silenzio anche quando non ero d'accordo con lo sfilacciamento che rilevavo nel corso del pontificato di Francesco. Non ho mai criticato apertamente, non è nel mio stile. Però, dentro di me, ero preoccupato per il bene che voglio alla Chiesa
Il cardinale Ruini su Berlusconi jr: "Non ha il carisma del padre"
Se Ruini ha una qualità, è quella di saper parlare chiaro. Anche di politica e di politici. E nemmeno nell'intervista alla Stampa si è nascosto: quando è stato invitato a ricordare il politico italiano con il quale ha avuto un rapporto più stretto, ha risposto:
Con alcuni le relazioni sono state particolarmente intense e frequenti. In particolare, a Silvio Berlusconi mi univa un'amicizia
Al che Giacomo Galeazzi gli ha chiesto l'effetto che gli fa sentir parlare di una discesa in campo del figlio Pier Silvio. E qui arriva una mezza bocciatura un po' inattesa:
Non la vedo come prospettiva. Come leader politico, Silvio Berlusconi aveva sicuramente delle doti di carisma. Ma si tratta di talenti personali nella vita pubblica che difficilmente passano da padre in figlio
Il cardinale Ruini e l'elogio a Giorgia Meloni (e Alfredo Mantovano)
E comunque: Ruini si "accontenta" di Giorgia Meloni:
È davvero molto brava e ha saputo circondarsi di collaboratori di riconosciuto valore come il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, giurista cattolico di indubbio spessore che ha dimostrato capacità e senso di responsabilità anche alla guida della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre. È una figura di garanzia
Ma cosa piace in particolare di Giorgia Meloni a Camillo Ruini?
Il fatto che la premier richiami nella sua azione di governo le radici cristiane costituisce un fattore estremamente positivo per l'Italia e per il cattolicesimo politico
ha risposto. Anche se il banco di prova fondamentale per l'attuale presidente del Consiglio, Ruini lo intravede nella legge per il fine vita:
Temo molto che se si farà una legge sarà purtroppo una cattiva legge perché vedo un'aggressività e una voglia di legittimare di fatto l'eutanasia. Ma sopprimere un'esistenza non potrà mai essere eticamente accettabile. E il quadro in cui si svolge la discussione non è né buono né rassicurante
Per il 94enne Ruini, non c'è che da sperare nei frutti che sapranno dare i giovani di papa Leone.