03 Aug, 2025 - 12:28

Come è stato ucciso Alessandro Venier? La ricostruzione nella confessione della madre Lorena

Come è stato ucciso Alessandro Venier? La ricostruzione nella confessione della madre Lorena

Emergono nuovi, inquietanti dettagli sull'omicidio di Alessandro Venier, il 35enne trovato senza vita lo scorso 31 luglio nel garage dell'abitazione di famiglia a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Il corpo dell'uomo - senza un'occupazione fissa - era stato fatto a pezzi, nascosto in un vecchio bidone e ricoperto di calce viva dalla madre Lorena e dalla compagna Mailyn Castro Monsalvo, ora accusate di omicidio volontario pluriaggravato, vilipendio e occultamento di cadavere.

Come è stato ucciso Alessandro Venier? La ricostruzione

A ricostruire le varie fasi del delitto davanti al pm titolare delle indagini e poi al gip che ne ha convalidato il fermo, è stata Lorena Venier, 61 anni, di professione infermiera. Secondo quanto emerso dalla sua confessione, il figlio sarebbe stato ucciso la sera del 25 luglio, sei giorni prima che il suo cadavere venisse ritrovato. 

"Abbiamo litigato - avrebbe dichiarato la donna - sia per la mancata preparazione della cena, sia perché mi ero rifiutata di accompagnarli all'aeroporto, il giorno dopo". Il 35enne, su cui pendeva una condanna per cumulo pene relative a piccoli reati commessi in tempi diversi, aveva infatti deciso di trasferirsi in Colombia.

Portando con sé la compagna Mailyn, di 30 anni, e la loro bambina di sei mesi. Un progetto che avrebbe trovato in disaccordo sia la 30enne che la madre, fungendo da movente dell'omicidio. L'idea di ucciderlo sarebbe nata da Monsalvo, che l'avrebbe poi condivisa e messa in atto con la suocera, che agli inquirenti ha parlato di lei come di una figlia. 

Prima dell'aggressione, le due avrebbero acquistato su Amazon la calce viva usata per occultare il cadavere. Da qui la contestazione dell'aggravante della premeditazione, insieme a quella dell'aver commesso il fatto nei confronti di un familiare e in presenza di un minore: secondo l'accusa, avevano già pianificato tutto quando hanno servito a Venier una limonata "piena di farmaci, per neutralizzarlo". 

L'iniezione di insulina, poi l'omicidio e lo smembramento

La 62enne indagata ha riferito che i sedativi non avrebbero avuto l'effetto sperato. Così, lei stessa avrebbe praticato al figlio un'iniezione endovenosa di insulina. A quel punto, il 35enne sarebbe "caduto in un sonno profondo" e loro avrebbero provato a strangolarlo a mani nude.

Sarebbe stata Mailyn a finirlo, utilizzando i lacci delle sue scarpe. Diverse ore dopo, avrebbe avuto inizio la fase di smembramento. "Abbiamo preso un seghetto e lo abbiamo mutilato", le parole, riportate dal Messaggero, di Venier. Che nei giorni successivi, come se niente fosse, avrebbe continuato a recarsi al lavoro.

La svolta giovedì mattina, quando Mailyn - colpita da depressione post parto - non ha retto alla tensione, chiamando il numero unico per le emergenze 112 e confessando tutto. "Se l'avesse portata in Colombia, l'avrebbe uccisa", ha dichiarato la suocera dopo il fermo. Secondo Lorena, in pratica, da tempo la donna era vittima di maltrattamenti da parte del figlio. 

Cosa ha deciso il gip del tribunale di Udine per le due 

Il gip Mariarosa Persico ha convalidato l'arresto di entrambe, disponendo la custodia cautelare in carcere per Venier. Per Monsalvo, invece, ha disposto la custodia attenuata per detenute madri di prole inferiore a un anno: una misura prevista dalla legge dallo scorso aprile. La donna non potrà comunque prendersi cura della figlia: le sue condizioni psicofisiche al momento non lo permetterebbero.

È stata portata all'Icam, l'Istituto di Custodia Attenuata per Madri, all'interno del carcere femminile di Venezia. La bimba, seguita dai servizi sociali locali, si trova invece in una struttura protetta. Per lei - in pochi giorni - sono arrivate richieste di affido da tutta Italia. Probabilmente sarà affidata ai nonni materni, "ancora giovani e con un'altra figlia adulta", fanno sapere le autorità. Intanto le indagini proseguono.

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