Le elezioni regionali in Calabria sono un fulmine a ciel sereno per il centrosinistra. Il campo largo era già alle prese con la scelta dei candidati nelle altre regioni che andranno al voto in autunno e ora deve individuare, nel più breve tempo possibile, una figura capace di competere contro il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, quasi certo della sua riconferma alle urne. Alle scorse elezioni, il governatore di centrodestra ha ottenuto il 54% dei voti, vincendo con ampio margine contro due candidati di sinistra.
Il voto in Calabria rappresenta un'opportunità per il centrosinistra. Servirà un intenso confronto tra le varie forze dell'opposizione per scegliere un candidato che metta d'accordo tutti e che possa mettere in difficoltà Occhiuto. Il Partito Democratico, insieme al Movimento Cinque Stelle e ad Alleanza Verdi Sinistra, dovrà individuare un nome credibile: al momento, sul tavolo ci sono diversi esponenti dei tre partiti che potrebbero correre per la Cittadella regionale.
Secondo varie indiscrezioni, tra i nomi figurerebbe anche quello del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che ha trascorso gran parte della sua carriera in Calabria. Una candidatura che riceverebbe il sostegno dell’intero centrosinistra, ma che, al momento, appare estremamente improbabile.
L'annuncio dei giorni scorsi da parte di Roberto Occhiuto, presidente dimissionario della Regione Calabria, ha spiazzato tutti. Tramite un video diffuso sui social, il governatore ha comunicato le sue dimissioni e la ricandidatura alla presidenza della Regione: una mossa – come lui stesso ha dichiarato – contro gli "odiatori" e contro chi cerca di ostacolare chi lavora per rendere la Calabria una regione migliore.
Nel 2025, dunque, si terranno ben sette elezioni regionali. Il centrosinistra era già al lavoro per confermare i candidati in Puglia, Toscana e Campania, e ora si trova costretto a cercare una soluzione valida per il voto imprevisto in Calabria.
Chi sarà allora il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni? Ancora non si sa: sarà necessario confrontarsi per individuare il futuro rappresentante del centrosinistra alle regionali. Tutti i nomi circolati finora sono frutto di indiscrezioni e ipotesi. Il Pd, il M5s e Avs dovranno valutare attentamente i possibili candidati ed evitare gli errori commessi nell’ottobre 2021, quando Occhiuto vinse nettamente le elezioni indette dopo la scomparsa dell’ex presidente della Regione, Jole Santelli, avvenuta nel 2020.
Tra i dem, sono due i nomi più quotati. Il primo è quello del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Classe 1983 e al secondo mandato, godrebbe del sostegno dell’intero centrosinistra calabrese. In passato coinvolto nei filoni giudiziari Miramare e Miramare bis – relativi alla gestione dell’omonimo Palazzo – Falcomatà è stato assolto. C'è poi Nicola Irto, segretario regionale e senatore del Partito Democratico, che ha invocato un "campo larghissimo" in vista delle elezioni anticipate.
Non mancano i possibili candidati del M5s. La deputata calabrese Vittoria Baldino è tra le ipotesi, così come l’europarlamentare ed ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Non è da escludere neppure l’ex sottosegretaria al Ministero dei Beni culturali e deputata, Anna Laura Orrico. I pentastellati potrebbero anche puntare su Elisa Scutellà, ex deputata decaduta alla Camera.
C’è infine la suggestione che unirebbe l’intero centrosinistra: il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, per lungo tempo impegnato in Calabria e figura di riferimento nella lotta contro la ’ndrangheta. Tuttavia, appare improbabile che Gratteri lasci l’incarico a Napoli per entrare in politica.
Non è il momento di rivendicazioni, soprattutto in un contesto in cui è urgente trovare una soluzione condivisa. Nessun partito del campo largo può permettersi di avanzare pretese sui candidati: il lavoro dei prossimi giorni dovrà necessariamente concentrarsi su una scelta comune, evitando spaccature o corse solitarie.
Tuttavia, i numeri delle elezioni europee dell’estate 2024 – ultimo importante banco di prova per misurare le preferenze elettorali – indicano chiaramente un partito in vantaggio. Il Pd ha ottenuto il 24% dei voti, il M5s il 10% e Alleanza Verdi Sinistra il 6,8%. Alla luce di questi risultati, potrebbe spettare proprio ai dem la responsabilità di esprimere il candidato.