04 Aug, 2025 - 16:18

Giuli a Canne anziché onorare i morti dell'attentato di Bologna? L'attacco di Maurizio De Giovanni

Giuli a Canne anziché onorare i morti dell'attentato di Bologna? L'attacco di Maurizio De Giovanni

La battuta verrebbe fin troppo facile: siamo alla canna. Ma sabato scorso, 2 agosto, data segnata in rosso nella nostra storia repubblicana per l'attentato neofascista alla stazione di Bologna del 1980, il ministro della Cultura Alessandro Giuli è andato solamente a Canne, in Puglia.

Perché ha anticipato le ferie? No. Perché per lui c'era da celebrare il duemiladuecentoquarantunesimo anniversario della battaglia tra romani e cartaginesi.

Nemmeno una cifra tonda.

Ma tant'è: Giuli, sui suoi canali social, ha spiegato che non ha voluto mancare l'appuntamento per dare il suo contributo alla pace attraverso la cultura.

Peccato che, come facilmente pronosticabile, il suo gesto, nel 45esimo anniversario della strage della stazione di Bologna, ha avuto l'effetto contrario in quanto è stato avvertito come una provocazione e ha inasprito gli animi.

Per gli esponenti del centrosinistra, infatti, l'attuale governo di destra, anziché mettere una pietra tombale sulle polemiche che ogni anno si riaccendono nel ricordare la strage neofascista, sembra che faccia di tutto per avallarle. Questo, anche se, a dirla tutta, oggi su La Stampa, Giovanni Donzelli, uno dei dirigenti più importanti di Fratelli d'Italia, ha dichiarato che la classe dirigente del suo partito si riconosce in pieno nelle parole spese dal Presidente Mattarella sulla strage: "Un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali".

Giuli a Canne in occasione del 2 agosto: la polemica di Maurizio De Giovanni

Ma come gli è venuto in mente ad Alessandro Giuli di dare spago a chi critica l'attuale governo di destra dicendo che è un governo con le radici piantate nel fascismo? 

Il diretto interessato ha risposto implicitamente a questa domanda dicendo che era una sorta di questione d'onore essere per lui a Canne. Anche se, contemporaneamente, a Bologna, si onoravano gli 85 morti e i 200 feriti della strage. Sui suoi canali social, il rappresentante del governo Meloni ha scritto:

virgolette
Avevo promesso che il due di agosto avrei partecipato al duemiladuecentoquarantunesimo anniversario della battaglia di Canne e ho mantenuto la promessa. I luoghi in cui la cultura esprime se stessa e la propria identità, sono l'unico autentico contravveleno alla discordia e alle guerre di ogni ordine e grado

Canne, in onore delle vittime del duecento e passa avanti Cristo e non Bologna in onore delle vittime di 45 anni fa? 

virgolette
Nei luoghi di guerra e di sofferenza, come qui dove si compì la battaglia di Canne, il Ministero della Cultura si affaccia offrendo fiori, offrendo la propria disponibilità economica, offrendo la propria presenza, offrendo le migliori qualità delle persone che conoscono il territorio e mappano le necessità culturali

Ora: a Canne, nel 216 A.C., si registrò una disfatta dell'esercito romano per mano dei cartaginesi. Ma Giuli l'ha messa anche così:

virgolette
Quelle che abbiamo definito olivettianamente come la siccità culturale dei tanti luoghi d'Italia che hanno bisogno di essere valorizzati. Questo è il modo migliore per trasformare il veleno della discordia, il veleno del conflitto, il veleno della morte nel farmaco del dialogo tra i popoli. Perché la cultura è civiltà e la sua lingua è la pace

Le polemiche scatenate dalla scelta di Giuli

E comunque: altro che pace. La scelta di Giuli ha scatenato una ridda di polemiche: a 45 anni dalla strage di Bologna, la destra ancora non sa fare i conti con gli anni di piombo e del terrorismo interno, hanno accusato dall'opposizione.

E oggi, a proposito di cultura, è sceso in campo anche uno degli scrittori più popolari vicini al centrosinistra: Maurizio De Giovanni

Lo scrittore napoletano ha evocato persino Vannacci parlando di "mondo al contrario".

Quando Alessandro Giuli disse che bisognava prosciugare le pozzanghere di fascismo

E pensare che, poco più di un anno fa, il primo luglio 2024, quando non era ancora ministro ma presidente del Maxxi di Roma, Alessandro Giuli diede un'intervista al Corriere della Sera intervenendo sulle polemiche suscitate dallo scoop di Fanpage sui giovani di Fratelli d'Italia accusati di essere razzisti, antisemiti e filonazisti. E dichiarò.

virgolette
Io credo davvero che il fascismo sia stato una tempesta di acciaio, fuoco e fango che, nel dopoguerra, si è condensata in una serie di pozzanghere mai del tutto prosciugate. Ci si può gettare voluttuosamente dentro, si può prendere a calci il fango, ma ci si sporca. L'unico modo è farle evaporare alla luce del sole di una forma-partito che proponga un racconto politico  alternativo e aggiornato ai tempi

Sempre all'epoca, Giuli valutò al 2% la "fascisteria" in Fratelli d'Italia. E sempre al CorSera disse:

virgolette
Ci sono voti che si contano: nostalgici, antisistema, populisti. E voti che pesano: il mondo internazionale che ci guarda, quello produttivo, ciò che compone il corpo elettorale di Fratelli d'Italia. Si può tranquillamente rinunciare a quel 2% con la sua inconsistenza antistorica e col tradimento che infligge a un partito liberal-conservatore di massa qual è ora Fratelli d'Italia, per passare dalla logica dei governati a quella dei governanti

Beh, un anno dopo, è passato lui dall'essere governato a essere un governante. E chi si aspettava che finisse in una polemica come quella sull'asse Canne-Bologna? 

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