La battuta verrebbe fin troppo facile: siamo alla canna. Ma sabato scorso, 2 agosto, data segnata in rosso nella nostra storia repubblicana per l'attentato neofascista alla stazione di Bologna del 1980, il ministro della Cultura Alessandro Giuli è andato solamente a Canne, in Puglia.
Perché ha anticipato le ferie? No. Perché per lui c'era da celebrare il duemiladuecentoquarantunesimo anniversario della battaglia tra romani e cartaginesi.
Nemmeno una cifra tonda.
Ma tant'è: Giuli, sui suoi canali social, ha spiegato che non ha voluto mancare l'appuntamento per dare il suo contributo alla pace attraverso la cultura.
Peccato che, come facilmente pronosticabile, il suo gesto, nel 45esimo anniversario della strage della stazione di Bologna, ha avuto l'effetto contrario in quanto è stato avvertito come una provocazione e ha inasprito gli animi.
Per gli esponenti del centrosinistra, infatti, l'attuale governo di destra, anziché mettere una pietra tombale sulle polemiche che ogni anno si riaccendono nel ricordare la strage neofascista, sembra che faccia di tutto per avallarle. Questo, anche se, a dirla tutta, oggi su La Stampa, Giovanni Donzelli, uno dei dirigenti più importanti di Fratelli d'Italia, ha dichiarato che la classe dirigente del suo partito si riconosce in pieno nelle parole spese dal Presidente Mattarella sulla strage: "Un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali".
Ma come gli è venuto in mente ad Alessandro Giuli di dare spago a chi critica l'attuale governo di destra dicendo che è un governo con le radici piantate nel fascismo?
Il diretto interessato ha risposto implicitamente a questa domanda dicendo che era una sorta di questione d'onore essere per lui a Canne. Anche se, contemporaneamente, a Bologna, si onoravano gli 85 morti e i 200 feriti della strage. Sui suoi canali social, il rappresentante del governo Meloni ha scritto:
Canne, in onore delle vittime del duecento e passa avanti Cristo e non Bologna in onore delle vittime di 45 anni fa?
Ora: a Canne, nel 216 A.C., si registrò una disfatta dell'esercito romano per mano dei cartaginesi. Ma Giuli l'ha messa anche così:
E comunque: altro che pace. La scelta di Giuli ha scatenato una ridda di polemiche: a 45 anni dalla strage di Bologna, la destra ancora non sa fare i conti con gli anni di piombo e del terrorismo interno, hanno accusato dall'opposizione.
E oggi, a proposito di cultura, è sceso in campo anche uno degli scrittori più popolari vicini al centrosinistra: Maurizio De Giovanni
Lo scrittore napoletano ha evocato persino Vannacci parlando di "mondo al contrario".
E pensare che, poco più di un anno fa, il primo luglio 2024, quando non era ancora ministro ma presidente del Maxxi di Roma, Alessandro Giuli diede un'intervista al Corriere della Sera intervenendo sulle polemiche suscitate dallo scoop di Fanpage sui giovani di Fratelli d'Italia accusati di essere razzisti, antisemiti e filonazisti. E dichiarò.
Sempre all'epoca, Giuli valutò al 2% la "fascisteria" in Fratelli d'Italia. E sempre al CorSera disse:
Beh, un anno dopo, è passato lui dall'essere governato a essere un governante. E chi si aspettava che finisse in una polemica come quella sull'asse Canne-Bologna?