L'Europa si trova di fronte a una rivoluzione commerciale senza precedenti. Due giganti cinesi dell'e-commerce, Shein e Temu, stanno ridefinendo completamente il panorama del retail europeo con la loro formula di ultra-fast fashion a prezzi stracciati. Un fenomeno che divide l'opinione pubblica tra chi ne celebra l'accessibilità e chi ne denuncia l'impatto devastante su ambiente e diritti dei lavoratori.
Il volume delle importazioni di piccoli pacchi è più che raddoppiato rispetto all'anno precedente, passando dai 1,9 miliardi del 2023 ai 4,17 miliardi del 2024. Le vendite dell'entità europea di Shein hanno raggiunto i 7,684 miliardi di euro nel 2023, con una crescita del 68%, mentre nel Regno Unito le vendite raggiungono oltre 1 miliardo di sterline. Anche Temu non è da meno. Lanciata nel mercato italiano nell'aprile 2023, la piattaforma ha rapidamente scalato le classifiche, raggiungendo 14,82 milioni di utenti a settembre 2024, posizionandosi come la terza piattaforma di e-commerce in Italia.
Di fronte alle crescenti pressioni negli Stati Uniti, dove hanno registrato un calo delle vendite rispettivamente del 23% (Shein) e del 17% (Temu) nella settimana tra il 25 aprile e il primo maggio 2025, i due colossi hanno intensificato i loro sforzi sul mercato europeo. Shein prevede che metà delle sue vendite nel Regno Unito provenga da venditori e magazzini locali entro la fine del 2025, in una strategia di localizzazione che mira a ridurre i tempi di consegna e aggirare le future restrizioni commerciali. La loro arma vincente è sempre stata l'abilità di sfruttare le scappatoie normative. Shein e Temu hanno da sempre sfruttato una scappatoia che esclude gli articoli di basso valore dai dazi all'importazione, permettendo loro di mantenere prezzi imbattibili.
Il successo commerciale di Shein e Temu ha un prezzo altissimo in termini di sostenibilità. Secondo il rapporto di sostenibilità di Shein, le emissioni di carbonio legate al trasporto dei prodotti sono aumentate del 13,7% nel 2024 rispetto al 2023, risultando più di tre volte superiori a quelle di Inditex-Zara. Millennials e Gen Z stanno alimentando la crescita di queste aziende di ultra-fast fashion nonostante il loro impatto negativo, creando un paradosso generazionale tra consapevolezza ambientale e comportamenti di consumo. Le condizioni di lavoro nelle fabbriche rimangono un punto critico. Per i giornalisti non è facile avvicinarsi alle fabbriche ma, quando ci riescono, restituiscono testimonianze agghiaccianti, evidenziando la mancanza di trasparenza nella catena di produzione.
Il futuro di Shein e Temu in Europa si presenta incerto. Da un lato, la domanda dei consumatori rimane alta, alimentata da una generazione abituata all'accessibilità immediata e ai prezzi bassi. Dall'altro, la crescente pressione regolatoria e la sensibilizzazione sui temi ambientali potrebbero limitare la loro espansione. Secondo Goldman Sachs, il mercato potrebbe raddoppiare a 97 miliardi di dollari entro il 2026, ma questo scenario dipenderà fortemente dalla capacità delle piattaforme di adattarsi alle nuove normative europee. La guerra commerciale USA-Cina ha già inflitto colpi significativi ai due giganti, spingendoli a concentrarsi maggiormente sul mercato europeo. Tuttavia, l'Europa sta dimostrando di non voler essere un "piano B" passivo, implementando misure sempre più severe per proteggere i propri interessi economici, ambientali e sociali.
A cura di Federica De Carolis