07 Aug, 2025 - 13:12

Caso Resinovich, di chi è l’impronta trovata sul sacco che avvolgeva il corpo? Ecco cosa è emerso

Caso Resinovich, di chi è l’impronta trovata sul sacco che avvolgeva il corpo? Ecco cosa è emerso

Ci sono nuovi sviluppi sul giallo di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022, in un boschetto nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. 

L’impronta trovata sul sacco nero che avvolgeva le gambe del cadavere non è stata lasciata da un guanto, come ipotizzato inizialmente.

Inoltre anche le ulteriori verifiche fatte sulla Go-Pro usata il giorno della sparizione della donna dal marito Sebastiano Visintin, unico indagato nel fascicolo aperto per omicidio, non hanno evidenziato novità.

Caso Resinovich, ecco cosa è emerso dalle analisi sull'impronta trovata sul sacco 

L'impronta rinvenuta sul sacco nero non è stata lasciata da una mano "guantata", bensì appartiene alla trama dei jeans che indossava la stessa Liliana.

A stabilirlo sono le analisi del Gabinetto interregionale del Triveneto di Polizia Scientifica di Padova, a cui la procura aveva affidato gli accertamenti su quella traccia. Lo riferisce il quotidiano Il Piccolo.

Il gip Luigi Dainotti aveva rigettato la richiesta di archiviazione della Procura nel 2023, dando appunto indicazioni per proseguire le indagini sulla morte della donna.

Il gip aveva chiesto che venisse eseguito “un esame comparativo tra l’impronta guantata in trama di tessuto" e i guanti usati dagli operatori, in modo da accertare o escludere "l’intervento di terzi sui sacchi che coprivano il cadavere”. 

Aveva inoltre richiesto di confrontare poi quell’impronta e il guanto sinistro rinvenuto a pochi metri dal cadavere.

Come sono state effettuate le verifiche 

La Scientifica ha condotto gli accertamenti utilizzando i jeans della vittima e tre campioni di sacchi dell'immondizia, simili a quelli in cui era infilato il cadavere.

Dopodiché sono state replicate le condizioni ambientali e usati adesivi istantanei, che hanno dato esito riproducendo le "impronte a trama regolare simili e confrontabili" con la traccia evidenziata sul sacco che ricopriva le gambe di Liliana Resinovich.

L'alibi di Sebastiano Visintin e le verifiche sulla Go-Pro

Il quotidiano di Trieste riporta inoltre alcuni aggiornamenti anche su Sebastiano Visintin, iscritto nel registro degli indagati per l'omicidio della moglie dallo scorso aprile.

Gli accertamenti eseguiti sulla Go Pro che l'uomo aveva installato sulla sua bicicletta, e che ha ripreso il suo percorso dalle 12.16 alle 13.33 nel giorno in cui Liliana è scomparsa, non hanno evidenziato alcuna novità.

Le coordinate Gps di inizio dei video che rappresentano, di fatto, il suo alibi, sono "in accordo con le immagini riprese dalla videocamera". Gli orari dei file, inoltre, trovano riscontro con quanto dichiarato da Visintin e con la ricostruzione della Squadra Mobile.

Nuove indagini peritali genetiche e dattiloscopiche sui reperti, sia su quelli già analizzati che successivamente sequestrati in casa dell'indagato, inizieranno il prossimo 8 settembre.

C'è attesa per capire se evidenzieranno qualcosa di diverso e se il caso arriverà a una svolta. Al momento, l'impronta ora attribuita alla trama dei jeans resta l’unica traccia trovata sui sacchi neri. 

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