Il governo Meloni introdurrà davvero un nuovo condono fiscale nel 2026 per ridurre i debiti con il Fisco? La misura straordinaria, tanto richiesta da una parte dei contribuenti, potrebbe arrivare anche in assenza di cause eccezionali o urgenti esigenze di bilancio. L’ipotesi più concreta, però, sembra essere il ricorso alla Rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, con l’obiettivo di permettere a molti cittadini di "riaccendere il motore" della ripartenza e alleggerire il peso dei debiti fiscali.
Non tutti, però, la vedono come un'opportunità. Circa un terzo dei contribuenti considera questo tipo di agevolazioni l’ennesima beffa in un sistema che finirebbe per premiare chi non paga volutamente. Altri, invece, ricordano che dietro l’accumulo di debiti fiscali ci sono spesso motivi ben diversi: perdita del lavoro, crisi aziendali o difficoltà economiche delle famiglie.
Fino al 30 aprile, il legislatore aveva concesso ai decaduti dalla Rottamazione quater la possibilità di accedere a una "scorciatoia" per evitare le azioni esecutive della Riscossione, come fermo amministrativo e pignoramenti. Ora, però, il vento potrebbe cambiare. Secondo indiscrezioni, per rafforzare l’adesione spontanea ai piani di pagamento agevolato, il governo starebbe valutando soluzioni più flessibili ma, al tempo stesso, più rigorose: strumenti capaci di favorire il recupero di liquidità e ridurre il rischio di insolvenza.
Il tutto seguendo un doppio binario: un piano d’azione specifico per i grandi debitori e uno pensato per i piccoli contribuenti. Vediamo quali sono le ultime novità.
Negli ultimi mesi, diversi esponenti della maggioranza politica hanno avanzato diverse proposte di riforma della Rottamazione quinquies, finora tutte senza esito. L’obiettivo resta quello di consentire ai contribuenti di saldare le proprie pendenze fiscali in forma agevolata.
Ad oggi, la proposta più concreta prevede una misura modulata in base all’entità del debito. Per i debiti superiori a 50.000 euro, sarebbe introdotto un anticipo obbligatorio del 5% dell’importo complessivo, da versare come condizione per accedere alla definizione agevolata.
Questo requisito si aggiungerebbe ad altre regole sulle modalità di pagamento. La nuova rottamazione consentirebbe infatti una rateizzazione fino a 120 mesi (10 anni). Nei casi di debiti molto elevati o di grave difficoltà finanziaria, le rate sarebbero rimodulate per garantire maggiore sostenibilità.
Le nuove disposizioni puntano anche a ridurre il rischio di decadenza dal beneficio: rispetto al passato, le condizioni sarebbero più flessibili e permetterebbero di saltare un numero maggiore di rate senza perdere il diritto alla definizione agevolata. L’obiettivo è mantenere in regola almeno 7 contribuenti su 10.
Per i debiti minori, invece, il saldo e stralcio consentirebbe l’estinzione dei debiti con l'azzeramento di sanzioni e interessi di mora, per comprovata difficoltà economica. La misura è stata adottata la prima volta nel 2018, con la legge di bilancio per il 2019 (Legge n. 145/2018).
All’epoca fu introdotto un provvedimento con applicazione di percentuali ridotte per il pagamento delle somme dovute, a titolo di capitale e interessi di ritardata iscrizione, secondo l’ISEE del nucleo familiare.
Più precisamente, come riportato dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione, il contribuente che aderiva doveva versare gli importi in percentuali in base a:
Se confermata, questa riforma potrebbe segnare l’inizio di una vera e propria rivoluzione nella gestione delle cartelle esattoriali, garantendo al contempo maggiori entrate per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Il valore dell’anticipo obbligatorio, definito anche come una "fee" o maxi rata, acquisisce un ruolo principale nelle regole della nuova Rottamazione quinquies.
Ciò metterebbe in circolo un versamento anticipato, pari al 5% dell’intero debito fiscale, per i debiti erariali superiori a 50.000 euro, a garanzia e a impegno del buon esito della definizione agevolata. E non è un caso che si parli di ridurre al minimo il rischio di insolvenza garantendo un gettito rapido nelle casse dello Stato.
Una condizione che non troverebbe applicazione per i debiti sotto tale soglia. Per loro, infatti, non è previsto alcun anticipo, ma piuttosto dei piani premiali che porterebbero al saldo e stralcio con un abbattimento del debito iscritto a ruolo in base al reddito ISEE.
Con questa misura si darebbe respiro a molti contribuenti, colmando al tempo stesso il vuoto lasciato dalla Rottamazione quater. Quest’ultima, con ogni probabilità, verrebbe assorbita dalla nuova definizione agevolata, o comunque sostituita da condizioni simili.
Secondo quanto riportato da money.it, dalle dichiarazioni emerse di Massimo Garavaglia, Presidente della Commissione Finanze, la prima bozza del provvedimento dovrebbe essere pronta entro il 12 settembre 2025. Questo documento preliminare costituirà la base per l’avvio dell’iter legislativo, con l’obiettivo di inserirlo nella Manovra 2026.
Se l’iter procederà senza intoppi, la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali potrebbe entrare a regime nel 2026, segnando l’avvio ufficiale della Rottamazione quinquies.