Alla domanda che le ha rivolto Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera - l'Italia poteva fare di più per dare giustizia a suo padre, Nicola Calipari? - ha risposto in maniera eloquente:
Silvia Calipari non poteva esprimere meglio il sentimento di delusione che evidentemente serba nei confronti dello Stato. Suo padre, alto funzionario del Sismi, i servizi segreti militari, fu ucciso per mano di un americano nel marzo del 2005 a Bagdad dopo aver liberato Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto che era stata rapita il 4 febbraio di quell'anno.
Uno dei nostri migliori 007 ammazzato dal fuoco amico. Gli americani spararono contro la sua Toyota Corolla quando era a meno di un chilometro dall'aeroporto dove lo attendeva un volo dei nostri Servizi alla volta di Roma.
Come ha ricordato Sarzanini, su quell'omicidio di vent'anni fa per il quale non si è celebrato mai alcun vero processo, è stato girato anche un film: "Il Nibbio", trasmesso da Netflix. Ma la verità su cosa abbia portato alla morte Calipari nessuno mai l'ha potuta raccontare.
Gli Stati Uniti non hanno mai concesso l'estradizione del soldato Lozano, colui il quale premette il grilletto (questa è una versione) con l'obiettivo di uccidere Giuliana Sgrena. Ma è un fatto che la pallottola che partì dalla sua pistola finì nel corpo di Nicola Calipari perché fece da scudo alla giornalista.
E, in ogni caso: Silvia Calipari ha dichiarato al Corriere della Sera di non credere a una tragica fatalità:
L'amarezza, quindi, è impossibile da superare:
A domanda diretta, Nicola Calipari è stato tradito? La figlia Silvia ha, quindi, risposto così:
Inevitabilmente, le parole della figlia di Nicola Calipari chiamano in causa anche il mondo della politica. Quando fu ammazzato, in Italia, governava il centrodestra di Berlusconi. Per la precisione, a marzo del 2005, era agli sgoccioli il governo del Cavaliere che è passato alla storia per essere stato il più longevo della storia repubblicana: si insediò l'11 giugno 2001 e fu dimesso il 20 aprile 2005. Ministro dell'Interno era Beppe Pisanu, ministro degli Esteri Gianfranco Fini, della Difesa Antonio Martino.
A succedergli sarebbe stato un nuovo esecutivo guidato da Berlusconi, il suo terzo, fino a fine legislatura, alle elezioni politiche del 2006.
Silvia Calipari, nel marzo 2005, quando fu ammazzato il padre Nicola nella missione che portò alla liberazione di Giuliana Sgrena in Iraq, aveva 19 anni.
Un mese prima, doveva partire per una settimana bianca con lui, la mamma e il fratello. Ma il rapimento della giornalista fece saltare tutto.
In ogni caso, nonostante il suo lavoro, ricorda il padre come una persona "molto accogliente". Che le rispondeva sempre al telefono, anche quando era in missione. Fino alla fine:
Silvia Calipari, nell'intervista al Corriere, ha anche confidato di aver avuto con il padre sempre un rapporto molto profondo:
Paradossalmente, mentre il padre era impegnato nella missione Sgrena, lei, una scout, partecipava alle manifestazioni per la pace in Iraq anche se lui non voleva. Ma tra i due c'era un legame fortissimo.
Silvia è la primogenita di Nicola Calipari: ha un fratello più piccolo, Filippo. La mamma, Rosa Maria Villecco, è stata deputata tra le fila del Partito Democratico. È una persona molto riservata. Di lei si sa solo che vive a Forlì e ha una figlia, Livia. Ma, da oggi, anche che nulla riuscirà a eliminare del tutto la rabbia che si porta dentro da vent'anni per aver perso il padre in circostanze che nessuno ha voluto mai chiarire.