È arrivato a una soluzione il giallo sul profilo "ignoto 3", indicato nelle scorse settimane come il potenziale "assassino di Chiara Poggi" o "complice di Andrea Sempio", nuovo indagato nell'omicidio avvenuto esattamente 18 anni fa a Garlasco.
Il DNA isolato sulla garza, usata all'epoca del delitto dal medico legale per il prelievo di materiale biologico nella bocca di Chiara Poggi, ha oggi un'identità.
Banner 1 quiNon si tratta di un altro uomo presente sulla scena del crimine, bensì di una contaminazione, come già ipotizzato da Luciano Garofano, comandante dei RIS di Parma nel 2007 e oggi consulente di Sempio.
Il DNA "parziale e degradato", un profilo "Y" non appartenente né ad Andrea Sempio né ad Alberto Stasi, condannato per il delitto, coinciderebbe con quello di un cadavere sottoposto ad autopsia prima dell’omicidio della ragazza.
Banner 3 quiLo riferisce la Procura di Pavia in una nota, da cui emergono anche ulteriori dettagli sugli accertamenti eseguiti per risolvere il mistero.
Le verifiche comparative, "non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, sono state effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani, consulenti tecnici del pm, al fine di evitare eventuali indagini su terzi soggetti" si legge sul comunicato.
Banner 5 e 7 quiSecondo quanto emerso, il materiale "biologico maschile", proveniente dalla garza usata per un prelievo orale sul cadavere di Chiara Poggi, è stato confrontato con i preparati istologici relativi a cinque soggetti sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all'esame istologico condotto sulla salma della 26enne.
È stato quindi trovato un riscontro con un soggetto identificato con il codice anonimo "153E".
Banner 5 e 7 quiLa contaminazione sarebbe avvenuta perché la salma di un uomo morto per cause naturali e quella di Chiara Poggi sono state poste sullo stesso tavolo dell’autopsia all’istituto di medicina legale di Vigevano.
Nella nota firmata dal procuratore, Fabio Napoleone, si legge inoltre che, con l'obiettivo di garantire "una valutazione più ampia" di tutti gli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima che sul luogo dell'omicidio, è stata chiamata in causa la medico legale e antropologa Cristina Cattaneo.
Si potrebbe quindi fare ricorso alla riesumazione della salma dell'uomo per poter avviare ulteriori approfondimenti.
L’ex comandante dei RIS di Parma, Luciano Garofano, aveva più volte sostenuto che il profilo genetico attribuito a “Ignoto 3” fosse frutto di "una contaminazione accidentale", avvenuta in sala autoptica, e non il segno della presenza del killer sulla scena del crimine.
Contattata dall'Adnkronos l'avvocata Angela Taccia, difensore di Andrea Sempio insieme a Massimo Lovato, ha tenuto a ribadire che la verità "salterà fuori".
ha dichiarato.
Anche la madre di Andrea Sempio, Daniela Ferrari, intervistata nel programma tv Rai Filorosso, ha sottolineato che non c'è un'altra verità rispetto a quanto già raccontato.
ha affermato, evidenziando come la situazione stia minando "la salute e l'equilibrio" della famiglia.