L'Agenzia delle Entrate – Riscossione (AdER) ha pubblicato le direttive operative per il "riaffidamento dei carichi", recependo le disposizioni normative contenute nel Decreto legislativo n. 110 del 2024. Si tratta di una procedura che permette agli enti pubblici di riaffidare all'Agenzia la riscossione di somme che erano già state stralciate, ma che si intende comunque tentare di recuperare.
Ma come funziona esattamente questo riaffidamento? Chi può usarlo, in quali tempi e quali regole bisogna rispettare? Abbiamo ricevuto numerose domande sulle condizioni e sulle due modalità di riaffidamento (automatico e anticipato). Per questo, proponiamo una breve "guida operativa" sul discarico delle cartelle esattoriali e sul riaffidamento dei carichi all’AdER, spiegando cosa comporta per i contribuenti e quali sono i rischi per chi non paga i debiti esattoriali.
Tra i vari articoli contenuti nel Decreto legislativo n. 110/2024 spicca la cancellazione dal ruolo dei debiti non riscossi. Più precisamente, a partire dal 1° gennaio 2025, i crediti affidati all’Agenzia e non riscossi entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla data di affidamento sono automaticamente "discaricati", ovvero cancellati (ma non definitivamente).
La riforma ha definito e chiarito le disposizioni normative che portano al meccanismo di riaffidamento dei crediti. Innanzitutto, è importante sottolineare che il legislatore ha previsto obblighi e regole sia per l'Agenzia sia per l'ente che la utilizza. Il decreto spiega, ad esempio, le differenze tra riaffidamento automatico e anticipato, le modalità di adesione tramite PEC, i tempi da rispettare, il ruolo dell'ente nel segnalare i beni del debitore e la tutela dei dati personali. Inoltre, chiarisce cosa succede se l'ente decide di recedere e quali sono i limiti della responsabilità dell'Agenzia.
Rimane fermo il concetto della cancellazione dal ruolo delle cartelle esattoriali, ma anche il "riaffidamento dei carichi". In parole semplici, alcune somme di denaro che un ente pubblico (come un Comune o un’ASL) aveva chiesto di riscuotere tramite l'Agenzia delle Entrate-Riscossione, ma che in una fase successiva erano state discaricate, vengono di nuovo affidate all'Agenzia per provare a recuperarle.
La procedura viene attivata dall'ente che intende riaffidare questi debiti all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, previa accettazione di diverse "Condizioni di servizio".
Come spiegato dall'Agenzia sul suo sito ufficiale, l’ente che intende aderire al servizio deve seguire una precisa prassi;
Il termine per aderire è di 12 mesi dalla pubblicazione delle condizioni di servizio. Se l'ente non ha ancora carichi affidati, i 12 mesi partono dal momento in cui affida il primo carico. Se aderisce in ritardo, il servizio varrà solo per i carichi dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Con l’entrata in vigore del decreto, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione si è allineata alle disposizioni normative, subordinate alla presenza di diversi obblighi:
Per quanto riguarda l’Ente che avvia la procedura, deve rispettare diversi obblighi richiamati in premessa, tra cui:
Nell’ambito delle disposizioni del decreto, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione precisa che non è responsabile del mancato recupero delle somme dovute. Se l'azione di riscossione risulta infruttuosa, la colpa non è imputabile all'Agenzia. Inoltre, l'ente deve salvaguardare gli interessi dell'Agenzia, preservandola da eventuali reclami o richieste di risarcimento da parte di terzi legati a questi tentativi di recupero.