13 Aug, 2025 - 17:16

Cartelle esattoriali cancellate… ma che possono tornare: il nuovo “riaffidamento” AdER

Cartelle esattoriali cancellate… ma che possono tornare: il nuovo “riaffidamento” AdER

L'Agenzia delle Entrate – Riscossione (AdER) ha pubblicato le direttive operative per il "riaffidamento dei carichi", recependo le disposizioni normative contenute nel Decreto legislativo n. 110 del 2024. Si tratta di una procedura che permette agli enti pubblici di riaffidare all'Agenzia la riscossione di somme che erano già state stralciate, ma che si intende comunque tentare di recuperare.

Ma come funziona esattamente questo riaffidamento? Chi può usarlo, in quali tempi e quali regole bisogna rispettare? Abbiamo ricevuto numerose domande sulle condizioni e sulle due modalità di riaffidamento (automatico e anticipato). Per questo, proponiamo una breve "guida operativa" sul discarico delle cartelle esattoriali e sul riaffidamento dei carichi all’AdER, spiegando cosa comporta per i contribuenti e quali sono i rischi per chi non paga i debiti esattoriali.

AdeR e cartelle esattoriali: tempistiche per sospensione e recupero crediti

Tra i vari articoli contenuti nel Decreto legislativo n. 110/2024 spicca la cancellazione dal ruolo dei debiti non riscossi. Più precisamente, a partire dal 1° gennaio 2025, i crediti affidati all’Agenzia e non riscossi entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla data di affidamento sono automaticamente "discaricati", ovvero cancellati (ma non definitivamente).

La riforma ha definito e chiarito le disposizioni normative che portano al meccanismo di riaffidamento dei crediti. Innanzitutto, è importante sottolineare che il legislatore ha previsto obblighi e regole sia per l'Agenzia sia per l'ente che la utilizza. Il decreto spiega, ad esempio, le differenze tra riaffidamento automatico e anticipato, le modalità di adesione tramite PEC, i tempi da rispettare, il ruolo dell'ente nel segnalare i beni del debitore e la tutela dei dati personali. Inoltre, chiarisce cosa succede se l'ente decide di recedere e quali sono i limiti della responsabilità dell'Agenzia.

Che cosa significa "riaffidamento dei carichi" in questo contesto?

Rimane fermo il concetto della cancellazione dal ruolo delle cartelle esattoriali, ma anche il "riaffidamento dei carichi". In parole semplici, alcune somme di denaro che un ente pubblico (come un Comune o un’ASL) aveva chiesto di riscuotere tramite l'Agenzia delle Entrate-Riscossione, ma che in una fase successiva erano state discaricate, vengono di nuovo affidate all'Agenzia per provare a recuperarle.

Quali sono i requisiti e i tempi per aderire al servizio?

La procedura viene attivata dall'ente che intende riaffidare questi debiti all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, previa accettazione di diverse "Condizioni di servizio".

Come spiegato dall'Agenzia sul suo sito ufficiale, l’ente che intende aderire al servizio deve seguire una precisa prassi;

  • compilare un modulo (Allegato 1);
  • approvare un provvedimento ufficiale (cioè un atto formale dell’ente);
  • inviare tutto tramite PEC all’indirizzo dedicato dell’Agenzia.

Il termine per aderire è di 12 mesi dalla pubblicazione delle condizioni di servizio. Se l'ente non ha ancora carichi affidati, i 12 mesi partono dal momento in cui affida il primo carico. Se aderisce in ritardo, il servizio varrà solo per i carichi dal 1° gennaio dell’anno successivo.

Quali obblighi hanno Agenzia ed Ente creditore?

Con l’entrata in vigore del decreto, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione si è allineata alle disposizioni normative, subordinate alla presenza di diversi obblighi:

  • nel caso di discarico automatico, agisce per recuperare i soldi solo se riceve segnalazioni ufficiali o nuovi carichi dello stesso debitore;
  • se, invece, si tratta di un discarico anticipato, può agire solo sui beni specifici del debitore indicati dall’ente;
  • non può fare recuperi diversi da quelli previsti dalle condizioni di servizio.

Per quanto riguarda l’Ente che avvia la procedura, deve rispettare diversi obblighi richiamati in premessa, tra cui:

  • collaborare e fornire documenti utili;
  • nel caso di discarico anticipato, deve indicare all’Agenzia quali beni del debitore "aggredire" (per esempio un conto corrente, un'auto, una casa);
  • deve comunicare queste informazioni almeno sei mesi prima che scada il tempo (si attivi la prescrizione) per poter legalmente chiedere il pagamento del debito.

Nell’ambito delle disposizioni del decreto, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione precisa che non è responsabile del mancato recupero delle somme dovute. Se l'azione di riscossione risulta infruttuosa, la colpa non è imputabile all'Agenzia. Inoltre, l'ente deve salvaguardare gli interessi dell'Agenzia, preservandola da eventuali reclami o richieste di risarcimento da parte di terzi legati a questi tentativi di recupero.

FAQ  riaffidamento debiti all’Agenzia delle Entrate - Riscossione

  1. Posso contestare un carico riaffidato dall’Agenzia? Sì, il contribuente può presentare ricorso o istanza di sospensione secondo le normali procedure previste per le cartelle esattoriali. Il riaffidamento non elimina i diritti di difesa, ma non blocca automaticamente la riscossione.
  2. Le somme discaricate possono tornare a essere richieste anche dopo anni? Sì, i crediti stralciati possono essere riaffidati all’Agenzia entro i termini stabiliti dal decreto e secondo le modalità previste (automatico o anticipato). Tuttavia, l’azione è soggetta ai termini di prescrizione dei crediti.
  3. Devo temere sanzioni se non pago un carico riaffidato? Sì, un carico riaffidato mantiene la sua natura esecutiva: se il contribuente non paga, possono scattare interessi, sanzioni e azioni di recupero secondo le regole ordinarie dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

 

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