Viva il diritto al congedo di paternità obbligatorio per le mamme intenzionali (coppie di donne). La sentenza n. 115 della Corte Costituzionale, depositata il 21 luglio 2025, rappresenta una svolta epocale nel panorama giuridico italiano, ribaltando le disposizioni normative dell’articolo 27-bis del Testo Unico in materia di maternità e paternità.
Questa sentenza riconosce il diritto al congedo di paternità obbligatorio alle lavoratrici che siano genitori intenzionali in una coppia di donne, offrendo un'interpretazione autentica del diritto al congedo per tutti i genitori. Ma quali sono i beneficiari, quali le modalità e la durata del congedo? E quando la sentenza entra effettivamente in vigore?
Lo scorso 7 agosto, l’INPS ha pubblicato il messaggio n. 2450, con cui recepisce le disposizioni giuridiche per le lavoratrici dipendenti che figurano come genitore intenzionale nei registri dello stato civile. Da oggi, queste lavoratrici sono pienamente legittimate a richiedere il congedo di paternità.
La sentenza n. 115 della Corte Costituzionale rappresenta una svolta non solo nel sistema giuridico, ma soprattutto nell’estensione del congedo di paternità obbligatorio.
Dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’articolo 27-bis del decreto legislativo n. 151/2001, la Corte è intervenuta sulle disposizioni relative ai diritti delle lavoratrici genitrici non biologiche che risultano genitori nei registri dello stato civile, riconoscendo loro il diritto al congedo obbligatorio di paternità. La sentenza sottolinea che il ruolo di genitore è definito dall'impegno, dalla responsabilità e dal progetto di cura condiviso e costante, non dal legame biologico.
Con una disposizione giuridica inedita, la Corte ha individuato i beneficiari dell’estensione del congedo: le lavoratrici dipendenti che, all'interno di una coppia omogenitoriale femminile, risultano genitori intenzionali dall'iscrizione nei registri dello stato civile o a seguito di un provvedimento giudiziale di adozione, affidamento o collocamento.
È importante sottolineare il significato di "madre intenzionale": si tratta della genitrice che non ha partorito, mentre i diritti previsti per la tutela della maternità rimangono attribuiti alla madre biologica.
La sentenza fornisce un’interpretazione chiara delle definizioni. La madre biologica (colei che ha partorito) beneficia dei diritti previsti per la tutela della maternità. Al contrario, la madre intenzionale è la donna non gestazionale che partecipa attivamente all’impegno condiviso di amore, cura e responsabilità verso il neonato.
L’individuazione di quest'ultima figura consente di equipararla al genitore paterno, riconoscendole il diritto al congedo di paternità obbligatorio.
Le disposizioni normative originali prevedono la fruizione del congedo tramite richiesta al proprio datore di lavoro. Le lavoratrici intenzionali devono presentare la domanda secondo la prassi, e il datore di lavoro provvede all’anticipazione dell’indennità per conto dell’INPS.
Se il datore di lavoro non anticipa l'indennità, le lavoratrici devono presentare la domanda in via telematica utilizzando i servizi dedicati dell’INPS disponibili sul portale online. Le lavoratrici delle pubbliche amministrazioni, invece, devono rivolgersi direttamente al proprio datore di lavoro, poiché l'INPS non ha competenza per tali figure.
La legge dispone che il congedo di paternità obbligatorio abbia una durata di 10 giorni lavorativi, che diventano 20 giorni in caso di parto plurimo.
È importante sottolineare che, con il messaggio INPS sopra menzionato, l’istituto ha reso operative a tutti gli effetti di legge le disposizioni giurisprudenziali della sentenza della Corte Costituzionale. In particolare, gli effetti della pronuncia sono in vigore dal 24 luglio 2025, giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Pertanto, la madre intenzionale lavoratrice dipendente può astenersi dal lavoro a titolo di congedo di paternità obbligatorio solo a partire da questa data, dopo aver presentato la regolare richiesta.