14 Aug, 2025 - 15:15

Travaglio si prende gioco della Meloni: "Il suo motto è marcire, non marciare". Ecco perché l'ha scritto

Travaglio si prende gioco della Meloni: "Il suo motto è marcire, non marciare". Ecco perché l'ha scritto

Marco Travaglio non molla la presa nemmeno a Ferragosto. Nell'editoriale che ha firmato oggi sul suo Fatto Quotidiano attacca il governo Meloni senza dimenticare i due suoi grandi "amori". Uno vero e uno falso. Quello vero per Vladimir Putin. Quello falso per Silvio Berlusconi.

Ma tant'è: quando ha preso di mira Giorgia Meloni, ha rispolverato addirittura un motto del movimento futurista, ma capovolgendolo a modo suo. Questo motto, originariamente, recita così:

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Marciare, non marcire

Travaglio, invece, per descrivere l'inettitudine dell'attuale Governo, l'ha capovolto in

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Marcire, non marciare

Travaglio attacca Giorgia Meloni: marcisce al governo

E insomma: il direttore del Fatto non ha voluto citare l'inflazionatissima sentenza di Giulio Andreotti secondo la quale era pur sempre meglio tirare a campare (al governo) anziché tirare le cuoia, ma ha pescato un'altra massima, più vicina al mondo culturale di Giorgia Meloni ma che comunque, a modo suo, riesce lo stesso ad esprimere alla perfezione ciò che pensa dell'attuale governo.

Per Travaglio, non fa nulla: è immobile. 

Quindi, è inutile che si celebri con la scalata nella classifica dei governi repubblicani più longevi:

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Se in questi 1024 giorni la Meloni avesse fatto qualcosa di notevole per gli italiani, la sua longevità sarebbe un'impresa; invece, non ha combinato nulla, quindi è un'aggravante

Il Governo del nulla in 34 mesi 

Non ci sono dubbi: per Travaglio, anche il tifoso più sfegatato faticherebbe a rivendicare qualcosa di buono o di utile fatto dal 2022 dal Governo di Giorgia Meloni.

Nello specifico, il direttore del Fatto Quotidiano l'ha messa così:

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La politica estera è appaltata agli Usa, prima con Biden e ora con Trump, e quella finanziaria ai falchi Ue

Per questo, Travaglio si prende gioco della "sovranista" Meloni adombrando più la sovranità limitata che il sovranismo tanto sbandierato in campagna elettorale.

Travaglio e i suoi grandi amori

Ma non finisce certo qui: il centrodestra non ha fatto nulla che piacesse al direttore del Fatto. Quindi, secondo la sua logica, non ha fatto nulla.

Ecco qualche esempio: in primis, non ha continuato a comprare il gas dal suo grande amore Vladimir Putin.

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Ora dovremo svenarci per buttare decine di miliardi in armi e perderne altrettanti per comprare gas dagli Usa a prezzo quadruplo rispetto al russo

Poi Giorgia Meloni & c. non hanno fatto nulla per i Pubblici ministeri e la giustizia giustizialista, pronta alla pesca a strascico e a sbattere gli innocenti in galera col tintinnar delle manette:

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Le riforme della giustizia ne allungano i tempi e allargano gli spazi di impunità per ricchi e potenti

Il fronte immigrati? Per Travaglio "sono più che raddoppiati e buttiamo pure 1 miliardo negli inutili centri in Albania". Le opere pubbliche, tipo il Ponte sullo Stretto di Messina?

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La manna del Pnrr andrà quasi tutta sprecata in ritardi e opere assurde

E non fa nulla che l'Italia da decenni aspetti quell'infrastruttura che elimini la condizione di insularità della Sicilia: non c'è nulla da salvare. L'Ilva, i balneari, l'abolizione della Fornero, i salari, il tasso di occupazione (che in realtà non è mai stato così alto in Italia: a giugno era del 62,7%, ndr), i record di povertà e di evasione (in realtà, come ha ricordato l'Osservatorio dell'Università Cattolica a novembre 2024, il Ministero dell’Economia ha stimato che l’evasione fiscale e contributiva è scesa di 26 miliardi di euro in soli 4 anni, passando da 108,4 miliardi nel 2017 a 82,4 nel 2021, ndr).

L'unica cosa buona che voleva fare il governo Meloni, per Travaglio, era tassare gli extraprofitti ma è stato fermato da Marina Berlusconi. 

Il parallelo con Berlusconi

Ecco allora l'altro "grande amore" di Travaglio: Silvio Berlusconi. Anche oggi è servito perché a Travaglio che si interrogava su cosa avesse fatto di buono il Governo Meloni, è tornata in mente la gag di Adriano Celentano e Roberto Benigni che, nel corso di una puntata di Realpolitik, nel 2005, tentavano di scrivere all'allora presidente del Consiglio elencando le cose buone che aveva fatto per gli italiani. Missione fallita.

Del resto, per Travaglio, le uniche cose buone le fa il suo Giuseppe Conte.

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