17 Aug, 2025 - 11:50

Orazio Schillaci verso le dimissioni? Cosa ha detto Giorgia Meloni dopo il caso no vax al Nitag

Orazio Schillaci verso le dimissioni? Cosa ha detto Giorgia Meloni dopo il caso no vax al Nitag

Orazio Schillaci l'aveva promesso e l'ha fatto: pur di non vedere Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite nel gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni, il Nitag, ha azzerato tutte le nomine.

Per il ministro della Salute, nell'istituto che supporta il ministero nelle raccomandazioni sulle questioni relative alle vaccinazioni e alle politiche vaccinali, non possono trovare spazio due no vax, sebbene nessuno dei due diretti interessati si definisca in questo modo.

Sta di fatto che la scelta del ministro non è stata condivisa dalla premier Giorgia Meloni. 

Ora, quindi, il ministro che aveva minacciato di dimettersi se Lega e Fratelli d'Italia gli avessero imposto Serravalle e Bellavite al Nitag, prenderà atto della sfiducia dimostratagli dal presidente del Consiglio e rimetterà ugualmente il suo incarico?

Evidentemente, proprio su questo starà riflettendo sebbene già in passato sia stato preso di mira da settori della sua maggioranza, in particolare dalla Lega. Come quando il Carroccio proponeva l'uscita dell'Italia dall'Organizzazione mondiale della sanità.

Orazio Schillaci e le dimissioni dopo la presa di distanza di Giorgia Meloni

In ogni caso, queste sono le ore più difficili di Orazio Schillaci da ministro della Salute. Ampi settori del centrodestra hanno fin dall'epoca del Covid strizzato l'occhio al mondo dei no vax. Lo scetticismo, per usare un eufemismo, ha costituito uno dei cavalli di battaglia della stessa Giorgia Meloni quando era all'opposizione del governo Draghi e nel corso della campagna elettorale del 2022.

A Massimo Giannini, ad esempio, confidò di non vaccinare sua figlia Ginevra

Ora, invece, come scrive Marco Cremonesi sul Corriere della Sera di oggi, l'unica frase che ha speso sulla vicenda dell'azzeramento del Nitag è questa:

virgolette
Non era concordato. Da sempre nel governo crediamo nel pluralismo e nel confronto delle opinioni

Ora, che l'abbia detto solo per tenere buoni i suoi e la Lega o perché considera rotto il rapporto di fiducia con Schillaci è tutto da vedere.

 Il fuoco amico contro Schillaci per il caso Serravalle e Bellavite

In ogni caso, la "manina" che, all'insaputa del ministro Schillaci, aveva inserito Serravalle e Bellavite tra i 22 esperti del Nitag ha scatenato un putiferio mediatico. Il premio Nobel Giorgio Parisi ha promosso una petizione per estrometterli da quell'organismo; la Federazione degli ordini dei medici ha spiegato che il Nitag non è l'organismo adatto per la pur lecita discussione; Francesca Russo, la responsabile della campagna vaccinale in Veneto contro il Covid, si è dimessa. Ma non solo: quella "manina" ha evidenziato anche una spaccatura politica evidentissima.

Orazio Schillaci è formalmente un tecnico. Ma ora, nell'ambito della maggioranza, è difeso solo da Forza Italia. 

Ieri, ha diramato una nota:

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Si ritiene necessario avviare un nuovo procedimento di nomina dei componenti del Nitag per coinvolgere tutte le categorie e gli stakeholder interessati

Ma non ha indicato alcuna data per le nuove nomine. E nel frattempo è sotto il fuoco amico della maggioranza e di chi la sostiene ideologicamente.

Claudio Borghi della Lega, ad esempio, non poteva non farsi sentire

E il giornalista Mario Giordano è stato ancora più duro:

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Delle due l’una. O Schillaci non sapeva quel che faceva quando firmava il decreto e allora è un irresponsabile. O lo sapeva, e allora se fa marcia indietro è un coniglio. Tertium non datur. Dunque domando: può una sanità mal ridotta come quella italiana avere alla sua guida un irresponsabile o un coniglio?

Ecco: questo è il clima. Orazio Schillaci avrà le spalle larghe per affrontarlo oppure sarà indotto a fare un passo indietro?

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