18 Aug, 2025 - 11:30

"La Notte Arriva Sempre": il noir urbano disponibile in streaming su Netflix

"La Notte Arriva Sempre": il noir urbano disponibile in streaming su Netflix

 

"La Notte Arriva Sempre", approfondimento, curiosità e critica

Nel 1964 la sociologa tedesca naturalizzata britannica Ruth Glass coniò il termine “gentrificazione”, introducendolo per la prima volta in ambito accademico, per definire l’infiltrazione della classe media nei quartieri popolari di Londra, come Islington, portando il mercato immobiliare all’innalzamento del valore delle abitazioni, costringendo di fatto il ceto meno abbiente a spostarsi in zone ancor più ai margini della città. Tra la fine del Novecento e l’inizio degli anni 2000 il fenomeno della gentrificazione ha cominciato a diffondersi a macchia d’olio negli Stati Uniti, ad esempio a New York, San Francisco, Washington D.C., Philadelphia, Baltimore, Chicago e San Diego, colpendo soprattutto le comunità afroamericane, quelle a più basso reddito nel contesto sociale statunitense, sollecitando nuovamente un clima di razzismo e generando ulteriori tensioni socio-economiche e culturali. 

A Portland, nello Stato dell’Oregon, le politiche urbanistiche sono da sempre state influenzate da una tendenza razzista, in un clima di discriminazione e redlining ai danni della popolazione nera. Verso la fine dell’800 nacque ufficialmente la cittadina di Albina, sino ad allora centro ferroviario e industriale, che poco tempo dopo fu resa un quartiere di Portland. Dapprincipio cuore della comunità afroamericana, col passare dei decenni le diseguaglianze strutturali, per innalzare una sorta di recinto immaginario, furono molteplici e palesi, proprio per creare un dislivello tra i residenti ritenuti di serie A e quelli di serie B. Tra il 2000 e il 2010 buona parte della zona nord di Portland, compreso il quartiere di Albina, divenne a maggioranza bianca per via dell’aumento dei costi degli affitti e dei prezzi di vendita delle soluzioni abitative, strappando le case con fredda indifferenza e vero disprezzo a coloro cui erano appartenute fin lì.

Ed è giustappunto dalla realtà di gentrificazione a Portland che lo scrittore Willy Vlautin ha preso ispirazione per la trama del suo romanzo La Notte Arriva Sempre (Night Always Comes), pubblicato nel 2021. Willy Vlautin, nato nel 1967 a Reno, in Nevada, si è trasferito a Portland negli anni ’90, innamorandosene perdutamente. Nel 2006 il suo esordio letterario con l’uscita del romanzo The Motel Life, acclamatissimo dalla critica e da cui nel 2013 è stato tratto un adattamento cinematografico per la regia dei fratelli Polsky. Da un altro dei suoi libri, Lean On Pete, è stato realizzato un lungometraggio omonimo, distribuito nel 2017, girato dal cineasta britannico Andrew Haigh (del quale vi consiglio il bellissimo Estranei). La maggior parte delle opere letterarie di Vlautin è ambientata a Portland, facendone palcoscenico per le sue storie. Risentendo molto della riqualificazione urbana, che ha rivoluzionato e devastato le vite di tanti abitanti del capoluogo, ne ha preso e ne prende spunto tutt’ora per i suoi scritti.

Tornando a La Notte Arriva Sempre, al centro del racconto c’è Lynette, una trentenne (bianca, anche se avrebbe avuto più senso fosse stata afroamericana) con un passato burrascoso, che lavora come cameriera e che sta mettendo da parte ogni risparmio per poter acquistare, al prezzo stracciato di 40000 dollari, la casa dove vive con la madre e il fratello, affetto dalla sindrome di Down. Ma il tempo è quasi scaduto e il proprietario dell’immobile le ha dato un termine di 24 ore per portargli un anticipo di 25000 dollari, altrimenti lo cederà a un altro offerente. Quando però la madre si tirerà indietro, usando i soldi del prestito ottenuto dalla banca per acquistare un’automobile, Lynette passerà l’intera nottata a cercare di racimolare la cifra necessaria.

Di questo soggetto, con una sceneggiatura scritta da Sarah Conradt, il regista inglese Benjamin Caron ne ha tratto una pellicola omonima, distribuita sulla piattaforma di streaming Netflix a partire dal 13 agosto scorso. Noir urbano, opprimente e soffocante, si contraddistingue con ambientazioni dagli interni squallidi e paesaggi industriali. La fotografia di Damián García, quasi sempre scura e cupa, per le riprese notturne suggerisce l’utilizzo di una luce naturale. La narrazione è ansiogena, serrata, densa di tensione a ogni nuovo sviluppo che subentra nella storia. Con dei chiari rimandi a Gloria di Cassavetes e Victoria di Sebastian Schipper (di cui è stato fatto il pessimo remake Fino Alla Fine di Gabriele Muccino), si concentra su un realismo senza speranza e un ritmo al cardiopalma. Ciò che non convince del tutto è la poca plausibilità di certi aspetti della trama, che non trovano un esito credibile nemmeno all’ultimo; tentando di non fare spoiler, sfido chiunque a calpestare i piedi alla criminalità organizzata e a uscirne incolume.

La Notte Arriva Sempre, non parla soltanto delle ingiustizie della gentrificazione e delle difficoltà odierne a potersi permettere un immobile dove abitare, ma è anche un involontario viaggio a ritroso tra i momenti più bui della propria esistenza, costringendo la protagonista a guardare in faccia gli spettri del suo passato, avendo l’occasione di rimetterli al loro posto e di purificare se stessa. Con un finale che nella rassegnazione trova pace e un’espiazione liberatoria, 3,3 stelle su 5.

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