Quando si riceve una cartella esattoriale o un sollecito di pagamento, si avvia un conto alla rovescia che precede le azioni esecutive e cautelari dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER), come il fermo amministrativo o il pignoramento. Questi atti servono a recuperare i crediti dovuti a enti impositori come l'Agenzia delle Entrate o i Comuni.
La scelta tra agire immediatamente e attendere un'eventuale nuova definizione agevolata può essere difficile. È importante agire con tempestività, poiché richiedere una rateizzazione su una cartella vicina alla scadenza dei termini di prescrizione potrebbe prolungare il periodo di estinzione del debito.
Il tempo non è mai sufficiente per comprendere l'aggressività dell'AdER in caso di mancato saldo dei debiti. Una soluzione per liberarsi dalle pendenze passate potrebbe essere un nuovo condono o una Rottamazione quinquies, a patto che sia attivata prima dei provvedimenti di riscossione e copra tutti i debiti accumulati. Ma cosa succede se questo strumento non viene approvato e si è già ricevuto un sollecito?
L'Agenzia delle Entrate-Riscossione ha specificato che un sollecito di pagamento, spedito per posta ordinaria, è un promemoria delle pendenze debitorie relative a specifiche cartelle, con l'invito a regolarizzare la propria posizione.
Attendere senza rateizzare o saldare una cartella esattoriale o un sollecito può portare a conseguenze serie.
L'AdER ha il potere di avviare azioni di recupero del debito senza dover ricorrere a un giudice per un pignoramento o all'ACI per un fermo amministrativo.
Ci sono, tuttavia, rari casi in cui le azioni di riscossione sono più lente o assenti, ovvero quando la riscossione è considerata infruttuosa, ad esempio in situazioni di:
Un'altra via per affrontare queste difficoltà è l'uso di strumenti come il Saldo e stralcio o una nuova Rottamazione quinquies, che, se inseriti nella prossima Manovra finanziaria 2026, potrebbero offrire un pagamento agevolato senza sanzioni, interessi e aggio, e una possibile riduzione del debito.
A tal proposito, è utile ricordare che l'articolo 1, comma 544, della legge n. 228/2012 prevede che per i debiti fino a 1.000 euro le procedure cautelari o esecutive non si applichino prima che siano trascorsi 120 giorni dall'invio di uno specifico sollecito di pagamento.
È sorprendente come l'arrivo di un sollecito di pagamento, che spesso giunge circa un anno dopo la notifica della cartella, diventi una fonte di preoccupazione per molti.
È importante sottolineare che, in caso di mancato pagamento delle somme dovute, iniziano a maturare quotidianamente gli interessi di mora, calcolati dalla data di notifica, ai quali si aggiungono ulteriori spese.
Se non è possibile effettuare il pagamento del debito entro i termini previsti (solitamente cinque giorni), è possibile richiedere una rateizzazione fino a 84 rate mensili. Questa opzione offre una protezione da azioni esecutive come fermi amministrativi, ipoteche o pignoramenti.
Gli interessi di mora sono calcolati dall'Agenzia in base a indici forniti annualmente dal Direttore dell'Agenzia delle Entrate.
In base alle indiscrezioni, la Manovra 2026 potrebbe includere una nuova definizione agevolata che offrirebbe la possibilità di dilazionare il pagamento dei debiti fino a un massimo di 120 rate.
Tuttavia, la nuova misura potrebbe escludere i "contribuenti seriali", ovvero chi ha già aderito ad altre rottamazioni delle cartelle esattoriali.
Le proposte differenziate in base all'importo del debito includono:
La prima bozza di questa nuova "pace fiscale" potrebbe essere discussa a settembre 2025, come misura da inserire nella successiva Legge di Bilancio.
Aspettare passivamente un futuro condono espone a rischi elevati. La strategia più sicura rimane la richiesta di rateizzazione per bloccare le azioni dell'Agenzia. Si consiglia vivamente di valutare la propria posizione presso gli uffici dell'AdER o di consultare un esperto in materia tributaria per una consulenza personalizzata.