19 Aug, 2025 - 17:05

Mentre Trump incorona Meloni "Giorgia Washington", cosa fa Elly Schlein?

Mentre Trump incorona Meloni "Giorgia Washington", cosa fa Elly Schlein?

I francesi direbbero c'est la vie. Ma mentre Giorgia Meloni è stata incoronata dal presidente Trump a mo' di Giorgia Washington, cosa fa Elly Schlein? Beh, molto più modestamente, tenta di essere la pontiera tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi.

Parliamoci chiaro: un po' di differenza c'è.

E comunque: il motivo per cui il Partito Democratico resta sostanzialmente zitto davanti alla trattativa che l'Occidente sta tentando di aprire con Putin per convincerlo a smettere di massacrare l'Ucraina è uno e uno solo. E l'ha messo nero su bianco Claudio Cerasa questa mattina sul Foglio

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Il Pd non riesce a dire nulla perché l'unica cosa che dovrebbe dire è: cara Meloni, siamo in disaccordo su tutto, o quasi, ma sull'Ucraina, sulla difesa di un Paese eroico, sulla difesa del più grande avamposto del mondo contro il nuovo fascismo, non possiamo essere divisi, e faremo tutto il necessario per supportare il governo nel sostegno futuro alla causa dell'Ucraina

E invece: che non sia così, se ne è accorto anche Paolo Madron di Lettera43. Tanto da intitolare il suo editoriale dedicato a Giorgia Meloni "Giorgia Washington". Come volevasi dimostrare, direbbero i matematici.

A Washington Trump elogia Meloni mentre Elly Schlein si sbatte per il Campo largo

E insomma: si dirà che sono cose che capitano a Ferragosto, quando c'è sempre qualcuno che rimane a casa a scrollare i social pieni di foto di chi, invece, è in vacanza in posti meravigliosi. E così è capitato a Elly Schlein, costretta a vedere da casa, da semplice spettatrice, ciò che fa Giorgia Meloni insieme ai grandi del mondo.

Magari avrà deciso di chiudere tutto e di rendersi irreperibile insieme alla sua compagna. Ma Schlein avrà trascorso davvero un brutto Ferragosto.

Lei a cercare di fare la pontiera tra Matteo Renzi, Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli cercando di disarmare ora un Vincenzo De Luca ora un Michele Emiliano, mentre quella lì, la sua diretta concorrente, a incassare i complimenti del padrone della Casa Bianca e dei leader europei, ad abbracciarsi con Zelensky e a vedere la proposta italiana di allargare gli effetti dell'articolo 5 della Nato anche all'Ucraina.

Triste destino: c'è chi fa la storia. E chi la geografia, muovendosi tra una regione al voto e l'altra, attenta a non offendere un cacicco o un alleato. E a mettere nero su bianco che in Toscana, sì: il reddito di cittadinanza regionale si farà!

L'affondo contro Elly Schlein

E così, questa mattina, a scrivere le cose come stanno, tra gli altri, è stato Michele Magno sul Foglio:

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Sono giorni, anzi ore, in cui si decidono le sorti di una nazione, equilibri planetari, futuro delle democrazie liberali, e la sinistra italiana che fa? Lasciamo stare l'ex azzeccagarbugli del popolo che se la prende con l'Europa guerrafondaia. Sono le miserie di chi, più che marciare per la pace ci ha sempre marciato. Il Pd, dal canto suo, si distingue per iniziative di un suo sindaco che nega a Israele un padiglione della Fiera del Levante di Bari, e di un nutrito gruppo di suoi parlamentari che lo vogliono estromettere dalle competizioni sportive

Ma non è tutto. Ancora Magno affonda il colpo in questo modo:

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Il mondo brucia, tutto cambia a una velocità impressionante? Ecco Elly Schlein che si attarda in polemicuzze da quattro soldi sulla subalternità di Giorgia Meloni a Trump

Il riferimento è all'ultimo post della segretaria dem

Per Magno, è davvero troppo:

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La presidente del Consiglio almeno una proposta per sbrogliare la matassa ucraina l'ha fatta, e forse con qualche successo (applicare l'articolo 5 della Nato a Kiev). Da Largo del Nazareno, invece, solo chiacchiere e propaganda elettorale

Michele Magno giunge alla conclusione che più che a un partito, il Pd somiglia a un movimento d'opinione.

Giorgia Washington (paragonata a Elly Schlein)

E quindi: trovandosi evidentemente d'accordo, Paolo Madron di Lettera43 ha intitolato il suo fondo su Giorgia Meloni "Giorgia Washington". Del resto, il presidente degli Stati Uniti ha elogiato il nostro presidente del Consiglio con queste parole:

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Meloni è una grande leader e una grande fonte di ispirazione

E lui ha aggiunto:

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Meloni si muove tra Roma, Bruxelles e Washington con l'agilità di chi ha capito che la politica oggi si fa anche a colpi di percezione, e che essere leader significa soprattutto sembrare leader

E sembra "Giorgia Washington" soprattutto se paragonata alla sua diretta antagonista in Italia:

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Elly Schlein è impegnata in tutt'altre coreografie. Niente ori presidenziali, né tappeti rossi, né aerei di Stato. Il suo scenario è fatto di telefonate infinite, incontri segreti in contesti più dimessi dove il massimo dell'epica è riuscire a far sedere allo stesso tavolo Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Matteo Renzi e Carlo Calenda senza che non finisca in rissa

La conclusione, allora, non può essere che questa:

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Mentre Meloni è nel ruolo della leader europea di riferimento per la sua destra un po' meno sovranista e un po' più volenterosa, Schlein è occupata in una lotta intestina per le candidature alle Regionali che fa sembrare il manuale Cencelli un algoritmo illuminato

E chissà se ne varrà la pena. Intanto, c'est la vie.   

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