22 Aug, 2025 - 15:16

Serie C 2025/26 arriva il VAR a chiamata: come funziona la nuova tecnologia

Serie C 2025/26 arriva il VAR a chiamata: come funziona la nuova tecnologia

La stagione 2025/26 della Serie C introduce una novità destinata a cambiare il modo di vivere le partite: il VAR a chiamata. Un sistema innovativo che porta la tecnologia in campo anche nella terza serie del calcio italiano, ma con modalità diverse rispetto a Serie A e Serie B.

Cos'è e come funziona il VAR a chiamata in Serie C

A differenza dei campionati maggiori, dove l’assistenza video interviene d’ufficio su episodi chiave (gol, rigori, cartellini rossi, scambi di identità), in Serie C sarà la panchina a decidere quando utilizzare il VAR.
Ogni squadra avrà infatti a disposizione un numero limitato di “challenge” da spendere durante la gara. L’allenatore potrà chiedere la revisione di un’azione contestata: se la decisione dell’arbitro verrà modificata, la chiamata non sarà scalata; se invece il fischio sarà confermato, la squadra perderà un tentativo.

Perché è stato scelto questo modello

L’idea nasce dall’esigenza di portare la tecnologia anche in un campionato con risorse più ridotte, senza però rinunciare alla correttezza sportiva.

  1. Equità: meno errori gravi e partite più trasparenti.
  2. Contenimento dei costi: il sistema è più snello rispetto a quello delle categorie superiori.
  3. Tattica: gli allenatori dovranno gestire con intelligenza le chiamate disponibili.

Differenze rispetto al VAR tradizionale

  • Serie A e B: il VAR può intervenire in automatico su episodi previsti dal protocollo.
  • Serie C: il VAR si attiva solo se la panchina lo richiede e nei limiti delle chiamate disponibili.

In pratica, il campionato di Lega Pro diventa un laboratorio per sperimentare una versione “light” del sistema video-arbitrale.

Le reazioni del mondo del calcio

Molti addetti ai lavori vedono il progetto come un passo avanti importante: da una parte si tutela la regolarità del torneo, dall’altra si responsabilizzano gli allenatori, che dovranno decidere quando rischiare una chiamata. Non mancano però i dubbi: alcuni temono che i tempi di gioco possano allungarsi o che gli allenatori usino i challenge come arma psicologica.

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