La stagione 2025/26 della Serie C introduce una novità destinata a cambiare il modo di vivere le partite: il VAR a chiamata. Un sistema innovativo che porta la tecnologia in campo anche nella terza serie del calcio italiano, ma con modalità diverse rispetto a Serie A e Serie B.
A differenza dei campionati maggiori, dove l’assistenza video interviene d’ufficio su episodi chiave (gol, rigori, cartellini rossi, scambi di identità), in Serie C sarà la panchina a decidere quando utilizzare il VAR.
Ogni squadra avrà infatti a disposizione un numero limitato di “challenge” da spendere durante la gara. L’allenatore potrà chiedere la revisione di un’azione contestata: se la decisione dell’arbitro verrà modificata, la chiamata non sarà scalata; se invece il fischio sarà confermato, la squadra perderà un tentativo.
L’idea nasce dall’esigenza di portare la tecnologia anche in un campionato con risorse più ridotte, senza però rinunciare alla correttezza sportiva.
In pratica, il campionato di Lega Pro diventa un laboratorio per sperimentare una versione “light” del sistema video-arbitrale.
Molti addetti ai lavori vedono il progetto come un passo avanti importante: da una parte si tutela la regolarità del torneo, dall’altra si responsabilizzano gli allenatori, che dovranno decidere quando rischiare una chiamata. Non mancano però i dubbi: alcuni temono che i tempi di gioco possano allungarsi o che gli allenatori usino i challenge come arma psicologica.