Subito dopo lo sgombero del Leoncavallo, il centro sociale storico di Milano, nelle redazioni di Libero e de Il Tempo, è arrivata una lettera minatoria firmata dagli anarchici in cui sono stati presi di mira i direttori Daniele Capezzone e Tommaso Cerno, l'editore Giampaolo Angelucci e il vicepresidente del gruppo Andrea Pasini:
Ieri anche la premier Giorgia Meloni ha fatto pervenire la sua solidarietà:
Elly Schlein, la segretaria del partito più importante dell'opposizione e il suo delegato "all'informazione, alla cultura, alle culture e alla memoria" Sandro Ruotolo, invece, si sono distratti.
Ma tant'è: oggi, con un'intervista rilasciata al Giornale, proprio Tommaso Cerno ha dato una possibile spiegazione sul perché lui, Capezzone, Angelucci e Pasini sono finiti nel mirino.
Tommaso Cerno, a Massimiliano Scafi del Giornale, ha assicurato che non sarà certo una lettera minatoria a fermare il suo lavoro. Ma non solo: ha svelato anche la spiegazione che si è dato su quanto accaduto. Secondo il direttore del Tempo, le inchieste che sta promuovendo sui legami che intercorrono tra Hamas e le sigle di estrema sinistra italiane stanno dando fastidio a qualcuno:
Cerno, poi, ha rispedito al mittente anche l'accusa di aver attirato le "attenzioni" degli anarchici con un giornalismo sensazionalistico:
Se c'è una violenza, anche verbale, Cerno la mette sul conto di altri:
Sta di fatto che quella dei presunti legami tra Hamas e l'estrema sinistra italiana può essere solo una delle spiegazioni delle minacce fatte pervenire dagli anarchici a Cerno, Capezzone e al gruppo Angelucci.
Il direttore del Tempo, infatti, all'epoca del caso di Alfredo Cospito, l'anarchico che si stava facendo morire in carcere con uno sciopero della fame, fu molto duro. Ma anche su questo fronte, la risposta del giornalista non è tardata ad arrivare: